Tra comitato e partito sarà divorzio consensuale
Stasera si terrà la riunione chiarificatrice del Comitato difendiamo i nostri figli in cui verrà ribadita la sua natura apartitica. Sullo sfondo la fuga in avanti di Adinolfi e Amato e l'aver messo tutti davanti al aftto compiuto ponendo in seria discussione il percorso comune fatto fino a questo momento. Il timore che serpeggia è che l’opinione pubblica possa ridurre il reale peso politico del popolo del Family day alle percentuali raccolte dal nuovo Partito dalle famiglia
Il Partito della famiglia di Mario Adinolfi e Gianfranco Amato tira dritto verso le amministrative. La settimana si è aperta con l’annuncio dei candidati a sindaco nelle principali città che andranno al voto a giugno; mentre venerdì a Roma, al Palazzetto della Carte Geografiche, sarà la volta della prima assemblea nazionale del ‘Popolo della famiglia’, a cui è chiamato a partecipare chiunque voglia candidarsi o aiutare il nuovo movimento.
Stasera però c’è un altro appuntamento cerchiato di rosso che può influire sul futuro sviluppo del Pdf: la riunione chiarificatrice del Comitato difendiamo i nostri figli, ovvero l’organismo che ha promosso e organizzato i due grandi Family day di giugno 2015 e gennaio, e del quale fa ancora parte il tandem Adinolfi- Amato che ora aspira a dare una rappresentanza politica ai milioni di persone che hanno animato il Circo Massimo e piazza San Giovanni.
Il clima della vigilia non è quello del ritrovo tra vecchi compagni di viaggio. Senza entrare nel merito dello sbocco partitico dell’impegno sui temi antropologici, gran parte del Comitato guidato da Massimo Gandolfini imputa al presidente dei Giuristi per la vita e al direttore de La Croce di aver fatto una fuga in avanti, e di aver messo tutti davanti al fatto compiuto ponendo in seria discussione il percorso comune fatto fino a questo momento.
L’obiettivo dichiarato della riunione è esprimere una posizione chiara rispetto a quello che tutti gli altri membri del Comitato considerano uno strappo doloroso. La linea che emerge in queste ore dalla leaderschip di Gandolfini è quella di esplicitare una netta presa di distanza del Comitato dal Partito di Adinolfi. Il Comitato ribadirà quindi la sua natura trasversale, civica e a-partica ma il neurochiurugo di Brescia si guarderà bene dal fare valutazioni di carattere personale, tanto più dall’emettere scomuniche ufficiali o considerazioni palesemente negative riguardo al Pdf.
Sarà dunque un divorzio consensuale. Tutti si aspettano infatti l’uscita dal Comitato dei due fondatori del partito, poiché i due soggetti, civico e partitico, devono essere del tutto autonomi e indipendenti tra loro. Eppure la riunione non sarà solo un passaggio di circostanza per i destini dei due soggetti, soprattutto per il Pdf.
Adinolfi e Amato si giocano il collo in questa partita elettorale e una disapprovazione troppo esplicita del Comitato potrebbe togliere ossigeno prezioso al loro progetto. Questo perché la gente del Circo Massimo sui social continua ad esprimere grande fiducia in Massimo Gandolfini - il quale tra l’altro è garante de facto anche di tutta la vasta galassia neocatecumenale - e in questi giorni prega affinché si possa ricomporre tutto il quadro. Se è vero, infatti che migliaia di persone hanno già abbracciato l’iniziativa del ‘Popolo delle Famiglie’, non si può ignorare il fatto che la maggioranza del Popolo del Family day resta alla finestra aspettando un segnale di approvazione.
Ad ogni modo resta il giudizio negativo del Comitato riguardo alla metodo con cui ha preso vita l’iniziativa del Pdf, nelle forma si tratta di un passo pesantemente mancante, fatto senza alcun confronto condiviso, come dimostra lo scoop de la Nuova Bussola che ha rivelato che l’atto di registrazione del sito del partito è avvenuto 16 febbraio, nove giorni prima dell’approvazione del ddl sulle unioni civili. Tuttavia, secondo diverse fonti, nei colloqui che hanno seguito la manifestazione del 30 gennaio emergeva che Amato e Adinolfi non erano gli unici a volersi confrontare conun impegno politico diretto.
Indiscrezioni sostengono che gli esponenti del Comitato Emanuele Di Leo, presidente della ‘Steadfast onlus’, e Giusi D’Amico, dell’Associazione ‘Non si tocca la famiglia’, potrebbero approdare nel nuovo soggetto politico. Scorrendo i profili Facebook degli altri componenti del Comitato, si vede poi che Simone Pillon sta valutando l’offerta di entrare nel direttorio della costituenda realtà politica, un’opzione che spera di poter accettare “a patto che si lavori attorno alla leadership morale di Massimo Gandolfini”. Significativo appare anche il silenzio di Costanza Miriano che non ha espresso giudizi sull’avventura del suo amico Mario Adinolfi, con il quale ha condiviso molte tappe del tour ‘Voglio la mamma’.
Contrari alla costituzione di un nuovo partito politico restano al momento il presidente Gandolfini, Tony Brandi e i ragazzi di Generazione famiglia – Manif Pour Tous Italia, Filippo Savarese, Iacopo Coghe e Rachele Ruiu. “La nostra unica preoccupazione è che l’iniziativa partitica sia nettamente distinta da quella del Comitato, rimane l’unita di intenti e l’amicizia personale”, spiega alla Nuova BQ Savarese, secondo il quale il comitato deve rimanere libero di confrontarsi con il neonato Popolo della famiglia esattamente come si relaziona con tutte le altre realtà politiche.
Il timore che serpeggia è che l’opinione pubblica possa ridurre il reale peso politico del popolo del Family day alle percentuali raccolte dal nuovo Partito dalle famiglia. Una confusione dettata anche dal fatto che Adinolfi, da abile comunicatore, a livello sintattico ha creato qualcosa che si richiama esplicitamente all’esperienza del Comitato. Si teme inoltre come sostiene ancora Savarese che “la dispersione del voto in ulteriori entità partitiche” possa favorire il Partito Democratico che in questo momento è il soggetto politico “che certe lobby hanno colonizzato per portare l'Italia verso i falsi miti del progresso: matrimonio gay, utero in affitto, eutanasia…”. “In tal senso – ha aggiunto Savarese - oggi dobbiamo consolidare il fronte che si oppone a quello capeggiato dal Pd.. e soprattutto evitare che sia anch'esso colonizzato dalle stesse lobby”.
Comunque vada la riunione di stasera, si evince da più fonti che anche per il Comitato si aprirà una nuova fase costituente per rilanciare un voce autorevole da rivolgere al mondo politico e a tutta la società italiana. Partito e Comitato dovranno quindi rimanere sulla scena evitando di fagocitarsi a vicenda.