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IL CASO

Spagna, la "guerra civile" dell'episcopato

Una "nuova inquisizione" contro alcuni vescovi che "danno fastidio" per la loro fedeltà al Magistero. È quanto denuncia una testata spagnola che punta l'indice contro un gruppetto di vescovi spagnoli spalleggiati da due cardinali ispanici e alcuni giornalisti esperti di affari religiosi.
- TRANSGENDER DAL PAPA, UN VESCOVO SPIEGAdi Lorenzo Bertocchi

 

Ecclesia 02_02_2015
Due vescovi nel mirino: Demetrio Fernandez e Juan Antonio Reig Pla

Nei giorni scorsi il sito spagnolo Infovaticana (www.infovaticana.com) ha pubblicato indiscrezioni inquietanti secondo cui sarebbe in corso in Spagna una vera e propria campagna orchestrata da alcuni membri della gerarchia ecclesiastica - con l'appoggio di alcuni giornalisti religiosi prezzolati e due cardinali di lingua spagnola - contro alcuni vescovi la cui vera colpa sarebbe quella di essere fedeli al Magistero della Chiesa. L'obiettivo sarebbe quello di spingerli a una rinuncia anticipata, così da poter liberare diocesi importanti a favore di elementi "progressisti". La notizia peraltro trova riscontro in brutali campagne denigratorie contro i vescovi in questione, a cominciare da monsignor Francisco Javier Martínez, arcivescovo di Granada. Per capire i contorni di questa vicenda abbiamo chiesto spiegazioni al direttore di Infovaticana, Gabriel Ariza.

Attualmente la Spagna può contare su circa settanta vescovi, un terzo dei quali presenterà la propria rinuncia prima del 2020 e quasi l’80% lo farà nei prossimi dieci anni. Alla luce di questi dati possiamo essere certi che si avvicina il tempo di un’autentica rivoluzione all’interno dell’Episcopato spagnolo. Verso dove si dirige il collegio episcopale della Chiesa in Spagna?

Purtroppo la tanto estesa radicalizzazione delle posizioni dentro la Chiesa Cattolica non è estranea alle curie, e accade che, secondo quanto ha pubblicato questa settimana Infovaticana, un gruppo ridotto di importanti vescovi, con l’appoggio di due cardinali di lingua spagnola, ha definito ciò che considerano debba essere il collegio episcopale spagnolo, nel quale, a giudizio di questa ‘lobby’, esistono alcuni vescovi che “danno fastidio”. 

Per capire a quale tipo di vescovi ci si riferisce basti pensare a un esempio molto recente: la scorsa settimana ha avuto grande rilievo in Spagna la visita che ha fatto a Papa Francesco una coppia spagnola formata da due donne, una delle quali “transessuale”, visita di cui con certezza il vescovo di Plasencia si è fatto carico, hotel ed aereo inclusi. Il giorno in cui si è diffusa la notizia e di fronte alla confusione creata dai mezzi di comunicazione a motivo delle parole attribuite al Papa e dirette  alla coppia, la diocesi di Alcalá de Henares (guidata dal vescovo Juan Antonio Reig Pla) ha diffuso un comunicato stampa nel quale ricordava, attraverso testi del Magistero, qual è la dottrina cattolica riguardo la transessualità (per la ricostruzione della vicenda clicca qui). In un gesto in cui molti hanno riscoperto una Chiesa che agisce come maestra, oltre che madre, altri hanno voluto vedere una provocazione nei riguardi dello stesso Papa Francesco. 

Non è un caso che nel mirino di coloro che vogliono danneggiare la Chiesa Cattolica in Spagna, secondo quanto pubblicato da Infovaticana, si trova in testa a tutti proprio il vescovo di Alcalá de Henares, Juan Antonio Reig Pla, seguito dal suo buon amico Javier Martínez, arcivescovo di Granada, da Demetrio Fernández, vescovo di Córdoba, e da due vescovi baschi, Mario Iceta, di Bilbao, e José Ignacio Munilla, di San Sebastián (quest’ultimo molto legato a Radio Maria).

È inutile dire che tutti i vescovi hanno commesso degli errori, ma nel caso di questi vescovi questi errori, ingranditi, serviranno come pretesto per far cadere le loro teste; nel caso di Cordoba potrebbero utilizzare le relazioni dell’episcopato con una Fondazione vicina a una potente famiglia di Madrid o perfino recuperare una vecchia storia  di un gruppo di suore con la quale cercherebbero anche di coinvolgere un altro dei loro obiettivi: José Ignacio Munilla.

Questo gruppo si è posto come obiettivo quello di far fuori l’arcivescovo di Granada, e per fare ciò sta utilizzando uno scandalo di pedofilia nel quale l’arcivescovo non si è mosso tanto rapidamente quanto è possibile esigere da un pastore. È nota la brutale campagna persecutoria e denigratoria che alcuni media capeggiati da  Religión Digital, un noto sito mercenario del giornalismo d’informazione religiosa, hanno intrapreso negli ultimi mesi contro  l’arcivescovo di Granada, Francisco Javier Martínez: difficile prevedere come andrà a finire. L’unica cosa certa è che Papa Francesco pochi giorni fa lo ha ricevuto in Santa Marta, dove hanno concelebrato l’Eucaristia, fatto che molti hanno visto come un gesto di appoggio.

Fonti della Santa Sede non escludono però la sua rinuncia anticipata a norma del Canone 401.2 del Codice di Diritto Canonico (malattia o cause di forza maggiore), fatto che comporterebbe il secondo grande trionfo di questo gruppo di ecclesiastici, dopo aver ottenuto nello scorso mese di novembre la testa dell’arcivescovo di Zaragoza, Manuel Ureña , la cui lettera di rinuncia anticipata è stata dettata telefonicamente da Papa Francesco dopo una visita del cardinale Santos Abril nella Casa di Santa Marta.

- TRANSGENDER DAL PAPA, UN VESCOVO SPIEGA, di Lorenzo Bertocchi