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CHI E' L'IMPRESENTABILE?

Svezia, estremisti palestinesi candidati a sinistra

Per le elezioni che si tengono oggi, il Left Party svedese ha scelto di candidare Said Hadrous. Cresciuto in un campo profughi palestinese in Libano, ha elogiato pubblicamente terroristi. Ali Hadrous, candidato sempre per il Left Party, esprime sostegno per i terroristi palestinesi. E il problema, però, è sempre la destra?

Esteri 09_09_2018
Manifestazione anti-israeliana a Malmoe

È opinione condivisa che l’antisemitismo e l’odio verso Israele siano appannaggio esclusivo dell’estrema destra. Eppure, che le cose non stiano esattamente così, lo dimostra la campagna elettorale svedese, più che un’analisi storica o filosofica della faccenda. Infatti, la Svezia chiamata al voto ha scelto di schierare tra le file dei partiti di sinistra fin’ora, e da tempo, al governo, politici appartenenti e simpatizzanti dell’organizzazione marxisista-leninista del Fronte democratico per la liberazione della Palestina (DFLP).

Il Left Party svedese ha scelto di candidare Said Hadrous. Cresciuto in un campo profughi palestinese in Libano, il nostro uomo è a capo della lobby palestinese, Gruppo 194, legata proprio al DFLP. Hadrous si è contraddistinto in passato per aver tessuto le lodi di Samer Issawi, il terrorista condannato per possesso di esplosivi e tentato omicidio in Israele. E quando il quotidiano svedese Världen Idag ha pubblicato una foto in cui Hadrous compare vestito da militare mentre brandisce un’arma, la replica è stata, “siete dei sionisti, estremisti, razzisti”.

Collega di Hadrous è Osama Tamim, membro di spicco del DFLP in Siria, e oggi candidato per il Left Party nella città di Åmål. Nel novembre del 2016 Tamim ha organizzato una “giornata per l’integrazione” per ricordare l’annuale Giornata internazionale di solidarietà dell’Onu con il popolo palestinese. All’evento, tenuto in una chiesa sconsacrata e trasformata in sala per comizi politici, oltre al discorso tenuto dal presidente della sezione di partito della città che ha ammonito i partecipanti con un perentorio, “è il sionismo globale che sta esaurendo la terra palestinese”, era stato organizzato anche uno spettacolo con bambini. Ai fanciulli in occasione dell’evento culturale era stato insegnato un canto in svedese in cui si dicevano pronti a sacrificare il loro sangue e le loro anime “per liberare la Palestina”, e pronti, poi, a “lanciare razzi contro i loro nemici e lanciare sassi contro soldati e polizia”. È allora che Tamim ha pronunciato il suo discorso in cui ha elogiato i “giovani che affrontano l’occupazione con il loro petto nudo e coltelli per la Palestina”. Ancora nel 2016, l'organizzazione di Tamim, Amal Palestina, ha distribuito ai bambini di Åmål un libro in arabo - chiamato "Appartengo alla Palestina" - in cui, per esempio, un bambino che attacca soldati israeliani è descritto come coraggioso. Ma Tamim è solito, soprattutto, elogiare i terroristi su Facebook come quelli che hanno ucciso e ferito i poliziotti israeliani nell’attentato di luglio 2017 al Monte del Tempio a Gerusalemme.   

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è il dottor Ali Hadrous, in corsa per il comune di Landskrona e sempre per il Left Party. Anch’egli membro del Gruppo 194, è solito esprime simpatia e sostegno per i terroristi palestinesi che si sono contraddistinti in attentati vari. Quanto al DFLP, che fino al 1999 figurava nell'elenco delle organizzazioni terroristiche straniere del Dipartimento di Stato americano, opera ancora come un gruppo terroristico nella Striscia di Gaza, attraverso la sua ala militare, le Brigate di resistenza nazionale palestinesi (PNRB). In una dichiarazione del 22 febbraio, volta a commemorare il 49° anniversario della sua istituzione, il DFLP ha dichiarato sul suo sito web: “Il nostro modo di spodestare l'occupazione, smembrare la colonizzazione, abbattere i progetti statunitensi e fornire ai nostri cittadini le possibilità di resistenza e fermezza nella loro lotta per i diritti nazionali legittimi e inalienabili, è il percorso dell'unità nazionale unitaria che comprende l'obiettivo comune e unitario. È proprio il percorso del programma nazionale unificato e unificante, è la via dell'Intifada, la resistenza e l'internazionalizzazione della causa dei diritti nazionali palestinesi”.

Ed è così che la sinistra svedese, che per la prima volta da cent’anni vede messo in pericolo il dominio della scena politica, mostrandosi l’anima gemella del DFLP, ha deciso di provare a vincere le elezioni. Ponendo gli argomenti di cui sopra come la vera emergenza di un Paese che, a dire il vero, ha fresca nella mente unicamente l’immagine di oltre 160.000 richiedenti asilo - il numero più alto per abitante nell'UE - che si riversava in Svezia dalla Siria solo nell'autunno del 2015. E che intanto si appresta ad affrontare anche un’altra emergenza: le spose bambine.

Si può immaginare chi vincerà queste elezioni, ma solo le urne daranno l’unico verdetto cui credere. Resta un fatto, però, che le elezioni in Svezia sono sotto lo sguardo attento e preoccupato dell’Europa e di Bruxelles, che vede il voto del Paese scandinavo come un avvertimento.