Se il piddino bestemmia durante il consiglio comunale
Roma, seduta del consiglio comunale. Marco Palumbo, consigliere del Pd, collegato da remoto, si produce in un doppio bestemmione. La ragazza che traduce nel linguaggio dei segni si mette una mano alla bocca, angosciata. L’ufficio di presidenza riprende Palumbo, e lui poi prova a scusarsi, senza riuscirci pienamente.
Da quando c’è in giro il Coronavirus, ben sapendo che la sordità può trasformare il disinformato in inconsapevole untore, nel Paese più sventurato del mondo - il nostro - anche le sedute dei consigli comunali prevedono la presenza di un semiologo (si dirà così? No, quello era Umberto Eco), insomma un esperto di segni, un maestro di linguaggio per sordi (beg your pardon: non udenti) che, chissà perché, sono tutte femmine, anche la suora che traduce le Messe di Bergoglio lo è.
In tre mesi ho finito per affezionarmi a questa figuretta chiusa nel box in basso a destra ed è andata a finire che seguo con gli occhi lei anziché il Papa o il Conte. Era quel che facevo l’altro giorno: seguivo in streaming una seduta di consiglieri comunali romani, quando la ragazza gesticolante è impallidita, si è messa una mano sulla bocca per l’angoscia (vedi foto) e si è piegata in due. E che è? Che segno era quello? Forse non era un segno ma un attacco di cuore? Confesso che, in questi tre mesi, avevo sperato di apprendere qualcosa del linguaggio dei segni (per ora so solo quello dei Sioux, grazie ai film di John Ford), perciò tenevo l’audio basso cercando di memorizzare la gestualità della maestra.
Perciò, superato lo sbigottimento, ho alzato l’audio e ho capito. Un consigliere partecipava da remoto, che nel suo caso doveva essere casa sua, visto che si sentivano vagiti infantili. Forse il Nostro teneva il pargolo sulle ginocchia e forse questo deve avergli rovesciato la pappa sul pantalone nuovo, fatto sta che il Nostro si è prodotto in un doppio bestemmione che, voce dal sen fuggita, ha scandalizzato la maestra. Che, magari, il suo corso di specializzazione non prevedeva tali espressioni. La redazione mi informa che lo scivolone (chiamiamolo così) è attribuibile a tal Marco Palumbo, in quota PD.
Va detto che, nel video successivo, ha provato a scusarsi, anche se non ci è riuscito pienamente (problemi tecnici, nervosismo da messaggi che arrivano in continuazione incuranti se il destinatario ha in corso un’importante seduta, insomma, cose così), ma la faccia di colui che presiedeva la seduta aveva un’espressione improntata allo sforzo di pazienza. Apprendo che l’ufficio di presidenza (che si era vista costretta a sospendere la seduta) gli ha poi tirato le orecchie, invitandolo a un «maggiore controllo». Sì, è vero, la blasfemia in pubblico sarebbe ancora reato, ma non sottilizziamo: quando scappa, scappa. Anche perché, nel nostro caso, la pagina Facebook dell’incauto è zeppa di citazioni del Vangelo, immagini di processioni, papa Francesco in solitaria davanti al Crocifisso di San Marcello…
Insomma, parrebbe un ateo devoto, o un cattocomunista, o semplicemente un adepto del Neue Kurs bergogliano della Chiesa in uscita. Purtroppo, quando (nella nostra ipotesi) deve essersi chinato per scuotere la broda dal pantalone nuovo, la bocca deve essergli andata a due centimetri dal microfono, talché il bestemmione (anzi, due) si è sentito forte&chiaro in tutta l’Urbe - e non solo - collegata.
Vabbè, cosa fatta capo ha, inutile piangere sul biberon versato. Tuttavia, forse un’analisi psicologica (bisognerebbe chiedere al nostro Marchesini), a volerla condurre, evidenzierebbe che non tutti, quando perdono il controllo, smoccolano. A qualcuno, per esempio, se inciampa non scappa «perdinci!», ma «c…!». Perché? Perché nel privato stretto ha la pessima abitudine del turpiloquio. Così, se il bambino gli imbratta i pantaloni abituano la creatura a un linguaggio poco urbano. Ergo…