Tre giorni
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
(Lc 13, 31-35)
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». (Lc 13, 31-35)
L’opera di Gesù si svolge in tre giorni. Tutto ciò che Egli vive negli anni della vita pubblica anticipa infatti i tre giorni della Passione, Morte, Risurrezione: i giorni della consegna al Padre e dell’amore per gli uomini. Gesù non ha altro scopo se non vincere il male con la potenza di Dio e salvare gli uomini. Gerusalemme è il luogo del compimento. E’ struggente l’amore di Gesù per questa città che racchiude in sé il destino dell’intero mondo. Gesù attua una sorta di combattimento con la città che lo accoglie e lo respinge, lo ama e lo odia: la città della sua morte e risurrezione. Gesù agogna il giorno nel quale anche Gerusalemme, così come ogni uomo della terra, lo benedirà finalmente alla sua ultima venuta.