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LETTERA APERTA

Sanremo, così fate fuori i nostri giovani

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Al Presidente Mattarella, ai dirigenti RAI, ad Amadeus: con il vostro Festival "trasgressivo", avete escluso quella parte d'Italia che non condivide contenuti che rappresentano un disastro educativo per i giovani. Vi siete dimostrati razzisti contro quei giovani, minori soprattutto, che hanno vissuto deleterie esperienze di dipendenza e che stanno facendo un difficile cammino di recupero, morale oltre che fisico.

Editoriali 18_02_2023
Fedez e Rosa Chemical

Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al Presidente della RAI Marinella Soldi
All’Amm. Delegato della RAI Carlo Fuortes
Al Conduttore Amadeus…

Mi presento:

sono una Suora, responsabile di una Comunità di recupero per tossicodipendenti e non, con circa 250 ragazzi/e, ospitati nella totale gratuità, sia per lo Stato che per le famiglie!

Vi scrivo questa “lettera aperta” chiedendovi di leggerla adagio, sforzandovi di coglierne il significato!

Lo scopo della lettera è quello di considerare anche “l’altra parte” dell’Italia, che non rientra nei “canoni chic e trasgressivi”, promossi - e molto ricercati - nel delirio più totale, dalle tendenze ormai strutturate dei Media (sia nazionali che locali), ma che hanno un “impatto educativo” devastante sui nostri giovani.
Certo, la risposta dei Media implicita - ed esplicita - è: «questo è il nostro modo di fare! Se non vi sta bene… Cambiate canale”
O.K.

Ma, tengo a precisare che, seppur nel nostro modo di pensare un po’ retrogrado, forse, anche noi della Comunità (non dimentichiamo che i nostri ragazzi stanno lavorando ad un percorso di rinascita etica, morale e spirituale oltre che corporale) credevamo di essere “italiani”, nonostante siamo spesso emarginati e/o contiamo ormai poco o nulla… visto il nostro vissuto.

Vuoi vedere che va di moda – al contrario – il razzismo occulto e giustificato della non inclusività per chi, come noi, non si allinea al pensiero unico? È un fatto che, per noi, Sanremo così come è stato prodotto non era evidentemente accessibile, avendo noi anche molti soggetti minori, di cui tanti con dolorose esperienze deleterie di dipendenza da sesso e derivati.

E così, con un sorriso o una risata, si esclude da una manifestazione pubblica”, sul canale della RAI pubblico”, quella porzionedi italiani per i quali, magari, quella modalità così altamente trasgressiva e invasiva, potrebbe risultare altrettanto altamente nociva. 
Tutto sacrificato sull’altare dell’egoismo e degli interessi personali.

Si riempiono i giornali con titoli cubitali riguardanti i tristi fatti di cronaca, sintomo palese della pericolosa deriva giovanile, poiché i comportamenti dei nostri giovani italiani sono sempre più contraddistinti da aggressività, violenza e perversione. Eppure, la realtà giovanile è un elemento fondamentale per il futuro dell’umanità e sottovalutarne le dinamiche (soprattutto quelle odierne) rischia di essere pericolosamente devastante (almeno così credevo, visto che pare non interessi a nessuno l’aspetto educativo e preventivo a favore dei nostri giovani).

Si ignora, sistematicamente, che i nostri ragazzi vivono già una quotidianità carica di problemi, di contraddizioni e di angosce - oltre che da sensazioni di conclamata precarietà – e, nonostante ciò, vengono costantemente bersagliati da messaggi “trasgressivi” ad ogni livello, sia pubblico che personale.

Non secondaria, poi, l’esperienza dei molteplici episodi di tentato suicidio di molti adolescenti (compresi molti dei nostri ragazzi).

Negli anni precedenti, prima che tutto decadesse”, vedere Sanremo era una piacevole e condivisa serata, nella nostra struttura per chi, come me, ha sempre considerato la musica e la canzone italiana un valido linguaggio di comunicazione sociale.

Mi chiedo, come si possa non comprendere in anticipo quanto risulti deleterio, negativo e distorto il messaggio che oggi arriva ai ragazzi, specialmente a quelli con un trascorso “trasgressivo e violento anche sessualmente, nonostante la loro minore età.

Scusate, come si fa a mostrare a dei ragazzi col passato succitato, in prima serata, esempi di coetanei che trovano la loro realizzazione” tirando calci a dei fiori o mimando un rapporto erotico anale”, oppure nell’esibirsi con look volgari, se non addirittura offensivi della decenza, oltre che della bellezza e della creatività stilistica?

Ho sempre creduto che, alcune trasmissioni (lautamente pagate, anche da noi) e dedicate al grande pubblico popolare, dovessero avere non solo uno scopo di intrattenimento, ma offrire stimoli di crescita e miglioramento, seppur nella “leggerezza del contesto”, e, magari, favorire la riflessione su alcuni annosi problemi e contraddizioni dell’odierna società (vedi i femminicidi quasi quotidiani), ma…mi sbagliavo.

Amo pensare che si abbia tutti in po’ il desiderio che la società possa tornare ad essere un po’ più a misura d’uomo, di donna, di giovani e bambini!

Ma, signor Presidente,

Lei che spesso incontra i ragazzi nelle scuole: non pensa che le Istituzioni e le strutture amministrative nazionali e locali debbano prendere coscienza di determinate e gravi problematiche giovanili (e non solo in linea teorica), selezionando, ove possibile, i messaggi da far arrivare ai ragazzi, tanto solerti nell’emulare ciò che gli viene propinato?

È possibile che le soluzioni ai problemi dell’emarginazione, dell’alcool, della droga, dell’allarmante e dilagante prostituzione minorile, non siano solo prospettate artificiosamente a tavolino o attraverso erudite assemblee, dibattiti e convegni, ma mai seriamente prese in considerazione, dando anche uno “spazio giusto” in televisione che favorisca il confronto fra i “diversi valori culturali” e rispettosi pure di chi si sottrae dall’adeguarsi ai “canoni comuni” del cosiddetto pensiero unico?!

Caro Presidente Mattarella
Caro Presidente della Rai Marinella Soldi
Caro Amm. Delegato della Rai Carlo Fuortes
Caro Amadeus

Non vi ha mai sfiorato l’idea che pubblicizzare e promuovere i comportamenti cosiddetti “trasgressivi” o devianti, produca nella società, soprattutto nei “soggetti più fragili”, forme di disturbo, disordine, aumento dei disagi. O si preferisce “risolvere” il problema “relegando i soggetti deboli” in riformatori, psichiatrie, carceri, comunità, ecc.?

Dobbiamo, carissimi, per forza adeguarci tutti unicamente alla “visione materialistica della vita”?

Dobbiamo accettare di vivere tutti in funzione al “sistema” fondato sul perseguimento dei beni di consumo, su interessi opportunistici e sui giochi di potere perseguiti da lobby nazionali e sovranazionali?
Stiamo attenti: … “E poiché hanno seminato vento, raccoglieranno tempesta”! (Osea 8, 7). Il futuro sarà la conseguenza di quanto oggi stiamo seminando nella nostra società italiana. 

* suora, Comunità Shalom