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IL FESTIVAL DEL GIORNALISMO

Stampa militante, ci risiamo contro la famiglia

Al Festival del Giornalismo di Perugia è previsto un incontro dal titolo Ritorno al passato: l’attacco globale alle donne, ai diritti, alle conquiste sociali. Preso di mira ancora il Congresso di Verona con la solita retorica anticattolica e anti famiglia. In cattedra anche "campioni" del calibro di Michela Murgia e Luxuria. 

Attualità 04_04_2019

Pensavate che – concluso l’evento  - la stampa mainstream avesse finito di attaccare il Congresso di Verona trattandolo come fosse un covo di propaganda di idee criminali? Pensavate che ci saremmo potuti lasciare il Medioevo – nella sua nuova accezione di insulto – alle spalle? E invece no, perché venerdì 5 aprile al Festival del Giornalismo di Perugia è previsto un incontro dal titolo «ritorno al passato: l’attacco globale alle donne, ai diritti, alle conquiste sociali».

Per capire di che cosa si discuterà andiamo a leggere direttamente dal sito della tre giorni: «Dal disegno di legge Pillon e i pericoli per donne e minori in situazioni di violenza, agli attacchi alla legge 194 sull’aborto con le mozioni “pro-life” presentate nei consigli comunali di diverse città d’Italia, fino al World Congress of Families a Verona: dietro l’ombrello della “difesa della vita” e della “famiglia tradizionale” si nasconde il tentativo da parte di movimenti di estrema destra e ultra-cattolici di riportare indietro le lancette dell’orologio e cancellare libertà individuali e conquiste sociali. Nel frattempo, il corpo delle donne diventa campo di battaglia delle politiche repressive e strumento per discorsi razzisti, islamofobi, omofobi e sessisti. I nostri diritti sono in pericolo? Come rispondere a questo attacco?».

Le relatrici saranno la scrittrice Michela Murgia, Giulia Sivieri che nel sito viene presentata così: «Femminista, si è formata con il pensiero della differenza sessuale e la comunità filosofica di Diotima. È attiva, fin dalla sua nascita, in Non Una di Meno» e Claudia Torrisi, giornalista free lance che su Verona ha scritto: «Il World Congress of Families utilizza “questa ‘retorica ‘pro-famiglia’” per “promuovere nuove leggi che giustificano la criminalizzazione delle persone Lgbti e dell’aborto, scatenando effettivamente in giro per il mondo una valanga di legislazioni anti aborto e anti-Lgbti, persecuzioni e violenze che alla fine danneggiano – e cercano di smantellare – tutte le ‘famiglie non tradizionali’”». In effetti abbiamo il mondo seppellito sotto una valanga di legislazioni anti aborto, anti lgbt e persecuzioni di tutte le famiglie “non tradizionali”, come la polizia schierata per difendere i congressisti a Verona ha dimostrato.

Ma a Perugia si parlerà anche di «transessualità spiegata ai bambini» e con chi se non con Vladimiro Guadagno, meglio noto come Luxuria. Ecco cosa si legge sempre sul sito del Festival del Giornalismo: «Dopo le polemiche per la sua partecipazione nel programma di Rai3 Alla lavagna, in cui spiegava a una classe di bambini le difficoltà che incontrano oggi le persone transessuali nella vita quotidiana, Vladimir Luxuria debutta al festival del giornalismo e si racconta a 360 gradi. Dalle differenze tra orientamento sessuale e identità di genere - l'abc del riconoscimento dei diritti civili - alle battaglie per l'uguaglianza e la libertà delle future generazioni, l'artista ed ex parlamentare si racconta a Pasquale Quaranta: il discorso destinato ai più "piccoli" diventa così una "lezione" di democrazia per i giornalisti chiamati a una rappresentazione corretta di questa realtà nel superiore interesse dei lettori a ricevere un'informazione corretta sui temi lgbt». Dunque, invece di segnalare la presenza di Luxuria in un programma in cui si parlava di transessualità a dei minori come una violazione della deontologia professionale da parte del servizio pubblico, Guadagno lo si fa salire in cattedra anche al Festival del Giornalismo, e lo si lascia parlare di “rappresentazione corretta della realtà”, un uomo che – negando la realtà – vuole che gli si rivolga al femminile. 

Ma d’altra parte il quotidiano La Verità aveva già smascherano la tre giorni evidenziando come nel programma ci fosse addirittura un incontro dal titolo: «Come farsi finanziare dalle più importanti fondazioni al mondo», questa la descrizione: «In che modo alcune delle fondazioni più importanti al mondo che si occupano di supportare i media e il giornalismo decidono chi o cosa finanziare? Cosa cercano veramente? Quali idee le entusiasmano e quali non le convincono? Perché dicono di no alla tua proposta?». Tra i relatori Sue Valentine di Open Society del magnate Soros e Miguel Castro, che oggi lavora per la fondazione di Bill Gates ma è stato project manager a sua volta della Open Society di Soros. Che dire?  A questo punto fa sorridere che siano arrivati ad intitolare uno degli incontri in programma «Come nasce una teoria del complotto e come contrastarla», ormai i complotti non hanno più bisogno di essere smascherati, avvengono alla luce del sole. Ma l’Ordine non ha niente da dire?