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IL VESCOVO DI JOHANNESBURG

«Scomunica automatica per chi abusa di minori»

La legge della Chiesa in materia di abusi ai danni di minori e di adulti vulnerabili necessita di un cambiamento e dovrebbe prevedere la scomunica automatica. Questa la posizione espressa dall’arcivescovo di Johannesburg Buti Tlhagale.

Borgo Pio 07_11_2018
Il vescovo di Johannesburg Buti Tihagale

La legge della Chiesa in materia di abusi ai danni di minori e di adulti vulnerabili necessita di un cambiamento. Questa, in sintesi, è la posizione espressa dall’arcivescovo di Johannesburg Buti Tlhagale. La normativa attuale, stando alla posizione dell’ecclesiastico sudafricano, dovrebbe prevedere un effetto giuridico tanto diretto quanto esemplare: la scomunica.

Tihagale, come riportato da LifesiteNews , ha fatto notare l’esistenza di discrepanze giuridiche all’interno del diritto canonico: un consacrato che coadiuva o pratica l’aborto o che si sposa, viene scomunicato di netto. Ma un sacerdote che si rende responsabile di violenze sessuali può continuare a far parte della comunione dei fedeli. Una bella differenza di giudizio. 

L’arcivescovo ha espresso il concetto appena descritto in pubblico, durante una cerimonia di ordinazione di quattro sacerdoti, tenutasi a Johannesburg: “Considerando la gravità morale dell'abuso di minori da parte dei sacerdoti, la Chiesa dovrebbe considerare l'ampliamento dell'elenco di atti che richiedono la scomunica automatica”. Lo strumento più utilizzato oggi per “colpire” gli abusatori è la sospensione a divinis, condita da quella sanzione ancillare che prescrive di condurre una vita di preghiera e in penitenza. Qualcuno, come nel caso recente di due vescovi cileni, viene estromesso dal clero. 

Tra le scomuniche latae sententiae, sia per quelle riservate alla Santa Sede sia per quelle adottabili al di fuori del Vaticano, troviamo molte fattispecie, ma non quella legata agli abusi sessuali. I lettori ricorderanno di come il Papa, nel 2016, abbia disposto la possibilità di perdonare i consacrati abortisti. Ma le pratiche abortive, tra le cause validanti la scomunica, sono ancora presenti. C’è anche l’appartenenza a una loggia massonica o la professione di apostasia, scisma ed eresia, ma non vengono menzionati gli episodi di violenza sessuale.

“L'aureola del sacerdozio cattolico è stata infranta - ha spiegato l’arcivescovo africano - . La Chiesa è castigata perché sembra aver affermato di avere un atteggiamento ‘più santo di te’”. La scomunica per gli abusatori è una delle soluzioni individuate dall’ecclesiastico per far fronte a questa crisi di credibilità.