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l'analisi

Sveglia Europa! Gli attacchi russi sono già nella propaganda

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Ignorare la propaganda russa e la volontà del Cremlino di giungere ai propri obiettivi senza alcuna restrizione sull’uso della forza può portare un’Europa sonnambula alla brutta sorpresa di non accorgersi di essere odiata e minacciata quotidianamente.

Attualità 06_11_2025

Non c’era bisogno di essere profeti per prevedere come sarebbero andati a finire i tentativi del presidente americano Donald Trump di instaurare un dialogo con il presidente russo Vladimir Putin. Ogni volta che si accenna a un tavolo delle trattative, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov manda a monte tutto precisando che la Russia non è interessata a una tregua (che, in effetti, andrebbe a solo vantaggio dell’Ucraina) e che l’importante è rimuovere «le cause profonde del conflitto». È curioso notare che queste “cause profonde” non sono quasi mai dettagliate dai giornalisti e analisti che affollano il mondo dell’informazione.

Eppure al proposito il Cremlino è sempre stato molto chiaro ed esplicito, almeno a partire dal 17 dicembre 2021 quando il ministero degli Esteri russo ha pubblicato due bozze di altrettanti trattati, proposti agli Stati Uniti e ai Paesi facenti parte della NATO. In quella proposta agli Stati Uniti Washington si sarebbe impegnata a «rifiutare l'ammissione all'alleanza di stati che erano precedentemente membri dell'Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche». Inoltre le parti contraenti (Russia e U.S.A.) si sarebbero impegnate a non schierare armamenti fuori dai propri confini nazionali: il che equivaleva all’estromissione degli Stati Uniti dall’Europa continentale

In quella indirizzata alla NATO si statuiva che «la Federazione russa e tutte le parti che erano membri della NATO al 27 maggio 1997 non schiereranno eserciti o armamenti su territori di altri stati in Europa in aggiunta alle forze che già si trovavano su quel territorio il 27 maggio 1997». In altre parole il ritiro della NATO da tutti i Paesi dell’ex Patto di Varsavia. Il trattato sarebbe entrato in vigore qualora fosse stato firmato da più della metà delle parti in causa (una spiegazione dettagliata delle due bozze è contenuta in “La guerra tra Russia e Ucraina” 2024, edizioni Ares). In pratica si chiedeva una resa senza condizioni: tale linea è stata perseguita dalla Russia senza tentennamenti.

A questo punto è necessario compiere un’operazione che ben pochi fanno in Italia: dare voce alla propaganda russa che tutti sappiamo essere sguaiata e massimalista ma che da molti anni forma e disinforma il popolo russo in ossequio alle direttive del Cremlino. Il canale youtube “Russian media monitor” svolge un ruolo esemplare su questo punto. Possiamo riprendere solo alcuni dei contenuti trasmessi dalla televisione russa nel giro di pochi giorni.

Il 22 ottobre (le date sono quelle della pubblicazione dei video in youtube) il politologo Sergey Mikheyev ha detto che l’acquisizione del Donbass non porterà sicurezza alla Russia fino a quando esisterà il popolo ucraino. «A meno che non installiamo un popolo completamente diverso, vi sarà sempre un pericolo ricorrente. Neppure una zona cuscinetto risolverà questo problema perché con i moderni mezzi di distruzione una zona cuscinetto funzionerà solo se sarà estesa all’Ungheria». Il 24 ottobre il noto propagandista Vladimir Solovyov, di fronte alle nuove sanzioni secondarie varate da Trump, ha chiesto che ordigni nucleari tattici vengano consegnate alle truppe al fronte e si proceda al loro uso su una serie di obbiettivi senza preavviso. «Dobbiamo smetterla di avere pietà di loro (gli occidentali). Il tempo degli scherzi è finito. Devono avere paura di noi». 

L’ipotesi è stata reiterata dall’analista militare Mikhail Khodaryonok che ha dettagliato pubblicamente le modalità di attacco all’Occidente. «Prima di tutto il fattore sorpresa. In secondo luogo l’uso massiccio di tali armi e per un periodo di tempo esteso. Questo è il solo modo per raggiungere obiettivi a livello strategico e operativo. La preparazione va fatta in segreto e l’attacco deve essere inaspettato». Nel caso venissero fornite armi a lungo raggio all’Ucraina la risposta sarebbe schiacciante con un attacco missilistico contro le fabbriche di armamenti dell’Europa occidentale. Per essere sicuri che non vi sia una replica Khodaryonok ha suggerito una serie di attacchi nucleari dimostrativi su certe aree marittime per dimostrare la totale risolutezza russa. Se nemmeno questo dovesse avere l’effetto desiderato si dovrebbe procedere ad attacchi nucleari sul territorio ucraino.

Infine il 27 ottobre scorso tale posizione è stata confermata da Sergey Karaganov (in foto), capo del Consiglio di politica estera e di difesa russo. Riferendosi agli americani ha detto «abbiamo a che fare con gente senza onore, coscienza o discernimento. Perciò le speranze che si potesse arrivare a un accordo con Trump erano effimere… Ora è chiaro che dobbiamo procedere con tattiche e strategie completamente differenti che consistano nell’instillare orrore e timore di Dio negli alleati europei degli Stati Uniti … la nostra carta principale è quella nucleare e dobbiamo innalzare l’escalation con calma e velocemente … dobbiamo spiegare ai nostri partners che se le cose vanno avanti così dobbiamo punire preventivamente i nostri vicini europei con armi non nucleari e, in caso di reazione, con armi nucleari».

Karaganov esprime un pensiero che si commenta da solo. «Capisco che questa sia una risposta difficile ma questa è la sola possibile risposta per evitare una guerra mondiale che provenga dall’Europa» (sic!). Continuando la sua esposizione Karaganov ammette, implicitamente, le crescenti difficoltà russe nel proseguire «una guerra lunga e senza senso che esaurirebbe la Russia». Karaganov sa bene di condurre una guerra informativa e lo esplicita con grande chiarezza. «Il campo di battaglia più decisivo non è quello dove si combatte ma è restaurare il sentimento di autoconservazione e di timore di Dio nelle elites occidentali. Dobbiamo sentire la nostra responsabilità di fronte all’umanità. Se non vinciamo questa guerra ora e non smettiamo di scivolare verso la Terza guerra mondiale (sic!) … non adempieremo al nostro ruolo di salvatori dell’umanità». Sempre secondo Karaganov i leaders europei  hanno perso il timor di Dio e bisogna riportare in loro il timore animale della morte. In tal modo - dice il politologo - salveremo loro e salveremo il mondo. Questa è la nostra missione storica».

Ignorare la propaganda russa e la volontà del Cremlino di giungere ai propri obiettivi senza alcuna restrizione sull’uso della forza può portare un’Europa sonnambula a due brutte sorprese: la prima è di non accorgersi di essere odiata e minacciata quotidianamente; la seconda, derivante dalla prima, è quella di cedere per paura, non appena resasi conto della minaccia, al ricatto brutale della forza senza esperire il doppio binario della diplomazia e della deterrenza, come fecero i governi europei negli anni Ottanta.