OCCHIO ALLA TV
Sgarbi, ci è o ci fa?
Probabilmente non sapremo mai se Vittorio Sgarbi “ci è” oppure “ci fa”. E ieri sera la prima puntata di “Ci tocca anche Sgarbi” non ha sciolto il dubbio, anzi lo ha alimentato ulteriormente.
Occhio alla Tv
19_05_2011
Probabilmente non sapremo mai se Vittorio Sgarbi “ci è” oppure “ci fa”. E ieri sera la prima puntata di “Ci tocca anche Sgarbi” (RaiUno, ore 21.10) non ha sciolto il dubbio, anzi lo ha alimentato ulteriormente. Questo “one man show” che la Rai tv di Stato ha voluto regalare all’istrionico critico d’arte (ma anche politico) è soltanto l’ennesimo palco per la dirompente esibizione del suo ego, con annessi e connessi.
La location patinata e accattivante, con sfondi virtuali a effetto fra il classico e il moderno, è cornice fin troppo prestigiosa per i suoi monologhi, in cui lui è come al solito un fiume in piena (“Mi contraddico? Sono vasto, contengo moltitudini…”). Buona l’idea di leggere scritti di alcuni padri della Patria, molto meno quella di chiudere la puntata con un discutibile quadretto famigliare: in studio il figlio Carlo, che non lo riconosce come padre, in collegamento Giuseppe, il papà di Vittorio, molto più lucido di tutti gli altri dall’alto dei suoi novant’anni.
Scalette saltate, sbrodolamenti, autodifese da accuse rimbalzate proprio ieri sui giornali rispetto a presunti lati oscuri della sua amministrazione di Salemi in qualità di Sindaco. Tutto fa brodo, pur di stupire il pubblico a suon di toni urlati. La presenza di Morgan, cantante discusso ancorché musicalmente talentuoso, aggiunge ulteriore rottura di schemi.
Sgarbi è molto più apprezzabile quando discute di architettura, pittura, scultura che quando si erge a moralizzatore o censore. Resta un altro interrogativo aperto: siamo sicuri che il suo non sia un cognome d’arte?