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IL DIBATTITO

Sì, no, a patto che...i commenti dei lettori

Chi è entusiasta del Popolo della Famiglia, chi più prudente, chi decisamente contrario a questa iniziativa. E poi c'è chi pone delle condizioni e avanza proposte. I nostri lettori discutono sull'iniziativa e sulle critiche che La Nuova BQ ha portato.

Famiglia 08_03_2016
Il popolo del Family day

Dopo l'annuncio di Mario Adinolfi e Gianfranco Amato di dare vita ad un partito della famiglia a seguito dell'approvazione della legge Cirinnà, i lettori della Bussola si interrogano sull'opportunità della nuova formazione politica a difesa della famiglia. Ecco alcuni dei commenti arrivati in redazione o sulla nostra pagina Facebook. 


(Amato) Mi convince. Forse non si saranno mossi in modo perfetto....forse. Ma non è detto che abbiano sbagliato. Per scelte forti ci vuole un leader, massimo due, che prendano l'iniziativa e poi si sale sulla barca o si rimane a terra. Per incidere politicamente saranno utili anche le piazze, ma sono fondamentali gli Uomini che prendono le decisioni lassù. E per incominciare a metterceli si inizia dal basso con le amministrative. Non è difficile da capire.

Alessandro Columbano

 
Indubbiamente penso positivo, dato che non esiste più un movimento di opinioni di ispirazione cattolica, in quanto che finora si sono professati area cattolica, sono tutt'altra cosa . I cattolici hanno il dovere di partecipare alla vita politica e sociale del paese, promuovere politiche di sostegno alla famiglia tradizionale e, soprattutto politiche di sviluppo sociale a favore delle fasce deboli . Oggi assistiamo ad una politica che, pensata ai soli fini personali o di parte , la deriva morale , la corruzione ed il malaffare. Chi paga pegno sono sempre i deboli!
 
Stefano Dondi
 
 
Che i veri cattolici debbano entrare in politica è una cosa necessaria per arginare la deriva autoritaria che sta prendendo il sopravvento sul buon senso e sul rispetto di Dio e dei suoi comandamenti ! Poi sul come e il dove,  è un dibattito che è bene fare per non fare la stessa fine dei politici cattolici entrati in parlamento e che poi hanno fatto come Giuda rinnegando i valori fondamentali del cristianesimo!
 
Luciano Orsino
 
Ma ...non capisco... Con tutto quello che sta venendo avanti (eutanasia...) noi stiamo a trastullarci se fare un partitino? Quello che è necessario oggi è continuare a fare una lotta culturale per affermare nel mondo le ragioni del vivere umano.... il resto è protagonismo personalistico senza futuro (o forse una azione per raggrannelare un paio di poltrone)
 
Stefano S.
 
L'idea del partito tematico è pessima. La politica democristiana è il grande problema del laicato Cattolico. Ogni potenzialità, sicuramente più produttiva se in un contesto movimentistico, così farà la fine che si vuole faccia: si accomoderá su una sedia! Sono sempre più convinto che tanti riscoperti sostenitori dei Valori, siano degli autentici cavalli di Troia. Esattamente come quelli che ora gioiscono per il partito, e attaccano chi non è in linea. Stessi metodi del Pensiero debole che un minuto prima hanno contestato nella piazza del Circo Massimo.
 
Stefano Fiorito
 
 
Ma chi dovrebbero votare i cattolici alle prossime amministrative? O forse dovrebbero continuare a turarsi il naso e poi fare il lamento solito? Se c'è qualcosa di buono in questo progetto lo si vedra' strada facendo. Certo è che l'immobilismo ci sta facendo finire nel baratro per mano dei tanti Giuda che siedono nelle istituzioni.
 
Stefania Lanzi
  
 
La Nuova Bussola fa bene a parlare ed esporre le varie posizioni..però la polemica non aiuta! Trovo degradante le accuse verso Amato,visto che nessuno ha fatto più di lui fino ad ora,anzi! (gender etc.) Di Cattolici in parlamento non ce ne sono, ci sono apostati che a me e a tanti altri non ci rappresentano! Alle prossime votazioni i cattolici e i cristiani in generale, chi votano??? L'alternativa sarebbe non andare a votare! Il che non é positivo..Forse l'idea del partito non piace a tutti, ma i cattolici veri devono essere attivi anche in politica, perché ora più che mai ne abbiamo bisogno. Non dovete attaccare Amato! Lui ha solo preso atto che c'é questo bisogno,da tutte le parti di Italia stanno chiedendo la stessa cosa, qualcuno che ci rappresenti in parlamento, dal momento che i partiti che un tempo erano per la moralità e la famiglia, hanno svenduto i VALORI per le loro poltrone e per i loro stipendi e vitalizi più che d'oro...
 
