Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LA LEGGE DELLA MEMORIA

Spagna totalitaria, cancella il franchismo e caccia i monaci

Il governo dà il via alla Legge della Memoria storica, che - con toni orwelliani - istituisce la «pedagogia democratica» adattando la storia all'ideologia antifranchista. Un attacco al cristianesimo, con la cacciata dei monaci dal santuario-mausoleo e la riduzione del tempio a cimitero civile. «Barbarie, i vescovi intervengano», la denuncia alla Bussola dell'Osservatorio per la libertà religiosa. 

Libertà religiosa 23_09_2020 Español

Il dado è tratto e ora per il santuario-mausoleo del Valle de los caidos di Madrid, il destino è davvero in mano ad una partita a scacchi che la Chiesa non può sottrarsi dal combattere. L’avversario è deciso ad andare avanti: un governo laicista e anticlericale che ha in odio la fede cattolica al punto da cancellarne ogni simbolo.

Sul progetto di legge del governo spagnolo, una promessa elettorale condivisa dal premier Sanchez al 100% col socio di governo Pablo Iglesias, sono i vescovi che devono intervenire e con loro il Vaticano e non solo perché la Basilica è pontificia, ma anche per l’altissimo valore simbolico del luogo.

Che anzitutto non è la celebrazione del franchismo, ma un luogo di riconciliazione dove tutte le vittime della guerra civile sono appaiate e “livellate” – direbbe Totò – in un unico memoriale.

Eppure, il destino del santuario è parte integrante della nuova legge sulla memoria storica che revisiona quella precedente di Zapatero e – se possibile – inasprisce ancora di più i conti con la storia. Riscrivendola letteralmente, esattamente come il Ministero della verità in 1984 faceva fare al dipartimento dei registri dove modificare, emendare o cancellare notizie già uscite ma sgradite al Grande Fratello e così poter raccontare un’altra storia.

Qui c’è molto di più della profetica fantasia orwelliana. C’è un sistematico odio anzitutto della Spagna verso il suo passato. «Chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro», riecheggiano nitidamente i moniti del Socing, semplicemente “Il Partito”, nel capolavoro di Orwell.

E a Madrid si fa uguale: la nuova legge sulla memoria storica di fatto mette fuori legge il franchismo e ogni sua derivazione culturale. Dopo il via libera dell’esecutivo, la legge dovrà passare dal Consiglio di Stato. Intanto la legge e i suoi 66 articoli potrebbero entrare in vigore entro i primi sei mesi del 2021.

La nuova riforma inserisce misure degne dei migliori sistemi totalitari: anzitutto una vera e propria pedagogia antifranchista che dovrà cambiare i libri di storia così come richiesto insistentemente dai delegati dell’Onu. La Fondazione che porta oggi il nome di Franco, che prima che dittatore fu il vero pacificatore di una Spagna insanguinata dove la gente moriva per la propria fede, subirà molti ridimensionamenti, dopo la perdita dei contributi pubblici. Fare apologia pubblica del franchismo potrà costare anche fino a 10mila euro di multa mentre una procura speciale del tribunale sarà incaricata di ricercare i combattenti repubblicani dichiarati desaparecidos.

Previste anche misure per annullare le sentenze di condanna emesse dai tribunali franchisti mentre verranno messe all’indice quelle imprese che – 70 anni dopo – utilizzarono come lavoro forzato i detenuti. E proprio sui lavori forzati dei detenuti per la costruzione del valle, non si dice mai che il programma di lavori consentiva uno sconto di pena che i detenuti che si erano macchiati di delitti gravissimi durante la guerra civile accettavano ben volentieri per ottenere condizioni carcerarie più miti e la fine della detenzione. E molti di loro, anche dopo aver scontato la condanna, restarono volontariamente al mausoleo per terminarne la costruzione. 

