Tutte le vite contano. Tony Timpa, il "George Floyd" bianco dimenticato
La storia dimenticata di Tony Timpa, ucciso da agenti durante il suo arresto a Dallas, è veramente simile a quella di George Floyd. Ma mentre quest'ultimo è diventato il simbolo della violenza della polizia, accusata di razzismo, di Timpa non si ricorda neppure il nome. Era bianco, quindi non fa notizia? Il suo uccisore è stato anche assolto.
Quanto vale una vita? Forse ce lo chiediamo, di tanto in tanto. Negli Usa in questi giorni c’è chi pensa che alcune vite non contino per nulla. Altre sì. Abbiamo diffuso nel mondo intero la notizia dell’afro-americano brutalmente ucciso da un poliziotto a Minneapolis, un anno fa. Tutti conoscono il suo nome. Il movimento Black Lives Matter e i media non ce lo faranno dimenticare. Perciò è inutile ripeterlo.
Il suo uccisore è stato arrestato, processato e messo in galera in pochi mesi. Un caso insolito. Inoltre, la famiglia, o meglio i parenti della vittima (dato che non aveva un suo nucleo familiare) sono stati risarciti con l’incredibile somma di 27 milioni di dollari. Ecco il valore di una sola vittima “di colore”, secondo le autorità locali.
Il caso di Minneapolis non è stato unico nella storia del crimine in America. Un incidente analogo era avvenuto alcuni anni prima in un’altra città. Il 10 agosto del 2016 a Dallas, Texas, un uomo con disturbi medici e psichiatrici, pesantemente drogato, chiamò la polizia per chiedere aiuto. Arrivarono tre poliziotti in una volante. Avendolo visto alterato, lo gettarono subito a terra, trattenendolo a testa in giù sull’erba, accanto al loro veicolo. La vittima gridava “aiuto” e “non fatemi male” mentre uno dei poliziotti, Dustin Dillard, premeva il ginocchio sulle sue spalle.
Poco a poco le grida si affievolirono e poi il fiato gli mancò. A quel punto uno degli altri poliziotti iniziò a dileggiarlo con toni infantili. “Su, svegliati. E’ ora di andare a scuola. Devi fare la prima colazione!” Nel video della polizia (rilasciato dopo 3 anni) si sentono anche le risate degli agenti. (Almeno i poliziotti di Minneapolis stavano zitti). Quando videro che la vittima non si muoveva più, erano già passati circa 14 minuti e solo allora chiamarono l’ambulanza. Mentre gli infermieri caricavano la vittima in ambulanza, Dillard si chiese se lo avesse ucciso. Dillard venne arrestato, ma poi rilasciato e prosciolto dal procuratore distrettuale di Dallas.
La vittima si chiamava Tony Timpa. Era un uomo bianco, sposato poi divorziato con un figlio che non vedeva spesso. Per questo era depresso e assumeva vari tipi di droga. La stampa, le organizzazioni umanitarie, i politici subito abbandonarono il caso. La famiglia non ricevette un centesimo, né una scusa, né venne ricevuta alla Casa Bianca dal Presidente degli Usa.
Sono passati quasi 5 anni. Forse è ora di chiedere: “Do white lives matter?” le vite dei bianchi contano?