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querelle infinita

Siro-malabaresi: nuovo arcivescovo, nuovo ultimatum

Una lettera di mons. Raphael Thattil ha fissato al 3 luglio il termine ultimo per adeguarsi. I preti ribelli dell'arcieparchia indiana saranno scomunicati.

Borgo Pio 11_06_2024
Wikimedia Commons - Author: Jpullokaran

Neanche l'uscita di scena del cardinale George Alencherry placa le tensioni interne alla Chiesa sui iuris siro-malabarese, sfociate – come abbiamo già riportato più volte – nel rifiuto di celebrare la cosiddetta "liturgia 50:50" (ovvero col parziale ripristino della celebrazione ad orientem) da parte della maggioranza dei preti dell'arcieparchia "madre" di Ernakulam.

La disputa infinita continua, costringendo il neo-arcivescovo maggiore a lanciare un ultimatum che scadrà il 3 luglio (data non casuale, essendo la festa di san Tommaso apostolo, cui risalgono le origini del cristianesimo in India). Mons. Raphael Thattil, alla guida dell'arcieparchia ribelle da gennaio, ha inviato una lettera circolare (di cui The Pillar offre alcuni stralci), comunicando che «i sacerdoti che non si attengono a questa nostra ultima istruzione e che celebrano la Santa Eucaristia dopo il 3 luglio in modo diverso dalla liturgia uniforme saranno considerati fuori dalla comunione della Chiesa cattolica». 

Essendo scomunicati, «questi sacerdoti saranno esclusi dal ministero sacerdotale nella Chiesa cattolica dal 4 luglio 2024», con conseguenze anche sui fedeli cui amministreranno i sacramenti. In particolare, «i matrimoni celebrati da sacerdoti ai quali la Chiesa vieta di svolgere servizi sacerdotali saranno nulli», dal momento che per la validità (oltre che per la liceità) dei matrimoni è necessaria anche la giurisdizione, che questi sacerdoti perderebbero in caso di rifiuto.

Le reazioni? Il portavoce della protesta ha già dichiarato che non accetteranno di obbedire. E la lettera di mons. Thattil è stata data alle fiamme.