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PIOGGIA DI DISDETTE

Turismo, nuova vittima della narrazione catastrofista

La narrazione catastrofista del Covid è tornata a mietere vittime e arrivano le disdette in vista delle vacanze di Natale. Le perdite per l’economia potrebbero arrivare a 10 miliardi. Un macigno per un settore che nel 2020 ha già perso oltre 100 miliardi.

Economia 23_11_2021

La narrazione catastrofista del Covid è tornata a mietere vittime. Mentre il governo Draghi appare sempre meno coeso e sempre più in balìa dei giochi di palazzo, sia per le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica che per quelle politiche, l’economia annaspa e i timori di nuove chiusure frenano la ripresa produttiva e commerciale.

A farne le spese, in vista delle vacanze natalizie, è in primo luogo il turismo, uno dei settori più duramente colpiti dai lockdown e dalle restrizioni alla mobilità tra regioni e tra nazioni. L’escalation di contagi ha subito spinto i “terroristi mediatici” a paventare il rischio di nuove chiusure generalizzate e di ulteriori limiti agli spostamenti. Primo effetto inevitabile: la gente che aveva programmato di partire per luoghi esotici o semplicemente per una settimana bianca sta già pensando di disdire. «Qui ci chiudono di nuovo», è il ritornello più ricorrente tra persone abituate a subire in maniera acritica ogni messaggio giornalistico.

I benefici derivanti dal Pnrr potrebbero rivelarsi tardivi e comunque insufficienti a frenare l’ondata di sfiducia che sembra abbattersi su molti settori produttivi e in particolare sul settore turistico. Per ora gli italiani percepiscono solo gli effetti devastanti dell’aumento delle bollette di luce e gas, che stanno facendo impennare i prezzi dei beni di largo consumo, con conseguente appesantimento dei bilanci famigliari. Non vedono invece alcuna ripresa stabile e duratura, considerato il fatto che nessuno è in grado di prevedere quando il Covid finirà o diventerà endemico, al pari degli altri virus influenzali.

Erano 35 milioni le partenze che gli italiani programmavano soltanto un mese fa: 10 milioni per il “ponte” dell’Immacolata, 12 per Natale e 13 a Capodanno. Oggi – a quindici giorni dal primo evento e 30 dal Natale – di queste prenotazioni ne mancano ancora 11 milioni, mentre le disdette arrivate su prenotazioni fatte ammontano a 2,5 milioni. Il dato emerge dall’indagine sulla propensione degli Italiani a viaggiare, condotta, tra il 15 e il 19 novembre, da Confturismo-Confcommercio in collaborazione con SWG.

La sterile e fuorviante contabilità quotidiana dei casi di Covid funziona come un dissuasore efficace verso aspiranti vacanzieri che, dopo un anno e mezzo di blocco, pensavano di poter tornare a viaggiare con vaccino e mascherina e ora devono misurarsi con l’incubo di un nuovo lockdown. Per ora le autorità lo escludono, ma la situazione è talmente fluida che non è possibile fare previsioni di alcun tipo. E chi teme di anticipare a vuoto somme di denaro per vacanze di Natale e Capodanno preferisce rimanere in stand-by e attendere l’evoluzione della pandemia. Anche a costo che i prezzi lievitino e che quindi la vacanza salti per ragioni economiche.

Sempre nell’indagine della settimana scorsa di Confturismo e Confcommercio con SWG, ci sono poi 8,5 milioni di casi in cui gli intervistati dichiarano di avere cambiato meta di vacanza, scegliendone una più vicina, o hanno ridotto i giorni di vacanza, che già erano in media ampiamente al di sotto del corrispondente dato 2019. Oltre 12 milioni di italiani, infine, dichiarano di partire a qualunque costo, ma, nella metà dei casi, per mete vicine, magari per andare da amici o da famigliari. Il beneficio di questi soggiorni, si sa, è assai limitato per l’industria turistica in generale.

Ecco perché gli operatori del settore sono sul piede di guerra e pretendono risposte chiare e incisive dal Governo. «Prevale l’incertezza – ha affermato Il presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patanè – non la paura, e per questo servono indicazioni chiare e immediate delle autorità competenti sulle eventuali regole da adottare per affrontare in sicurezza le prossime festività».

Il Ministro della salute, Roberto Speranza aveva di recente provato a rassicurarli, adottando la strategia di pochi corridoi turistici Covid-free aperti per i vacanzieri italiani. Ma la situazione è talmente compromessa che si tratta di palliativi: nel 2021 il turismo ha perso 11 miliardi su 13. C’è bisogno di maggiore libertà anche rispetto alle mete extraeuropee, con protocolli chiari ed efficaci. Anche Assoutenti ipotizza un impatto pesante delle eventuali restrizioni natalizie per il Covid: le perdite per l’economia italiana potrebbero arrivare a 10 miliardi. Un macigno per un settore che nel 2020 ha già perso oltre 100 miliardi, un quarto della caduta del Pil.

Nel frattempo, le aziende del settore chiedono altre settimane di cassa integrazione per i loro operatori, ma anche in questo caso il sollievo sarebbe relativo. Per non parlare degli operatori delle località sciistiche, che stanno registrando disdette quotidiane e rischiano di dover rivedere al ribasso i piani di assunzione di lavoratori stagionali.

Questa brusca frenata va subito combattuta con dichiarazioni rassicuranti, di ben altro tenore rispetto a quelle di Speranza, che già venti giorni fa invitava gli italiani a rimanere in Italia e, se possibile, a casa, senza pianificare le vacanze. L’assolutizzazione del diritto alla salute rischia di dare il colpo di grazia all’economia nazionale, a cominciare dagli operatori del settore turistico. Speriamo che Draghi inverta la rotta al più presto e prima che sia troppo tardi.