Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

VISIONI

The tree of life

Dal film trapela una dimensione trascendente della vita, l’esigenza dell’uomo di ricercare un senso ultimo delle cose, nella fitta trama dei rapporti umani.

Visioni 21_05_2011
The tree of life


sentieri

(Regia: Terrence Malick; Interpreti: Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going; genere: drammatico; durata: 138 min.)

Frutto di un’elaborazione che dura da circa trent’anni
, The Tree of Life (L’albero della vita) è l’opera più impegnativa di Terrence Malick, un regista che dai suoi esordi, nel 1973, ha diretto solo cinque film, lasciando trascorrere vent’anni tra il secondo (Il giorni del cielo) e il terzo (La sottile linea rossa), periodo nel quale ha insegnato filosofia all’università ed ha continuato a collezionare idee, immagini e riprese in parte rifluite in quest’ultimo film. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2011 (e accolto non senza perplessità dalla critica), The Tree of Life è un film accompagnato da una grande aspettativa, specie da quanti (e non sono pochi) considerano il regista, per i temi trattati e la profondità con cui li affronta, come un vero maestro, e non solo in senso cinematografico.

Il film affronta la vicenda degli O’Brian, una famiglia texana degli anni ’50, vista attraverso gli occhi e i ricordi di Jack, il figlio maggiore: l’amore per la madre (Jessica Chastain), l’affetto tra Jack e i suoi due fratelli minori, il difficile rapporto con un padre severo (Brad Pitt) che cresce i figli con affetto ma anche con durezza spropositata. Ma la vicenda, oltre a spostarsi temporalmente dal passato al presente, con la figura di Jack adulto (Sean Penn) che silenzioso percorre luoghi affollati e solitari della città e della natura, apparentemente alla ricerca di qualcosa che plachi un interno tormento, si intreccia con una visone di incredibile respiro. Malick inizia il film con una voce esterna che cita la differenza tra lo scegliere di vivere secondo natura o secondo la Grazia, l’istinto o la compassione, una visione materialistica o religiosa della vita. Intanto sullo schermo scorrono impressionanti immagini della Terra e dell’universo, vere o realizzate digitalmente, che accompagnate da memorabili brani di musica classica fanno ripercorrere allo spettatore la creazione del pianeta e dei cieli, della vita in terra e nel mare, in un viaggio cosmico e naturale difficile da descrivere, ma che colpisce e lascia attonito lo spettatore.

Questo voluto susseguirsi di visioni della natura si intersecherà ancora più volte con la vita dei coniugi O’Brian, che vediamo crescere il primo figlio, poi all’arrivo degli altri due, in scene di gioia domestica e di felice convivenza dominate dalla sensibilità e dall’amore della madre per i propri figli. L’eco dei ricordi di Jack arriva ai momenti della crescita, quando iniziano i primi confronti col padre, il desiderio di affermare la propria personalità, le prime scelte sbagliate e la ricerca del perdono in chi è stato offeso. Da tutto il film trapela una dimensione trascendente della vita, l’esigenza dell’uomo di ricercare un senso ultimo delle cose, nella realtà e nella trama dei rapporti umani: ogni gesto, anche ostile, ogni manifestazione di affetto, magari incommensurabile come l’amore di una madre, non può – ripete il regista - bastare a sé stesso.

The Tree of Life è un poema; fatto di immagini, di scene, di racconto, di musica: a volte impetuoso, a volte delicato; non sempre di facile comprensione o fluido nella narrazione, vista anche la complessità delle scelte del regista. Ma, con i colori e pennelli tecnologici che il nostro tempo ci offre, con spirito poetico e impressionante sensibilità Malick tenta di mostrare che la speranza dei rapporti umani è che c’entrino veramente con le stelle.
Beppe Musicco


  • Pirati dei Caraibi

(Regia: Rob Marshall; interpreti: Johnny Depp, Ian McShane, Penelope Cruz, Richard Griffiths, Geoffrey Rush; genere: azione; durata: 141 min.)

Un po’ meglio dei precedenti due, ma la saga dei Pirati dei caraibi ormai è sempre più simile a un videogioco:
tanta azione, ma quel che manca è la storia. Penelope Cruz è del tutto accessoria, e le mossette di Johnny Depp stancano anche in 3D.   

  • Mr. Beaver

(Regia: Jodie Foster; interpreti: Mel Gibson, Jodie Foster, Jennifer Lawrence, Anton Yelchin, Zachary Booth; genere: drammatico; durata: 91 min.)

Non fatevi ingannare dal pupazzo con la faccia di castoro che Mel Gibson tiene sulla mano. Mr. Beaver non è una commedia, ma la drammatica storia di un uomo che cade in depressione e riesce a comunicare con gli altri solo attraverso il pupazzo, e che solo la famiglia può cercare di salvare

  • Il ragazzo con la bicicletta

(Regia: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne; interpreti: Jérémie Renier, Cécile De France, Fabrizio Rongione, Olivier Gourmet, Thomas Dort; genere: drammatico; durata: 87 min.)

Un ragazzino solo e abbandonato in un istituto, insella a una bici alla ricerca del padre. Ma un incontro fortuito con una donna che saprà accoglierlo, cambierà la vita di entrambi. Duro e commovente.