Stepchild sì, ma che i genitori siano aperti agli etero
Il Tribunale dei minori di Venezia concede la stepchild adoption ad una coppia lesbica, ma chiede che permetta ai figli di frequentare persone etero.
Il Tribunale dei minori di Venezia riconosce la stepchild adoption ad una donna compagna di un’altra che avuto due gemelli con la fecondazione artificiale. E fin qui, ahinoi, nessuna novità. Il giudice però aggiunge che le donne «dovranno avere un atteggiamento aperto verso la loro (dei bambini, ndr ) identità di genere per permettere loro uno sviluppo adeguato e l’opportunità di relazionarsi con persone a orientamento non omosessuale». Stessa postilla era stata aggiunta in un caso analogo del 2017 dal medesimo tribunale.
I media hanno tradotto questa indicazione del tribunale come obbligo che i figli frequentino persone omosessuali. Ma così non è. Il dovere infatti riguarda l’atteggiamento aperto verso le figlie le quali se non vorranno frequentare persone etero (tra l’altro cosa impossibile visto che le persone eterosessuali sono il 98% della popolazione) potranno benissimo farlo.
Sempre i soliti giornali dichiarano che il tribunale in questa postilla si è dimostrato oscurantista e retrogrado. In realtà il tribunale ha semplicemente detto: non costringete queste due bambine a diventare omosessuali. Dopo una decisione così giuridicamente e moralmente censurabile che concede la stepchil adoption, imporre anche l’omosessualità alle due bimbe sarebbe stato il trionfo dell’iniquità.