San Cristoforo, la peste e la sconfitta del Barbarossa
Il complesso milanese intitolato a San Cristoforo, costituito da due chiesette affiancate, in origine era una piccola cappella dal tetto a capanna. Proprio qui i milanesi ricevettero la prima notizia della sconfitta che la leggendaria Lega Lombarda aveva appena inflitto al temibile imperatore Federico Barbarossa.
In origine questa chiesa era una piccola cappella dal tetto a capanna. Proprio qui i milanesi ricevettero la prima notizia della sconfitta che la leggendaria Lega Lombarda aveva appena inflitto al temibile imperatore Federico Barbarossa. Era il 1176. Successivamente questo ambiente, che doveva corrispondere all’attuale navata sinistra, venne non solo ampliato, ma ampiamente rimaneggiato. Circa a metà del XIV secolo gli fu anche costruito accanto un ospedale per pellegrini.
Oggi il complesso milanese intitolato a San Cristoforo è costituito da due chiesette affiancate. Fu Gian Galeazzo Visconti a erigere quella di destra, lungo l’argine del Naviglio Grande, per ottemperare un voto con cui i cittadini imploravano la fine della peste. Dopo aver mietuto decine di migliaia di vittime, la terribile epidemia cessò di colpo, per intercessione, si credeva, di San Cristoforo, protettore degli infermi e degli appestati. Sulla facciata della cosiddetta Cappella Ducale venne inserito lo stemma di famiglia, con il celebre biscione accanto alla croce rossa su campo bianco, emblema di Milano.
Nel registro superiore s’intravvedono ancora lacerti di un affresco riproducete una teoria di santi, la cui policromia doveva sorprendere il viandante e il fedele. La chiesa più antica, a sinistra, ha un semplice prospetto a capanna impreziosito da un portale in cotto quattrocentesco e da un rosone gotico. Anche questa superficie presenta tracce di una grande immagine di San Cristoforo, realizzata forse nel XVIII secolo. Sul piccolo edificio romanico insiste il campanile in cotto, che si finisce con una cuspide a cono. La sua struttura, ancora originale, risale al XV secolo.
Nel 1625 il muro che separava le due chiese fu abbattuto così da creare un unico ambiente. La copertura a cassettoni della navata di sinistra si sovrappone a quella antica a capriate lignee. Lo spazio termina in un’abside semicircolare, inquadrata dall’arco a sesto acuto della chiesa trecentesca sul cui intradosso, da loculi dipinti con precisione prospettica, si affacciano busti di santi. Il catino absidale è occupato da un Padre Eterno affiancato dal Tetramorfo, mentre nel registro inferiore trovano posto i santi Giovanni Battista, Giacomo, Cristina e Caterina da Siena, di scuola luinesca. Molto più antico, del XII o del XIII secolo, è il Cristo Benedicente, ora collocato sul fronte dell’arco.
La navata destra è, invece, suddivisa in due campate con volte a crociera. L’affresco tra le due bifore in controfacciata è reduce da un recente restauro. Le immagini della Madonna in Maestà tra i Santi Antonio Abate e Cristoforo e della sottostante Crocefissione sono firmate dal maestro Bassanolo de Magistris, probabilmente autore anche dei due santi vescovi che compaiono sulle altre pareti della Cappella.
Nella navata sinistra campeggia una pregevole statua lignea trecentesca di San Cristoforo con il Bambino Gesù sulle spalle. Il Santo, martire durante le persecuzioni di Decio del III secolo, che la leggenda vuole trasportasse i deboli e gli affaticati al di là di un fiume, si trovò una notte a fare attraversare un Bambino, successivamente rivelatosi come il Figlio di Dio. Egli aveva, perciò, portato sulle sue spalle il peso del mondo. Da allora Cristoforo rappresenta il simbolo di ogni uomo che nella fatica quotidiana non ha timore di confrontarsi col Mistero.