Valentina Camini
 
 
Di queste cavolate estemporanee succhia denaro (del resto come quello che rimane di questi partiti ancora in attività) non se ne sente né se ne ha davvero necessità, ove le necessarie priorità sono per certo altre, che la classe dirigente si guarda attenta dal non affrontarle, anzi le nasconde e tacita.
 
Maurizio Malucello
 
 
Sono con Cascioli, l'ho detto da subito. Chi trama alle spalle degli amici e mette il cappello su un popolo non suo non merita fiducia.
 
Livio Podrecca
 
In teoria sarebbe un'iniziativa lodevole ma la maniera in cui la stanno organizzando non lascia ben sperare. Un partito non si può fondare dalla sera alla mattina e non si può affidare alle autocandidature, soprattutto se ha una forte impronta etica. Chi fonda un partito deve costruire una rete di sezioni locali e vigilare sugli iscritti e sui candidati. Tutti i partiti che si sono formati in fretta e furia prima delle elezioni sono spariti in pochi mesi, e i loro fondatori sono dovuti scappare con la coda tra le gambe
 
Antonella Ranalli
 
Non solo non mi convince affatto Amato. Ma addirittura per me è risibile come programma "la dottrina sociale della Chiesa". Come dire: serve un partito politico per realizzare un progetto morale. Detto questo, ci ha messi di fronte a un fatto improvviso (ma pre meditato), che non vorrebbe essere confessionale (col programma della dottrina sociale della Chiesa?). Infine, caro Amato, la corsa al Campidoglio non è la nostra corsa. Ma la vostra. Le nostre corse viaggiano fino ai paesi più sperduti dell' Italia, nelle scuole e nei circoli intellettuali dove si fa contro cultura o si tenta. Il Parlamento non è che un tentativo giuridico di dialogare col potere. Sul territorio, in trincea..per dirla tutta, restano i fanti senza nome. Vorreste globalizzare una diversità di identità in una unica ideologica Persona che è il popolo della famiglia. Dalla piazza non ci si deve muovere. È la piazza la nostra postazione, perché appartiene a chiunque. Anche a quelli che ancora non ci sono. Ormai la corsa al Campidoglio vi ha tolto lo sguardo universale. Ma resta che a formare il Circo Massimo sono stati 2 milioni di singoli venuti da ogni angolo della nazione. Roma non è Caput mundi. La verità lo è. E voi ne avete venduta metà a Cesare adottandone il linguaggio. Se prima eravamo osteggiati solo da un certo pensiero dominante, ora avremo addosso tutta la politica. Sentitamente...a nome di chi non ci sta, grazie per il prossimo futuro nostro massacro. Dal basso...con delusione. 
Meglio fare i km un cm alla volta.
 
Laura Fabbricino
 
 
Insomma...vi sta bene continuare a votare i soliti noti?! È possibile che non si possa essere uniti nel difendere la famiglia in parlamento? Io sono felice riguardo la nascita di questo partito dato che nessuno si è preoccupato di sostenere le richieste del popolo del family day ma tutti si sono mostrati ben attenti a non scontentare la Lobby lgbt...
 
Rosa Chiara
 
Mossa sbagliatissima e nefasta quella di fondare un nuovo partito, destinata a sicuro fallimento. Se si vuole davvero il terremoto, portiamo il Popolo delle famiglie in rotta di collisione con il Referendum istituzionale di Renzi: quella è l'unica cosa che il Premier teme davvero! Poi dopo si vedrà. Ma perché in campo cattolico siamo così maledettamente arrivisti?

Don Carlo Marcello

Posso anche condividere la tesi dell'autore dell'articolo ma ricordo che è passato più di un mese dall'incontro del Circo Massimo. Nel frattempo ne abbiamo visto di tutti i colori ma non si è mossa foglia. Non mi sembra fondamentale chi è stato più importante nella convocazione dei family days ne se è mancata una qualche correttezza nell'operazione. Ora vederemo come proseguirà, sperando che non accada come per Giannino.

