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India

Tre attacchi a luoghi di culto cristiani in pochi giorni nel Kerala

Desta viva preoccupazione nello stato indiano del Kerala l’intensificarsi di atti ostili ed episodi di intolleranza contro i cristiani

Il 16 aprile dei vandali sono entrati nel cimitero del Sacro Cuore di Gesù, a Ukkinadka, nello stato indiano del Kerala, hanno distrutto una croce situata su una tomba e hanno danneggiato altre sette tombe. È il terzo attacco a luoghi di culto cristiani nel Kerala in poco più di due settimane. Nella notte tra il 31 marzo e il 1° aprile, la notte del Sabato santo,  padre MK Varghese, vicario della chiesa ortodossa di San Greogrios, a Punnamoodu, si stava recando in chiesa per celebrare la Messa della Veglia pasquale quando è stato fermato da alcuni uomini che gli hanno impedito di entrare, lo hanno insultato e malmenato. Sentendo le grida, i fedeli in attesa nella chiesa sono accorsi in aiuto del vicario. I malviventi prima di andarsene hanno danneggiato l’atrio e il portone della chiesa e rotto i vetri delle finestre. Infine il 10 aprile almeno 500 persone hanno attaccato il Logos Pastoral Centre, nella diocesi di Neyyattinkara, mentre era in corso un ritiro di circa 150 studenti accompagnati da un sacerdote e da due suore. Gli aggressori hanno lanciato delle pietre contro l’edificio mandando in pezzi finestre e porte di ingresso. alcuni dei fermati in seguito dalla polizia si sono giustificati dicendo che i canti religiosi intonati dai ragazzi li stavano disturbando. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, si è detto allarmato per “l’impennata di atti ostili e intolleranza verso i cristiani. Sebbene sembri che gli attacchi non siano diretti in modo specifico contro la fede – ha spiegato ad AsiaNews – esiste una certa intolleranza nei confronti di tutto ciò che è legato ai cristiani…obiettivo facile per le forze estremiste, e questo causa insicurezza e paura tra i cristiani. Questo è dannoso per la democratica e laica India, mentre il tessuto sociale del nostro Paese viene danneggiato da commenti insensibili o da dichiarazioni provocatore, false e senza fondamento contro il lavoro missionario dei cristiani. Ne vediamo le conseguenza in questi incidenti di aprile”.