Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
DOPO I SINODI

Sui divorziati "risposati" continua la bagarre

Il cardinale Kasper si fa scudo del Papa per giustificare la comunione ai divorziati "risposati", ma il professor Kampowski (Istituto Giovanni Paolo II) dimostra invece che una tale possibilità non è giustificata dall'Amoris Laetitia.
- Qualcuno ha il numero del card. Schonborn?, di F. Agnoli

Ecclesia 26_04_2016
Comunione

In un'intervista a un quotidiano tedesco il cardinale Kasper si fa scudo del Papa per giustificare l'accesso dei divorziati "risposati" all'Eucaristia, ma l'analisi del professor Kampowski, dell'Istituto Giovanni Paolo II, dimostra invece che una tale possibilità non può essere giustificata dall'esortazione Amoris Laetitia. Sono solo due esempi di un dibattito che coinvolge vescovi e laici di tutto il mondo, ma che sembra destinato a non avere soluzione. A meno che arrivi una parola risolutrice dal Papa stesso. Cosa che infatti qualche vescovo comincia a chiedere, sotto forma di "interpretazione autentica" di Amoris laetitia (clicca qui). Nel frattempo, vale la pena seguire ciò che la Chiesa ha sempre insegnato riguardo a fedeltà coniugale e indissolubilità e che trova una sua sintesi nella formula che si recita per il sacramento del matrimonio: «Prometto di esserti fedele sempre...»

KASPER: DIVORZIATI "RISPOSATI", IL PAPA HA APERTO LA PORTA
di Lorenzo Bertocchi

L’intenzione del Papa è «quella di non conservare tutto come è stato fino ad ora». Così si è espresso il cardinale Walter Kasper in un'intervista a un quotidiano tedesco, a proposito del piano di riforma che avrebbe in mente Papa Francesco per la Chiesa Cattolica e in particolare con riferimento all'accesso all'Eucaristia dei divorziati "risposati".

AMORIS LAETITIA NON GIUSTIFICA FUGHE IN AVANTI
di Stephan Kampowski

Una lettura attenta e senza pregiudizi ideologici dell'esortazione post-sinodale fa emergere che il vero centro del documento è la valorizzazione della famiglia. E sulla comunione ai divorziati risposati il Papa non prende posizione, per cui non può non restare in vigore la prassi precedente.