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Sinodo, gesuiti in campo per una Chiesa "gay-friendly"

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La Curia Generale della Compagnia di Gesù ospita un incontro a tema LGBT rivolto ai padri sinodali. Intanto la religiosa-attivista suor Gramick va a perorare la causa direttamente dal Papa. L'accoglienza è solo un pretesto per sdoganare l'ideologia.

Ecclesia 16_10_2024

L’ala più progressista dei gesuiti statunitensi si distingue per la sua battaglia a favore di una Chiesa più accogliente per i cattolici omosessuali e per coloro che si identificano nella comunità e nella cultura LGBT. Come emanazione della loro rivista America Magazine è nato Outreach, un network per cattolici LGBT diretto dal giornalista e leader LGBT Michael J. O’Loughlin sotto la guida del più noto sacerdote gesuita James Martin, teologo e scrittore vicino a Francesco (che lo ha voluto in Vaticano come consultore del Dicastero per la Comunicazione).

In occasione del Sinodo sulla sinodalità America e Outreach hanno organizzato un incontro a Roma dedicato alla pastorale LGBT, al fine di sensibilizzare i padri sinodali e l’opinione pubblica su questo argomento. L’evento – che si aggiunge ai numerosi incontri che in questi giorni si moltiplicano a Roma e in Vaticano a corredo delle riunioni ufficiali del Sinodo – è stato ospitato dalla Curia Generale dei Gesuiti, che si trova a pochi passi da piazza San Pietro. Prima dell’inizio delle relazioni il cardinale gesuita Stephen Chow Sau-yan, vescovo di Hong Kong ha aperto la conferenza con una preghiera chiedendo allo Spirito Santo che «la nostra ignoranza e i nostri pregiudizi possano dissolversi». A fare gli onori di casa padre Antoine Kerhuel, S.J., Segretario della Compagnia di Gesù.

Tra i relatori (riferisce Outreach) Christopher Vella, «presidente del gruppo cattolico LGBTQ Drachma con sede a Malta, cattolico bisessuale sposato con un altro uomo», Joanita Warry Ssenfuka, «una lesbica cattolica dell’Uganda», Obeney-Williams, «una lesbica sposata di Londra» e Juan Carlos Cruz, un «uomo gay cattolico, (…) e confidente di Papa Francesco». Tutti hanno chiesto un cambio di prospettiva che permetta alla Chiesa di diventare un luogo più accogliente per i cattolici LGBTQ, e di riconoscere il loro contributo all’interno della comunità ecclesiale.

Il fatto che l’evento si sia svolto a Roma, durante i lavori del Sinodo è molto significativo per gli organizzatori che mostrano così la loro intenzione di non rinunciare a influenzare i lavori sinodali nonostante la questione non sia all’ordine del giorno (se ne è discusso nella prima sessione del 2023 ma il tema è stato escluso dalla seconda sessione). E a dimostrazione di come la potente lobby – attiva all’interno della Chiesa cattolica e sostenuta dall'ala estremista dei gesuiti USA (e ora anche dalla stessa Curia Generale) – agisce per far pressione sui lavori sinodali c'è un singolare incontro avvenuto in Vaticano lo scorso 12 ottobre.

Così riferisce la notizia il sito New Ways Ministry, un'organizzazione cattolica nata negli Stati Uniti per promuove l'inclusione delle persone e della ideologia LGBT nella Chiesa: «Papa Francesco ha incontrato oggi un gruppo eterogeneo di transgender, intersessuali e collaboratori cattolici, tra cui un medico che fornisce assistenza per la transizione di genere. Il gruppo ha esortato Papa Francesco a superare l’approccio negativo della Chiesa nei confronti delle persone con diversità di genere e a incoraggiare i leader della Chiesa ad ascoltare più attentamente la vita e la fede delle persone LGBTQ+».

