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IL MASSACRO DI NIZZA

«Se non avete le bombe, investiteli con l'auto»

«Se non siete in grado di trovare una bomba o una pallottola, allora prendete una pietra e con quella spaccate le teste degli infedeli, sgozzateli con un coltello, gettateli da un dirupo, avvelenateli o investiteli con una automobile». Lo aveva detto Muhammed al-Adnani al-Shami, portavoce dello Stato Islamico. Così è successo a Nizza.

Esteri 16_07_2016
La foto simbolo della strage di Nizza

Almeno 84 persone uccise da un camion che si è lanciato sulla Promenade des Anglais, il lungomare, travolgendo la folla accorsa per assistere ai tradizionali fuochi d’artificio che chiudono le celebrazioni del Giorno della Bastiglia, la festa nazionale francese. Il bilancio è ancora provvisorio poiché sono almeno 18 le persone in condizioni critiche mentre tra le vittime vi sono decine di bambini.

Alla guida del camion un tunisino residente a Nizza, Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, ucciso dalla polizia con cui ha ingaggiato un conflitto a fuoco. Difficile quindi escludere la pista terroristica anche se è già partito il tam-tam buonista che evidenzia come Bouhlel fosse un “solitario”, “silenzioso”, “depresso e instabile per il divorzio dalla moglie”, un uomo che non era “mai sembrato un estremista religioso”. Più appropriato sarebbe invece evidenziare che il terrorista era islamico come tutti i terroristi che hanno colpito in Europa e altrove e molti indizi sembrano proprio indicare la pista dell’Isis. 

Le forze dell’ordine, dopo averlo ucciso, hanno trovato la carta d’identità di Bouhlel nel cruscotto del camion. Una seconda carta di identità è stata trovata all’interno della cabina. Un modus operandi, quello di lasciare i documenti nei veicoli utilizzati per compiere attentati, già utilizzato dai jihadisti protagonisti degli attentati a Parigi e che desideravano venire identificati e raggiungere “gloria e fama” dopo la morte. L’attacco non è stato rivendicato (ma neppure gli attacchi agli Usa dell’11 settembre lo furono), ma su alcuni account Telegram affiliati all’Isis sono stati pubblicati messaggi di giubilo, dichiarando l’azione una vendetta per la morte del comandante militare dello Stato islamico Omar al-Shishani in Iraq.

Telegram è il servizio di messaggistica russo molto diffuso nell’ex Urss e utilizzato anche dai jihadisti ceceni e più in generale caucasici. Terre da cui proveniva al-Shishani, il cui nome di nome di battaglia era “Omar il ceceno”. Difficile dire se la strage di Nizza sia stata organizzata in così breve tempo in risposta al proclama di vendetta per la morte di al-Shishani o se fosse stata pianificata da tempo per colpire le celebrazioni della festa nazionale francese. Il camion frigo usato per compiere la strage era stato noleggiato mercoledì per alcuni giorni e la cosiddetta “car jihad”, cioè l’uso di un veicolo per investire persone a scopo terroristico, non costituisce certo una novità. L’ultimo caso del genere risale al gennaio scorso proprio in Francia, a Valence, dove due uomini poi abbattuti dalla polizia hanno ferito un militare di guardia davanti a una moschea.

Muhammed al-Adnani al-Shami, portavoce dello Stato Islamico, in una registrazione audio nel settembre 2014, invitò a colpire in ogni modo gli infedeli suggerendo anche di investirli con un’automobile. «Uccidete tutti i miscredenti e in qualsiasi modo, in particolare francesi ed europei, americani o canadesi, anche se sono dei civili. Fate ogni vostro sforzo per uccidere un americano o un francese oppure uno qualunque tra i loro alleati», esortava al-Adnani.

«Se non siete in grado di trovare una bomba o una pallottola, allora prendete una pietra e con quella spaccate le teste degli infedeli, sgozzateli con un coltello, gettateli da un dirupo, avvelenateli o investiteli con una automobile. Se non siete in grado di fare tutto ciò, bruciate le loro case e macchine, le loro attività commerciali, i loro campi. E se proprio non siete in grado di fare neanche questo, allora sputate loro in faccia». Un decalogo utile a chiunque, pur non possedendo esperienza bellica, volesse combattere efficacemente per il Califfato.

Già nel maggio del 2013, a Londra, due islamici nigeriani si scagliarono con la loro auto contro un soldato dell'esercito britannico per poi infierire sulla vittima con un'arma da taglio. Il 20 ottobre 2014 in un sobborgo di Montreal un 25enne canadese convertitosi all'Islam ha volontariamente investito con la propria auto due militari canadesi, uccidendone uno e ferendo l’altro. Il 20 giugno 2015 un 26enne austriaco, islamico di origine bosniaca si è scagliato a Graz con la propria auto sulla folla per poi iniziare a pugnalare i passanti e uccidendo tre persone.

Difficile qui di affermare che la strage di Nizza non abbia nulla a che fare con la jihad dello Stato Islamico confermando la necessità che Europa e Occidente attuino rapidamente due forme di risposta a questa minaccia. Sui campi di battaglia del Medio Oriente occorre fare in fretta a schiacciare il Califfato, cancellarlo dalle mappe per azzerarne il potere attrattivo verso il mondo islamico. Ma per spazzare via con la forza militare l’Isis dovremmo superare le ambiguità che ci legano alle monarchie arane del Golfo sponsor dell’Isis e di ogni forma di islam radicale, dai salafiti-wahabiti ai Fratelli Musulmani.

Sul fronte interno non vinceremo mai i terroristi se non cominceremo a combattere l’estremismo, cioè tutti i predicatori jihadisti che tolleriamo nelle città europee e che indottrinano migliaia di uomini al jihad.  Occorre mettere al bando la sharia in Europa e i movimenti islamici che la perseguono, incarcerando o cacciando (anche privandolo della cittadinanza acquisita) chiunque la predichi.