Franco De Iaco

Mi associo pienamente alle considerazioni di Peppino Zola. Penso vada ribadito con chiarezza che un comitato o un movimento non dovrebbero scendere immediatamente in politica perché trascinati dalla foga del momento (a parte che il successo non è per nulla scontato, anzi). Eppoi per dar vita a un partito si necessita di forze e strutture, un ideale da solo non basta. Servono uomini e un programma politico. Mica roba da poco. Così rischiamo di bruciare il comitato "Difendiamo i nostri figli", che è bella ricchezza di cui disponiamo. Gran bel peccato.

Paolo Rizzo

La costituzione di un partito politico d’ispirazione cristiana cattolica non è solo opportuna, ma necessaria, direi quasi indispensabile. Certo, non si deve puntare a un partitino del 2%, ma a un grande partito di massa, come si diceva un tempo. Tale partito deve nascere dalla società, non per accordi di vertice e il Comitato «Difendiamo i nostri figli» ha la capacità di farlo, come ha già dimostrato con le grandi mobilitazioni del 20 giugno e del 30 gennaio. Ovviamente, tale partito non può limitarsi a essere “Il popolo della famiglia”, ma deve presentare un progetto politico assolutamente nuovo e originale, in grado di far risalire l’Italia dal baratro in cui sta precipitando.

Un partito politico d’ispirazione cristiana cattolica è necessario perché le astensioni raggiungono ormai stabilmente il 50% e il motivo è sempre il medesimo: chi si astiene non trova motivi per votare questo o quel partito. Non esistono rilevazioni o analisi scientifiche, ma si può ragionevolmente ritenere che gran parte degli astenuti sia di matrice cattolica, perché gli irriducibili di destra, di sinistra e di centro vanno sempre a votare, i protestatari votano M5S, il popolo cattolico, non avendo alcun referente politico, si astiene. 

Dopo le elezioni europee, Renzi vantava di avere il voto del 41% degli italiani, ma in realtà solo poco più del 22% del corpo elettorale aveva votato PD. Ora la percentuale di Renzi si è abbassata e oscilla tra il 15% e il 18%. Il centrodestra non trova l’accordo per procedere unito e diviso com’è ha scarsa rilevanza. Il centro non esiste più. Il M5S, dopo un vistoso calo, sembra essere addirittura in crescita. Se nulla cambia, alle prossime elezioni politiche, posto che nessuno superi il 40%, si andrà a un ballottaggio tra PD e M5S: un disastro per l’Italia e soprattutto per i cattolici. Bisogna assolutamente impedire che ciò accada, costruendo quindi un partito che sappia raccogliere il consenso e il voto di quel 25% d’elettorato di matrice cattolica. Con quei voti, sarebbe il partito di maggioranza relativa, ma anche con molto meno sarebbe un protagonista.

Questi astenuti non voteranno mai più per i soliti partiti, potrebbero solo votare un nuovo partito. Sono come pecore senza pastore, per tornare ai seggi devono trovare il vero pastore, non un mercenario. Occorre presentare loro una proposta politica assolutamente nuova e credibile, totalmente diversa dai partiti attuali o del passato, che non veda protagonisti i soliti professionisti della politica e neppure i parlamentari in carica. Il cattolico di coscienza ben formata non è propriamente di sinistra, né di centro, né di destra: è di Cristo e basta. Quindi un partito che si rivolge ai cattolici deve ispirarsi alla Dottrina sociale della Chiesa, che non è un’ideologia, ma l’annuncio di Cristo nelle realtà temporali, di Cristo Creatore e Redentore, l’α e l’ω, il Signore della Storia, che solo in Lui trova senso. L’Appello politico agli italiani dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân, debitamente integrato e modificato in alcuni punti, potrebbe essere il suo manifesto politico.

Luciano Motz

E' solo un fatto di carismi. Mi spiace molto che alcuni pongano la questione in termini o movimento o partito. A mio avviso ci vogliono entrambe le organizzazioni per cui concordo con Francesco Agnoli (Una scelta intelligente). In tempi in cui troppi pastori della Chiesa "non si immischiano" e purtroppo non gradiscono l'odore delle pecore che prendono posizione in piazza, è indispensabile sia un movimento che si incarichi di argomentare e sminuzzare, a vantaggio delle pecore che vivono nel mondo relativista, ciò che la natura e la rivelazione ci insegnano sull'uomo e la famiglia, sia una o più presenze politiche che diano corpo e peso a quanto maturato nel movimento e, dovendolo accompagnare a una visione complessiva socio-economica, assumano sfumature diverse tra le quali chi si ispira al movimento possa coerentemente scegliere. L'importante sono comunque l'unità e il coordinamento che il movimento deve incaricarsi di mantenere tra tutte queste sue componenti.

