Romania nel caos, Georgescu fuori. Si cerca un sostituto
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Anche la Corte Costituzionale rumena estromette il super candidato Georgescu dalle elezioni. Ora per i partiti di opposizione è caccia ad un candidato alternativo che sia credibile, ma il tempo non gioca a favore.

Dobbiamo riconoscerlo, i vecchi comunisti ci sanno fare, i professionisti dell'eliminazione dell’avversario politico hanno fatto scuola, coinvolto l’intero establishment europeo e colpito al cuore la candidatura di Călin Calin Georgescu, eliminato definitivamente dalla corsa alle presidenziali dalla Corte Costituzionale della Romania (CCR) martedì 11 marzo, con un voto all’unanimità.
Călin Georgescu nel ricorso presentato alla Corte costituzionale, dopo il rigetto della sua candidatura all'Ufficio elettorale centrale, riteneva che il BEC non solo non avesse adempiuto alla sua esclusiva attribuzione in materia, ma si fosse attribuito impropriamente delle competenze esclusive della Corte Costituzionale nell'esaminare e verificare il soddisfacimento delle condizioni di eleggibilità per la candidatura alla carica di presidente. Perciò il candidato più votato alle scorse elezioni, poi annullate, di novembre scorso, chiedeva ai giudici costituzionali di ordinare alla BEC di pubblicare il verbale della propria riunione al fine di poter accertare e provare, in tal modo, le irregolarità procedurali che comportano la nullità della decisione. La decisione della Corte Costituzionale è stata accolta tra i fischi di protesta dalle migliaia dei sostenitori di Georgescu, che attendevano la decisione al Palazzo del Parlamento, dove ha sede il CCR. La gente gridava: "ladri" e "libertà".
Dopo l'annuncio ufficiale della Corte, il leader del partito cristiano e conservatore AUR e Vice presidente dei Conservatori europei George Simion, ha reagito duramente criticando la decisione. «Vergogna! Vergogna! Vergogna! Non ci sconfiggerete! Il popolo rumeno si è già svegliato! E sarà vittorioso!,» ha scritto Simion sui suoi social media. All’unisono anche le reazioni dell’altro partito nazionalista e conservatore che sosteneva la candidatura di Georgescu, Anamaria Gavrilă, leader del POT, che sostenuto come «con l'annullamento illegale delle elezioni presidenziali» del 2024, «un sistema orribile ha mostrato le sue zanne e sta divorando la nostra democrazia e la nostra libertà da oltre tre mesi».
Călin Georgescu ha reagito alla conferma della bocciatura della propria candidatura accusando i giudici e l’intero sistema di potere del paese e le istituzioni europee di averlo eliminato dalla competizione per le sue idee e proposte antitetiche all’establishment e al centralismo di Bruxelles. Al momento lo stesso Georgescu non ha ancora condiviso con i partiti che lo hanno sostenuto alcuna decisione per sostenere un altro candidato che possa rappresentare lo stesso desiderio di cambiamento e rinnovato protagonismo del paese e della propria identità. Nelle sue dichiarazioni di martedì aveva invitato i propri sostenitori a firmare la candidatura di altri o nuovi candidati «secondo la vostra coscienza», ricordando come Europa e potere politico costituito abbiano agito per schiacciare ogni dissenso e verità nel dibattito pubblico. Il termine ultimo per presentare le candidature alle elezioni presidenziali del prossimo maggio è fissato per il 15 marzo, cosicché i partiti di opposizione, tra cui l'AUR e il Partito dei giovani (POT), hanno poco tempo per proporre un valido sostituto e devono far di tutto per condividerlo con il popolarissimo Georgescu che, in ogni caso e al momento, potrà almeno partecipare alla campagna elettorale.
Il leader del partito conservatore e cristiano AUR, George Simion, che si è classificato quarto al primo turno delle elezioni presidenziali annullate ed è forte del 18 % ottenuto alle elezioni parlamentari, è un probabile sostituto ma, nonostante abbia annunciato il boicottaggio di ogni forma di presenza parlamentare, dovrà essere sostenuto pubblicamente da Georgescu e da tutti gli altri leader delle destre conservatrici e cristiane del paese per poter vincere. Sempre che possa candidarsi alle elezioni perché, onde evitare altri pericoli al potere stabilito, la Procura Generale ha aperto un'indagine penale contro Simion per incitamento alla violenza dopo che Georgescu era stato escluso il 9 marzo dalla Commissione elettorale centrale perchè «è stato rilevato che la sera del 9 marzo 2025, nell'ambito di una protesta svoltasi a Bucarest, il presidente di un partito politico, che è anche deputato al Parlamento rumeno, ha fatto una serie di dichiarazioni che incitavano alla violenza. Notiamo che in questo caso l'azione penale è in corso».
Bocche cucite e mani legate a Bruxelles, ora che si inverano tutte le profezie di Thierry Barnier di un intervento europeo per avere elezioni adeguate ad ottenere l’unico risultato accettabile per il potere centralista e oppressivo che dimora a Palazzo Berlaymont (sede della Commissione europea). L’Europa pensa ad armarsi con Von der Leyen, Macron si veste da capo di stato maggiore e, mentre la pace sta arrivando, il Parlamento europeo appare sempre più il Palazzo d'inverno…
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