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PROTESTE OPPOSTE

Tra Francia e Polonia, in piazza per o contro la vita

Dopo l’entrata in vigore della sentenza della Corte costituzionale che vieta l’aborto eugenetico, femministe, teppisti di estrema sinistra e gruppi Lgbt sono tornati in piazza tentando pure l’assalto agli edifici pubblici. Di diverso tenore le proteste in Francia, dove decine di migliaia di manifestanti pacifici hanno detto no al disegno di legge sulla “Pma per tutti”.

Vita e bioetica 01_02_2021

Due piazze, due proteste e due anime. In questi giorni le piazze di molte città europee si sono riempite per le proteste, tra esse Varsavia e Parigi. In Polonia, dopo l’entrata in vigore mercoledì 27 gennaio della sentenza della Corte costituzionale dello scorso ottobre (divieto di aborto eugenetico), centinaia di femministe e teppisti di estrema sinistra e dei movimenti Lgbt sono scesi in piazza, tentando pure di assaltare Parlamento e Corte costituzionale. In Francia, decine di associazioni e gruppi pro vita hanno organizzato manifestazioni nelle giornate di sabato 30 e domenica 31 gennaio per protestare (in alto un momento delle manifestazioni) contro la barbarie della “Legge sulla bioetica”, ormai prossima alla discussione finale in Senato il prossimo 2 febbraio.

Dunque, il 27 gennaio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica polacca la sentenza della Corte costituzionale dello scorso 22 ottobre, che abroga quelle parti della legislazione sull’aborto che consentivano di uccidere il bimbo concepito se fossero state riscontrate anomalie fisiche o sindromi come quella di Down. In una parola, l’aborto eugenetico (spesso falsamente detto “terapeutico”) viene vietato. Così come ad ottobre, anche in questi giorni le proteste non si sono fatte attendere e, come allora, la grancassa della stampa occidentale ha manipolato informazioni e realtà. E la realtà è che i protestatari, uomini e donne, scendono in piazza per chiedere che l’aborto eugenetico, tragicamente famoso durante i regimi nazista e sovietico, rimanga legale.

Esattamente come lo scorso ottobre, le manifestazioni polacche hanno preso di mira edifici pubblici e organi dello Stato. Non c’è nulla di spontaneo, bensì la consueta organizzazione e materiali identici sbandierati nelle diverse città. Nel mese di ottobre teppismo e assalti alle chiese erano stati pianificati grazie all’appoggio delle organizzazioni internazionali legate al “benefattore” Soros; così, in questi giorni l’IPPF, multinazionale dell’aborto e prima beneficiaria delle nuove decisioni prese da Joe Biden, ha orgogliosamente dichiarato il proprio totale appoggio alle proteste e occupazioni degli attivisti polacchi. Decine di leader delle organizzazioni che si battono per i diritti di disabili e delle persone Down in tutto il mondo hanno ringraziato pubblicamente lo Stato polacco per la decisione e auspicato che tale decisione possa essere emulata presto dal mondo intero.

Ben diverse le manifestazioni tenutesi a Parigi e in altre 60 città francesi nelle giornate di sabato e domenica. Lì, infatti, le voci si sono levate per chiedere un vero rispetto dei diritti e della dignità umana. Dopo la partecipatissima manifestazione dello scorso 10 ottobre, la Manif Pour Tous e decine di associazioni in tutta la Francia, sotto l’unico motto “Marchons Enfants”, sono tornate in piazza per invitare i senatori a bocciare la nuova legge che non è né legittima, né etica. Liberalizza ulteriormente la procreazione medicalmente assistita (coppie lesbiche e donne single) e anche post mortem, consente l’autoconservazione dei gameti senza motivo medico, la creazione di embrioni transgenici, le chimere (embrioni animali-umani), i gameti artificiali, la diagnosi pre-impianto e l’aborto fino al nono mese per motivi vaghi e soggettivi di “disagio psicosociale”.

Come accennato, il Senato francese il prossimo 2 febbraio inizierà la discussione finale e il voto sulle norme fortemente volute da Macron che erano già state approvate dalla Camera nella notte tra il 31 luglio e l’1 agosto scorsi alla presenza di appena il 20% dei parlamentari.

Riguardo alle manifestazioni contro il disegno di legge sulla bioetica, sono state contraddistinte da grande organizzazione, rispetto degli obblighi sanitari, nessun atto di teppismo, presenza massiccia della stampa di ogni colore politico e di decine di migliaia di cittadini nella giornata di sabato nelle tante città francesi che hanno protestato. Circa 100 mila manifestanti a Parigi domenica. Le iniziative non si fermano qui. Gli organizzatori hanno invitato tutti i cittadini francesi a inondare di lettere ed e-mail i propri senatori per chiedere che non votino questa legge incivile. Due visioni opposte si scontrano in tutto il mondo: da un lato chi pretende la piena legalizzazione dell’omicidio dell’innocente, ancor più se ‘imperfetto’; dall’altro chi combatte per la vita, il diritto e la dignità umana di ogni bambino ad avere una mamma e un papà e non si legalizzi né la schiavitù della maternità surrogata, né gli esperimenti dei neo-Mengele. Lo scontro finale tra civiltà cristiana europea e ritorno alla barbarie nazista è sempre più acuto e riguarda tutti noi.