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ITINERARI DI FEDE

San Giorgio e la via sacra delle sette chiese

Sette “chiesette”, o cappelle, che rappresentano altrettanti famose basiliche della cristianità, a formare una via sacra davvero suggestiva ed unica nel suo genere. Sulle pendici della Rocca di Monselice, in provincia di Padova, sorge il complesso che ruota attorno alla chiesa di San Giorgio, edificata alla fine del 1500.

Cultura 18_06_2016
La chiesa di San Giorgio a Monselice (Padova)

Le pendici della Rocca di Monselice, in provincia di Padova, sono il punto di partenza di una via sacra davvero suggestiva ed unica nel suo genere. Tutto ebbe inizio intorno all’anno 1590 quando i Duodo, nobile e facoltosa famiglia veneziana, commissionarono all’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi l’erezione della nuova chiesa di San Giorgio accanto alla loro residenza patrizia sopra il monte di Monselice. 

Qualche lustro più tardi gli stessi Duodo ottennero da Paolo V la facoltà di erigere, accanto alla chiesa, altre sei cappelle cui il Pontefice concesse lo stesso privilegio – l’indulgenza plenaria - accordato ai pellegrini delle Sette Chiese di Roma seguaci della pratica religiosa avviata nella seconda metà del XVI secolo da San Filippo Neri. Nel 1615 l’intero santuario risulta completato. 

Romanis Basilicis Pares è la scritta che campeggia sopra l’arco, detto Porta Santa o Porta Romana, che si attraversa per intraprendere il cammino devozionale. Lungo l’itinerario si incontrano le sei cappelle, di forma e planimetria diverse, per ciascuna delle quali Jacopo Palma il Giovane realizzò, entro il 1615, una pala d’altare con i titolari delle basiliche romane che i fedeli visitavano durante il Giubileo. La prima chiesetta rappresenta Santa Maria Maggiore e il dipinto del Palma ritrae l’Assunzione di Maria, secondo i modi tipici del manierismo veneto, con un avvitamento della figura che conferisce movimento alla scena. 

Nella seconda stazione si ricorda San Giovanni Battista e quindi il tempio di San Giovanni in Laterano. La figura del Santo, evidenziata da una prospettiva dall’alto verso il basso, è immersa dal pittore in un paesaggio selvaggio. Sant’Elena è la titolare della terza cappella. La sua presenza rimanda alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Sullo sfondo della quarta tela è raffigurata la basilica di San Lorenzo fuori le Mura, alla quale la quarta chiesetta è dedicata. Un angioletto porta in volo al Santo Martire la palma e la corona, così come accade nella quinta tela dell’edicola intitolata a San Sebastiano.  santi Pietro e Paolo, ciascuno con il proprio simbolo-le chiavi e la spada- si raffrontano in un muto dialogo nel dipinto dell’ultimo edificio.

Punto d’arrivo della devozione popolare, la settima chiesetta, è l’oratorio di San Giorgio dove, nel 1651, vennero traslati da Roma i corpi di tre martiri, occasione per la quale il progetto originale dello Scamozzi venne modificato in un edificio a pianta centrale. Nei secoli successivi arrivarono qui numerose altre reliquie, conservate in teche di legno disposte in una apposita cappella. La cupola è decorata con un soffitto a cassettoni su cui, illusionisticamente, sono posizionati dei balconi con putti musicanti.  Quello di San Giorgio è un oratorio mariano.