Tempo di elezioni in Africa. E scatta la caccia agli albini
C’è gente disposta a tutto pur di vincere le elezioni. Gli Africani ne sanno qualcosa: voti comprati, brogli, violenze. Qualcuno va oltre e, per conquistare il potere o conservarlo, si affida alla stregoneria. Tra gli amuleti più ricercati ci sono organi e parti del corpo degli albini. Un mercato davvero raccapriciante.
C’è gente disposta a tutto pur di vincere le elezioni. Gli Africani ne sanno qualcosa: voti comprati, brogli, violenze, da parte di chi è al governo al momento del voto un uso a dir poco disinvolto dell’apparato statale e delle sue risorse per fare propaganda elettorale, ostacolare l’opposizione e intimidirne i sostenitori. Qualcuno va oltre e, per conquistare il potere o conservarlo, si affida alla stregoneria. È notizia di questi giorni che il Tanzania ha messo al bando gli stregoni e ha avviato un’operazione su scala nazionale per individuare, arrestare e processare chi disobbedirà all’ordine di sospendere le attività. È il provvedimento più drastico mai deciso dalle autorità ed è stato preso proprio in previsione del fatto che nel Paese quest’anno si svolgeranno le elezioni generali e molti candidati si rivolgeranno agli stregoni per aumentare le proprie possibilità di vittoria.
Tra gli ingredienti più ricercati per l’enorme efficacia che si ritiene conferiscano ad amuleti e riti ci sono organi e parti del corpo degli albini: capaci di portare fortuna, ricchezza e potere. Perciò ogni anno, soprattutto nei paesi dell’Africa Orientale e Centrale, scompaiono decine di albini, per lo più bambini e adolescenti: negli ultimi tre anni almeno 70, nel solo Tanzania. I loro corpi valgono molto. Perciò vengono rapiti oppure venduti dai loro stessi famigliari: e quasi sempre i responsabili restano impuniti. Fin dall’agosto 2014 le Nazioni Unite hanno allertato le autorità tanzaniane, nella certezza che nei prossimi mesi crescerà il rischio di attacchi agli albini. Una prima vittima potrebbe esserci già stata. Si tratta di Pendo Emmanuelle Nundi, una bambina di quattro anni, albina, scomparsa a dicembre. La polizia ha offerto una grossa ricompensa per chi aiuta a ritrovarla, “viva o morta”, ma finora nessuno si è fatto avanti. Nel frattempo sono state arrestate e si indaga su 15 persone, tra cui il padre e due zii della piccola.
Da anni il governo tanzaniano tenta di fermare la tratta e il sacrificio degli albini. Nel 2008 il presidente Jakaya Kikwete ne aveva nominato uno alla carica di parlamentare nell’ambito di una campagna contro le discriminazioni e l’ostracismo sociale di cui gli albini sono oggetto. Nel 2010 per la prima volta un altro albino, Salum Khalfani Bar’wani, è stato candidato al Parlamento e ha vinto. Sembravano conquiste importanti. Ma la maggior parte delle persone affette da albinismo continuano a essere a stento tollerate, in famiglia e nella società. Molti bambini non vengono neanche mandati a scuola il che li condanna da grandi a vivere di carità e di espedienti, in solitudine: se prima non finiscono nelle grinfie degli stregoni.
All’altra sponda del continente, in Africa Occidentale, è dalla Costa d’Avorio che giungono le più raccapriccianti notizie di bambini sacrificati. Il 29 gennaio la polizia ha istituito un’unità speciale incaricata di indagare su una serie di omicidi di bambini per scopi rituali verificatisi negli ultimi due mesi in diverse parti del paese, inclusa la capitale economica Abidjan. In tutto sono già stati rapiti e uccisi almeno 25 bambini. I loro cadaveri, gettati via come spazzatura, sono stati rinvenuti mutilati: privi della testa e di diverse altre parti del corpo. «Il perché dei crimini rituali è ben noto», ha detto il ministro degli Interni, Hamed Bakayoko, annunciando il 28 gennaio che 1.500 agenti metteranno sotto controllo i luoghi più pericolosi come i parchi giochi e le vicinanze delle scuole, «si fa credere alla gente che i sacrifici umani servano a dare potere e denaro. Succede anche in altri Paesi».
Che sia solo l’inizio, che ci si debba davvero preparare a un’ondata di rapimenti e omicidi a scopo rituale è un timore diffuso sia tra la gente che tra le autorità. Anche la Costa d’Avorio, infatti, va alle urne quest’anno per eleggere il capo dello Stato. Nel Paese, negli anni in cui si svolgono le elezioni, circolano sempre voci, non tutte attendibili, di persone, anche lì in particolare di albini, rapite per compiere sacrifici e riti propiziatori. La corrispondente della Bbc ad Abidjian, Tamasin Ford, conferma che, in effetti, un analogo moltiplicarsi di sospetti omicidi rituali – ritenuti tali a causa delle mutilazioni riscontrate sui cadaveri – si è verificato nei mesi precedenti alle elezioni del 2006 e del 2010.
La polizia vigilerà in forze, più determinata, almeno per un po’, sia in Costa d’Avorio che in Tanzania. In entrambi i Paesi genitori e insegnanti faranno più attenzione. A qualcosa servirà e servirà anche tenere sotto sorveglianza gli stregoni. Ma in Africa vivono centinaia di migliaia di bambini “invisibili”, i cosiddetti bambini di strada, privi di referenti adulti responsabili e di case sicure a cui fare ritorno. Loro non vanno a scuola, non giocano nei parchi cittadini. Nessuno si accorge se spariscono: vittime dei trafficanti di organi destinati ai riti magici o ai trapianti, dei procacciatori di manodopera schiava, degli spacciatori di stupefacenti, dei reclutatori di minori da arruolare nelle milizie armate o inserire nei circuiti della prostituzione.