Sui francobolli vaticani c'è Lutero ma non Lepanto
Strane scelte e omissioni della Filatelia Vaticana che ricorda persino Charlie Chaplin e la Riforma protestante, ma passa sotto silenzio il 450° anniversario (nel 2021) della battaglia di Lepanto, che segnò la fine della minaccia islamica in Europa, e (nel 2022) della morte di papa san Pio V: un pontefice santo e coraggioso, forse troppo lontano dagli attuali "standard".
Come ogni Stato indipendente, il Vaticano emette i suoi propri francobolli – circa 15-20 ogni anno – e tramite la Direzione dell’Economia del Governatorato vende a una clientela internazionale una selezione dei suoi prodotti filatelici e numismatici: francobolli e monete della Città del Vaticano sono infatti molto ricercati dai collezionisti in tutto il mondo. La scelta dei temi è prevalentemente dedicata all'ambito religioso, essendo sede del Papato e centro del mondo cattolico. Ma non esclusivamente.
I temi più consueti includono l’anno del pontificato, i viaggi papali dell’anno precedente, le solennità di Natale e Pasqua, vari anniversari di nascita e morte di santi, papi, e personaggi laici ben noti, o eventi come i congressi eucaristici, gli Incontri Mondiali delle Famiglie o le Giornate Mondiali della Gioventù. Nel 2021 sono stati emessi francobolli per il 90° anniversario della fondazione di Radio Vaticana ed il 160° de L’Osservatore Romano. Ma sono stati commemorati anche i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e il 450° anniversario della nascita di Caravaggio.
Sin dall’inizio del pontificato di Francesco si segnalano particolarità riguardo alle scelte... e alle omissioni. Papa Francesco ne sarà senza dubbio al corrente, in quanto capo di Stato. In particolare una strana assenza si è fatta notare sia l’anno scorso che quest’anno. Nel 2021 non è stato emesso nessun francobollo per commemorare il 450° anniversario di una delle più grandi battaglie navali nella storia del Mediterraneo e forse anche nella storia del mondo: la battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 che ha salvato il cristianesimo in Europa con la sconfitta dell’impero ottomano. Migliaia di uomini a bordo di imbarcazioni ben armate, furono mobilitati da papa Pio V (Michele Ghisleri). I combattenti erano inviati non solo dal Vaticano, ma anche dalla “Serenissima” (la Repubblica di Venezia), dal re Filippo II di Spagna, e da altri ancora. Combatterono il nemico fino alla vittoria, gloriosa ma sanguinosa, che costò migliaia di vite. Così Pio V pose fine alla minaccia musulmana in Europa.
Niente francobollo (né moneta commemorativa) per ricordare questa grandissima vittoria in difesa della Chiesa. E neanche per Pio V che, nel suo breve regno durato soli sei anni, stabilì che i sacerdoti dovessero formarsi adeguatamente nei seminari, dispose la revisione del Messale, diede impulso al catechismo per rafforzare la fede degli uomini, ed ebbe il coraggio di scomunicare la regina Elisabetta I dl’Inghilterra, in conseguenza della rottura definitiva con Roma. Pio V morì nel 1572, ma quest’anno non si è visto nemmeno un ricordo filatelico per un papa (e santo) tra i più grandi della storia. Per esempio, nel 2018 sono stati emessi francobolli per il 40° anniversario della morte di Paolo VI e di Giovanni Paolo I. Nel 2017 è stato ricordato il 350° anniversario della morte di papa Alessandro VII e nel 2016 il settimo centenario della morte di papa Innocenzo III.
Se Lepanto è stata ignorata, nel 2017 è stato emesso un francobollo vaticano per commemorare…il quinto centenario della Riforma protestante! Questo francobollo presentava un crocefisso affiancato da Martin Lutero, con in mano la Bibbia, e da Filippo Melantone, un teologo e forte sostenitore di Lutero, che tiene in mano Confessio Augustana, il primo “manuale” del protestantesimo. Nel 2014, il Vaticano aveva celebrato con francobollo il 125° anniversario della nascita di Charlie Chaplin, che non era nemmeno un cattolico. Perché prestare omaggio filatelico a Martin Lutero e Charlie Chaplin e non a Michele Ghisleri, Papa Pio V, dichiarato santo nel 1712?