Umberto De Monte

Ritengo doveroso sostenere almeno l'idea che sta alla base del neonato "Partito della Famiglia", per una serie di motivi:

1. Innanzitutto, se il noto documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2003 vale per i cattolici impegnati in politica (ai quali è fatto divieto di sostenere in alcun modo le istanze omosessualiste), esso vale a fortiori per i fedeli politicamente non impegnati. Ciò implica un divieto di sostenere quei partiti che abbiano promosso (esplicitamente, condizionatamente o velatamente) l'introduzione del "matrimonio omosessuale con un altro nome" nel nostro ordinamento (copyright Ivan Scalfarotto): ora, i partiti esplicitamente contrari a questa legge si contano sulle dita di una mano - come sulle dita di una mano si contano le loro percentuali di seggi in parlamento - e spesso dimostrano cedimenti su altri temi "cattolicamente sensibili"(No all'utero in affitto, sì alla prostituzione legalizzata?). Dunque una forza politica che - per ora sembrerebbe - recepisse la dottrina cattolica sui temi etici non può non essere salutata come una boccata d'aria fresca, se davvero crediamo che non possa esistere un bene comune slegato dalla legge naturale.

2. Ripartendo dall'ultimo periodo del punto precedente, provo a contestare una delle ricorrenti obiezioni alla creazione di un partito "della Famiglia": la inderogabile necessità di un programma ampio, non monotematico. Certo, nessuno mette in dubbio che in politica estera il "sostenere la famiglia" si possa tradurre in ben poco; ma d'altra parte occorrerà attendere la costituzione del partito per saggiarne il programma nei suoi vari aspetti (e vista l'esperienza politica di certi membri del Comitato, penso che nulla sarà lasciato al caso). Ma ciò che davvero mi preme mettere in luce è che sia molto meglio, per il bene comune, avere un ministro dell'economia meno competente, che vedere legalizzato e promosso il secondo peccato che grida vendetta al cospetto di Dio. Infatti, per quanto sia politicamente scorretto richiamare questa dottrina, il peccato impuro contro natura, in particolare se pubblicamente approvato, merita alla società la giusta punizione divina (che altro non è misericordiosa correzione). Nessun cattolico potrà sostenere che un imperfetto metodo di calcolo dell'ISEE sia più dannoso di una legge che ci cagiona i pietosi castighi dell'Altissimo.

3. Infine, voglio esprimermi su un altro frequente appunto: la pragmatica previsione di un probabile insuccesso elettorale. Anche prescindendo dalla enorme richiesta "dal basso" della creazione di un partito che desse seguito alle esperienze del Family Day, voglio chiedere a tutti i cattolici: noi crediamo nella legge dei numeri e della democrazia, o nelle parole di quel Gesù che ci ha promesso che "se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà" (Gv. 16, 23)? Insomma: le discussioni di questi giorni mancano, a mio parere, di un genuino senso soprannaturale: non occorre aspettare i sondaggi, prima di fare il bene. Certo, quella intrapresa è una strada rischiosa, e nella nostra limitata ottica mondana, forse, la meno conveniente: ma la proclamazione del Vangelo (in tutte le sue implicazioni, sociali e financo politiche) deve avvenire, San Paolo ci avverte, "opportune et importune": sarà Dio a decidere del nostro successo o insuccesso.

Per concludere ritengo che, per noi cattolici, sia indispensabile rimettere al centro della nostra visione politica la legge divina e naturale come fonte del (Vero) bene comune. E ciò a prescindere dalla prosecuzione o meno di questa avventura politica del Comitato "Difendiamo i Nostri Figli", per la quale, al di là delle anche giuste riserve, invito tutti a pregare quel Dio senza il quale nulla ci è possibile.

Carlo Schena

Personalmente penso e sono convinto che siano due strade sbagliate,il primo perché diventerebbe l'ennesimo partitino ininfluente,sopratutto a livello nazionale considerato la soglia di sbarramento introdotta con il nuovo sistema elettorale,il secondo perché rappresenterebbe una minima parte della società e sarebbe destinato a scomparire in poco tempo. Si dovrebbe invece lavorare nella formazione di giovani dirigenti politici difensori dei valori non negoziabili di estrazione cattolica,dove emerga un leader moderato capace di unire tutte le forze di centro destra, dando speranza e futuro al nostro paese,un po' come successe nel subito dopo guerra con la nascita della DC di De Gasperi, perché siamo in una situazione peggiore di allora. Sicuramente rappresenterebbe la maggioranza del paese, il quale non ha mai voluto fin dall'ora la sinistra al governo.