Ma il punto più critico sarà proprio il destino dei monaci Benedettini e il futuro del santuario-mausoleo. Il monumento subirà una imponente opera di “risignificazione”: dovrà perdere le due caratteristiche che attualmente ha, quella di luogo sacro e di sacrario cimiteriale di tutte le vittime. 33.800 vittime, ma il Valle dovrà diventare un luogo di “memoria e pedagogia democratica”. È questa la terrificante dicitura, degna del peggior maoismo della novalingua imperante.

I Benedettini saranno cacciati perché la loro presenza – ha detto la vicepremier Carmen Calvo - «è incompatibile con il nostro obiettivo». Senza Benedettini (che dipendono dall'abbazia francese di Solesmes) e senza più la caratteristica di luogo di culto, non resterà che la grande croce che sovrasta il mausoleo, e forse neanche quella, anche se al momento il governo ha specificato che il tema non è sul tavolo.

Dopo l’annuncio del governo in Spagna le proteste non mancano. Anche da parte cattolica, dove si sta iniziando a riconoscere che quello della Legge della memoria storica è un problema enorme di cristianofobia. Così alla Bussola Maria Garcia, presidente dell’Osservatorio sulla libertà religiosa in Spagna: «Con questa legge il governo dimentica che durante la guerra civile ci sono state due fazioni contrapposte e moltissime persone sono morte martiri per la loro fede – spiega -. Anche loro devono essere ricordate e riconosciute. Bisogna avere il coraggio di affermare che dal ’36 al ’29 in Spagna ha avuto luogo una delle persecuzioni religiose più cruenti del XX secolo».

Garcia ha così fatto un appello anche alla Chiesa: «L’idea di convertire el valle in un cimitero civile è un’autentica barbarie. È un attacco anche ai monaci benedettini che hanno in custodia la basilica. La conferenza episcopale spagnola deve difendere questa chiesa cattolica».

Al momento i vescovi spagnoli si sono limitati a un profilo basso. Alcuni vescovi sono intervenuti in forma isolata, ma senza suscitare troppo clamore.

È il caso di Carlos Osoro, arcivescovo di Madrid che ha chiesto che il Valle continui ad essere un «luogo dove recuperare la fraternità, la riconciliazione e la pace». Anche il presidente della CEE, la Conferenza Episcopale Spagnola, Juan José Omella, nel corso di un programma radiofonico, ha detto che questo «argomento non preoccupa ora gli spagnoli, i quali sono preoccupati di dover uscire dalla pandemia e conservare il proprio lavoro» e che «i benedettini – per quanto possano aver anche sbagliato, sono lì per pregare e fare del bene», ha ribadito avanzando anche dubbi sul buon esito dell’operazione dal punto di vista legale.

Il governo infatti, secondo diversi giuristi, non avrebbe alcuna autorità per desacralizzare il Valle de los Caìdos dato che il governo dovrebbe prima di tutto far cessare la Fondazione della Santa Croce del Valle e poi, qualora riuscisse a far sloggiare i benedettini, non riuscirebbe nel suo intento di renderlo un luogo profano. Il complesso infatti – secondo l’avvocato Luis Felipe Utrera-Molina, legale della famiglia Franco – resterebbe una Chiesa e passerebbe sotto il controllo dell’Arcidiocesi diocesi di Madrid. Ecco perché, da ultimo, il pronunciamento spetta al Vaticano e il braccio di ferro è destinato a spostarsi a Roma

Cedere, significherebbe ancora una volta mettere in secondo piano il diritto della Chiesa di esercitare la sua azione evangelizzatrice che si attua ancora sotto la grandisisma croce. Solo il priore del convento, il combattivo padre Santiago Cantera, non più tardi del 14 settembre scorso, nel corso della Messa per l'Esaltazione della Santa Croce, ha guardato la grande croce e ha invitato i confratelli a soffrire: «Se ci tocca soffrire l'umiliazione e il disprezzo, facciamolo lieti imitando Cristo umiliato e disprezzato: affronteremo con uno sguardo soprannaturale le avversità e l'incertezza, guardando proprio la croce di Cristo».