BATTAGLIE MEDIATICHE
Spot pro-eutanasia, su Rai3 un salto di qualità
C'è una chiara regia che punta a sfruttare ogni spazio per creare una cultura favorevole alla "dolce morte".
Attualità
21_12_2010
C'è poco di che stupirsi per il fatto che i Radicali siano riusciti a mandare in onda, su Rai 3, lo spot pro-eutanasia curato da Exit International. Ci provavano da tempo, e alla fine ce l'hanno fatta.
Ricordiamo che non appena questa pubblicità, già bloccata dall'Authority della televisione australiana per il suo nefasto contenuto, fu portata nel nostro Paese ben tre reti italiane - ? Telelombardia, Antenna 3 e Milano - si dichiarano «pronte a trasmetterlo» (Corriere della Sera, 10/11/2010). Quello accaduto durante la trasmissione "Dieci minuti di...programmi dell'accesso" di Rai 3, dunque, è solo l'epilogo di un tentativo partito da lontano, di una battaglia studiata a tavolino.
Una conferma di questa regia eutanasica viene da quanto accaduto a metà ottobre scorso: dopo che l'attore Michael Caine, due volte premio Oscar, ha dichiarato di aver aiutato il padre a morire, Carlo Troilo, dell'associazione Luca Coscioni, ha preso penna e calamaio per dire che mentre anni fa riteneva più «realistico rinviare a tempi migliori il discorso sull'eutanasia e puntare ad introdurre nella nostra legislazione il testamento biologico» (L'Unità, 13/10/2010), oggi ha cambiato idea.
Detto, fatto. La dolce morte è diventata in breve tempo, complice l'aiuto di giornalisti compiacenti, la vera protagonista di parte dei mezzi di comunicazione italiani. Ne ha parlato davanti a milioni di telespettatori - non si è capito bene a che titolo - Roberto Saviano. E, sempre su Rai 3, guarda caso pochi giorni dopo il suicidio di Mario Monicelli - salutato con macabro entusiasmo - è stata mandata in onda la pellicola Million dollar baby, che presenta l'eutanasia come una scelta umanamente possibile.
Non ci vuole un indovino per capire che si sta facendo di tutto, a livello mediatico e non solo, per convincere gli italiani che la dolce morte sia un gesto di umanità. Che andrebbe il più possibile incoraggiato, come ha spiegato lo scrittore britannico Martin Amis dicendo che «dovrebbe esserci una cabina a ogni angolo di strada, dove se hai l'età giusta puoi prenderti un Martini e la pastiglia della buona morte» (Corriere della Sera, 25/1/2010). Affermazioni deliranti, ma siamo evidentemente entrati nella fase cruciale di una battaglia che ci impegnerà nei prossimi mesi.