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educazione

Smartphone vietato a scuola, da Valditara segnali alla società

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Dopo averlo vietato a Elementari e Medie, Valditara proibirà lo smartphone anche alle Supeiori. Perché ormai è chiaro che la dipendenza è fuori controllo e serve una disintossicazione. E questo è un segnale anche per la società. 

Editoriali 19_06_2025

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che con apposita disposizione dello scorso luglio 2024 aveva già vietato l’uso degli smartphone nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado,  ha emanato una nuova circolare con la quale, a partire dal prossimo anno scolastico, estende tale divieto alle scuole superiori.

L’esito confortante dell’esperienza fatta nelle scuole di grado inferiore («quest’anno è andata molto bene, le scuole hanno recepito questa nostra circolare e grande consenso da parte dei docenti, delle famiglie, ma anche sorprendentemente da parte degli studenti, perché un momento per disintossicarsi a loro fa molto bene»), unitamente ai dati allarmanti sul crescente fenomeno della dipendenza da smartphone, ha convinto il ministro a rompere gli indugi e intervenire anche sugli studenti più grandi, che evidentemente non sono affatto immuni dal rischio e dalle conseguenze di un uso smodato e dannoso di tali dispositivi. E’ convinzione fondata di Valditara che «dal punto di vista scolastico» il cellulare abbia «un impatto senz’altro negativo. Credo che la via più efficace sia quella di abituare i ragazzi a disintossicarsi, e a riportarli all’uso del libro, della carta e la penna».

Sono numerosi gli studi internazionali a supporto della decisione. L’OCSE, nel rapporto 2024 “From decline to revival: Policies to unlock human capital and productivity”, evidenzia gli effetti negativi dell’uso di smartphone e social media sul rendimento scolastico, collegando il fenomeno al calo dei punteggi PISA. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, da parte sua, ha documentato nel rapporto 2024 come l’uso problematico dei social media tra adolescenti abbia subito un «notevole incremento», con diffusione di fenomeni di dipendenza quali incapacità di controllo, sintomi da astinenza e trascuratezza di altre attività. L’Istituto Superiore di Sanità conferma che oltre il 25% degli adolescenti presenta un uso problematico dello smartphone, con conseguenze negative su sonno, concentrazione e relazioni sociali.

Il Ministro rincara poi la dose ricordando anche che ci sono «bambini che a 6 anni vanno sui siti pornografici. Impressionante anche il 38 per cento di ragazzi che soffre di disturbi del sonno causati dal cellulare. Dati rilevanti per quanto riguarda le competenze e il successo scolastico: addirittura il triplo delle bocciature o insuccesso scolastico per i ragazzi che fanno un uso smodato del cellulare».

Insomma, tutti i dati raccolti confermano che è necessaria una svolta, e la scuola deve fare la sua parte, anche se non basterà certamente a produrre una inversione di tendenza: a parte i dati sulle patologie conclamate, infatti, l’influenza di questi dispositivi coinvolge ormai la quasi totalità delle persone, giovani, adulti e anziani, e nessuno è immune dal rischio di dipendenza. Lo  smartphone non è solo un dispositivo fra i tanti che oggi sono a disposizione della società evoluta, ma lo strumento fondamentale ideato e promosso dai grandi centri di potere globale per il controllo delle popolazioni a diversi livelli, da quello commerciale a quello di orientamento del pensiero (etico, politico, religioso, etc…) . La sfida, dunque, è titanica e si mostra impari.

I cellulari sono diventati ormai come una vera e propria appendice fisica del corpo, una sorta di succursale del cervello e la sede delle chiavi virtuali che aprono “le porte” per svolgere molte attività quotidiane, e per questo diventa difficile separarsene. Nessun dispositivo aveva mai raggiunto un tale livello di trasformabilità, che si concretizza anche nella capacità di assimilare e persino orientare rapidamente i nostri valori personali, attraverso i sofisticati sistemi di tracciabilità.

Le giovani generazioni, certamente, sono le più esposte e indifese, poiché nate all’interno di questo sistema già consolidato, e il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola potrà – si spera - garantire la sopravvivenza di uno spazio di lavoro “libero” da questa presenza ingombrante; occorrerebbe, tuttavia, aprire a una riflessione più approfondita ed estesa sulle conseguenze e sulle prospettive relative all’uso di questi dispositivi, che nella loro rapidissima evoluzione tecnologica acquisiscono sempre di più la capacità di diventare parte “organica” del nostro stesso essere, con tutto ciò che ne consegue.

Il problema, dunque, non è solo scolastico, ma riguarda la vita della società intera – sempre più disastrata -  e la permanenza della possibilità di educare generazioni di persone davvero capaci di pensare, scegliere, operare in piena libertà e consapevolezza. La circolare del Ministro Valditara apre solo uno spiraglio su uno scenario ben più ampio, che somiglia sempre più a quelli descritti da alcuni romanzi distopici del secolo scorso. Bisogna correre ai ripari prima che sia troppo tardi.