Una donna intersessuale e un ragazzo transgender hanno offerto al Papa la loro esperienza. L’incontro è durato circa 90 minuti (il triplo del tempo che Francesco ha dedicato al presidente ucraino Zelensky, durato 30 minuti) ed è stato organizzato da suor Jeannine Gramick, cofondatrice di New Ways Ministry. Scrittrice e oratrice, per anni dedita alla pastorale LGBT, suor Gramick è co-autrice del libro Anime gay (editori Riuniti) che è valso agli autori diversi richiami, prima da parte dell'arcivescovo di Washington, poi della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e infine dalla Congregazione per la Dottrina della Fede – allora guidata dal card. Joseph Ratzinger. Il richiamo era dovuto a problemi dottrinali, per aver «ripetutamente messo in discussione elementi centrali» dell'insegnamento della Chiesa sull'omosessualità con dichiarazioni «chiaramente incompatibili» con il magistero e con «la pienezza della morale cristiana». Nel 1999, dopo diversi tentativi di conciliazione e nel perdurare delle ambiguità e degli errori, la Congregazione risolse che le dichiarazioni della religiosa e del co-autore padre Robert Nugent erano «erronee e pericolose». E dunque veniva loro «vietata ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali».

Col passare del tempo e il cambio di guardia in Vaticano, suor Gramick è diventata ormai di casa a Roma, e in particolare a Casa Santa Marta dove è stata già accolta da Francesco in occasione della prima sessione del Sinodo, nell'ottobre del 2023.  Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della sua attività pastorale per omosessuali, il Pontefice le inviò una lettera per ringraziarla ed elogiare il suo lavoro pastorale «nello stile di Dio».

Si rafforza così, da più parti, una “resistenza” che promette battaglia, che ora assedia l’assise sinodale e che conta diversi sostenitori all’interno del Collegio cardinalizio (tra i quali il prossimo cardinale Timothy Radcliffe). Complice un atteggiamento ambiguo e possibilista da parte del Pontefice e del Vaticano che, in questi ultimi anni (tra interviste ad alta quota, dichiarazioni spontanee, battute, nomine, incarichi e persino documenti) hanno offerto enormi aspettative per una riscrittura (rivista e corretta) del Catechismo e una diversa valutazione morale dell’omosessualità da parte della Chiesa.

Sembra che a poco a poco la resistenza sarà quella di chi, rimanendo fedele all’insegnamento della Chiesa, si opporrà al completo rovesciamento della morale sessuale e al sovvertimento del Magistero. Bisognerà però vedere se questo non varrà l’accusa di peccato di “dottrina scagliata come una pietra” da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Al di là delle battaglie ideologiche e del sentimentalismo sarebbe piuttosto urgente rimettere al centro il bene della persona e la salvezza dell’anima. Manca infatti una parola forte e chiara – sicuramente scomoda e controcorrente – che incoraggi e aiuti a compiere il piano di Dio. In altre parole, tornare a parlare di peccato e di grazia. Non per escludere ma, al contrario, come un atto di carità cristiana. Come affermato dalla Nota firmata da Ratzinger nel 1999 «le persone che stanno combattendo con l’omosessualità hanno, non meno di altre, il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa da coloro che li seguono pastoralmente».



La deriva

Svizzera, spunta una lista di chiese per le “benedizioni gay”

L’organizzazione elvetica “Alleanza per l’uguaglianza cattolica” ha pubblicato una lista di parrocchie disponibili a “benedire” coppie irregolari e coppie omosessuali. Pochi i sacerdoti presenti in elenco, ma la deriva in stile Fiducia supplicans va avanti.

il libro

La diga rotta. Fiducia supplicans e la lobby arcobaleno

Un volume della TFP spiega come la controversa dichiarazione vaticana sulla benedizione alle coppie gay sia il punto di rottura dopo decenni di infiltrazioni omosessualiste volte a cambiare la prassi e la dottrina della Chiesa.

ermeneutica della contraddizione

Alla suora arcobaleno il Papa offre una risposta fluida

Suor Jeannine Gramick scrive al Pontefice: certe parole di Dignitas infinita turbano i suoi amici lgbt. Francesco la rassicura: la critica è solo all'ideologia del gender, perché "annulla le differenze", ma glissa sulla prassi – omosessuale e transessuale – che quella teoria ha generato.
- VIDEO: Ideologia gender, la bizzarra teoria del Papa

IL CASO

Torna Radcliffe, la Sinodalità è sempre più arcobaleno

25_01_2023 Riccardo Cascioli

A predicare gli esercizi spirituali ai padri sinodali il prossimo ottobre è stato chiamato padre Timothy Radcliffe, noto per le sue posizioni omosessualiste. È l'ennesimo tassello che spinge il Sinodo sulla Sinodalità verso la deriva LGBT.