Sicilia stereotipata? Meglio di quella di oggi
In vista del G7 di Taormina il Governo è stato accusato di aver voluto promuovere per l'evento un'immagine stereotipata dell'evento. Il solito cliché della donna affascinata dall'uomo con la coppola. Esattamente come il cliché delle critiche politicamente corrette. La Sicilia del folklore non esiste più? Il guaio è che non ce n’è un’altra.
Il 26 e 27 maggio p.v. l’Italia ospiterà il G7 a Taormina. Ci saranno i grandi della terra, ci sarà perfino Trump. Ci saranno, sicuramente, anche i soliti tafferugli organizzati da anarchici, antagonisti&disobbedienti, blackbloc e compagnia brutta, che ormai fanno parte integrante del panorama. Anche il politicamente corretto fa ormai parte del panorama ed ha messo subito le mani avanti appigliandosi a una foto, una delle tante scelte dal governo italiano per illustrare ai Grandi Ospiti la splendida location siciliana.
La foto incriminata raffigura una vezzosa fanciulla mediterranea che, seminascondendosi dietro a un parasole di pizzo, finge di non far caso a un giovanotto che la scruta voglioso. Il giovanotto ha le bretelle, la coppola di traverso e la sigaretta spenta tra le labbra. Ha anche la camicia scura, forse nera, in ogni caso bruna, ed è strano che i politicamente corretti non se la siano presa proprio con essa. No, li ha indignati l’immagine «fuori luogo e datata, stereotipata e obsoleta» della Sicilia, una Sicilia da Padrino eccetera eccetera.
Si vede che non hanno mai visto uno spot pubblicitario di Dolce&Gabbana, ditta che proprio sullo stereotipo siculo campa alla grande da sempre. E pare che funzioni, sennò l’avrebbero cambiato da un pezzo. Ci si potrebbe chiedere in che cosa dovrebbe consistere la pubblicità per una località turistica che non sia «stereotipata e obsoleta». Ce lo vedete l’Egitto rinunciare alle piramidi e alla sfinge? E che cosa dovrebbe far vedere? L’Egitto moderno? Magari una centrale nucleare? La quale sarebbe atta ad attrarre il turista? Figurarsi. Sì, perché il turista che cosa va cercando, quando viaggia, se non lo stereotipo del bel tempo che fu? Va in Olanda per vedere le biciclette o i mulini a vento? E, a proposito di mulini, quanto ha contribuito al turismo senese il Mulino Bianco? Credete che la gente vada a Siena per visitare il caveau del Monte dei Paschi?
Fuor dai denti: quante sono le signorine nubili che vanno in Sicilia anche, perché no, con la speranza di trovare l’avventura: il giovanotto che le guardi di sottecchi e magari le corteggi come si faceva nel buon tempo antico? Insomma, in che cosa dovrebbe consistere una Sicilia meno «obsoleta» e «stereotipata»? Vogliamo mostrare la novità? Eccola: file sterminate di pale eoliche che deturpano il paesaggio e hanno già fatto indignare Sgarbi. Senza contare che le pale eoliche i tedeschi, per esempio, le hanno già a casa loro. Certo, Taormina è bella, bellissima, ma le cartoline ci sono già.
Il turista viaggia per trovare qualcosa di diverso da casa sua, fosse anche il folklore; anzi, proprio questo. Certo, esiste, ed è modernissima, anche la Sicilia dell’ArciGay, ma siamo sicuri che il turista medio (o la turista) sia più attratto dal sogno della Sicilia di una volta, con le sue donne vezzose e i suoi machos dallo sguardo assassino. E’ vero, questa Sicilia non esiste più, ma non si vede qual vantaggio ci sia nel farlo sapere a tutto il mondo. Turisti e turiste, affrettatevi, dunque, prima che la modernità e l’omologazione facciano scomparire del tutto la Sicilia del mito sicilians do it better. Meglio l’egalitarismo volgare del pub sotto casa vostra o un giovine ammodo che, guatandovi di sottecchi, lasci presagire un corteggiamento romantico e deliziosamente démodé, nell’Isola del Sole? Ma stiano tranquilli, i politicamente corretti: la Sicilia del folklore non esiste più. Il guaio è che non ce n’è un’altra.