Simone Marchiosi

Le criticità della strada intrapresa da Adinolfi e Amato sono già state delineate da autorevoli commentatori, ed è difficile non condividerne l'analisi e la preoccupazione per i rischi e le possibili conseguenze negative sulla battaglia culturale in atto. Fermo restando quindi le perplessità sull'iniziativa politica, se partito deve essere, che si operi con intelligenza, ovvero secondo principi di:

Chiarezza. Gli obiettivi del partito dovrebbero consistere nella promozione di politiche di promozione e sostegno delle famiglie, in quanto cellula fondamentale e nucleo fondante della società che desideriamo, e nello stop a progetti di legge contrari alla famiglia e alla legge naturale. Non andrei oltre, sconfinando in ambiti dove l'unità potrebbe venir meno.

Trasparenza. Dovrebbe essere chiaro agli elettori che alla base del progetto politico non ci sono ambizioni personali (peraltro legittime), ma esclusivamente il conseguimento degli obiettivi fondanti del partito. Quindi nessun personalismo, e struttura organizzativa definita da regole certe, anche a costo di accettare formalismi in stile 5 stelle.

Realismo. Allo stato delle cose, pretendere di costituire un partito a vocazione maggioritaria appare francamente un'ipotesi irrealistica. Occorre quindi essere consapevoli che l'attuazione dei punti programmatici dovrebbe necessariamente passare attraverso un accordo con altre forze politiche.

Laicità. Le battaglie per la famiglia sono le battaglie di tutti, non solo dei cattolici. Ciò che è cattolico è ciò che è pienamente umano; non bisogna quindi appellarsi esclusivamente all'esperienza di fede, perché i valori in cui crediamo possono essere sostenuti da tutti, in quanto ragionevoli e universalmente condivisibili.

A mio avviso l'unica strada percorribile per conciliare credibilità e concretezza è pertanto quella della lista di scopo indipendente, ma inserita per ciascun evento elettorale all'interno di una coalizione più ampia. La definizione delle alleanze potrebbe essere effettuata in modo trasparente e ineccepibile, stilando un breve elenco di obiettivi concreti (es. 3 iniziative propositive da intraprendere + 3 ipotetici progetti da bloccare) da proporre indistintamente a tutti i candidati. Per dare incisività alla propria iniziativa occorrerebbe inoltre preventivamente "pesare" il proprio elettorato con strumenti come raccolte firme o altro. E se malauguratamente nessuno dei maggiori candidati dovesse appoggiare le ragioni della famiglia, avanti da soli senza paura!

Nicola

 

Essendo un entusiasta della grande prova data dalle moltitudini accorse ai due Family Day, noto ora con dispiacere che già si stanno creando le prime divisioni, o perlomeno incomprensioni. Per questo ho letto i vari pareri di coloro che hanno espresso sul tuo giornale i loro pareri favorevoli o contrari all'iniziativa di Adinolfi e Amato. Ognuno ha espresso con chiarezza, ma anche con decisione, la sua opinione e ognuno aveva certamente le sue buone ragioni. Vorrei considerare tutti in buona fede, ma temo che questi contrasti finiranno col diventare autentiche divisioni, e questo è sempre un male, specialmente se accade tra coloro che fanno della Croce la loro ispirazione. "È la croce - infatti, dice  S. Paolo - che è capace di abbattere il muro di divisione che il maligno sa mettere anche nelle migliori intenzioni". La storia della Chiesa ci dà abbondanti esempi di divisioni.

Di Mario Adinolfi e di Gianfranco Amato ho sempre apprezzato l'entusiasmo e la loro capacità di spendersi e sacrificarsi in una miriade di incontri in tutta Italia. Ma posso dire altrettanto di Gandolfini, di te e di  tutti gli altri che hanno formato il comitato per il Family Day. Mi auguro che questo dialogo fraterno possa continuare, ma è necessario ascoltarsi veramente e trovare gli spazi per farlo anche guardandosi negli occhi. Siamo ormai troppo abituati a questi dialoghi a distanza anche fra i politici, ma noi cristiani dovremmo avere una marcia in più per superare le nostre inevitabili incomprensioni.

Claudio Forti