Ridimensionato il numero di sacerdoti uccisi in Nigeria nel 2022
La Conferenza episcopale della Nigeria smentisce i dati pubblicati da un'agenzia di intelligence che indicano in 145 i sacerdoti cattolici caduti nel 2022
In Nigeria molti sacerdoti vengono rapiti a scopo di estorsione. Fortunatamente quasi tutti vengono liberati, di solito dopo pochi giorni. Ma qualcuno invece viene ucciso dai rapitori o muore per le ferite riportate durante l’azione che ha portato al sequestro. Altri sacerdoti sono feriti o colpiti a morte, vittime di furti e rapine. Altri ancora sono uccisi da commando di jihadisti, persino in chiesa, mentre stanno celebrando la messa. Il 23 gennaio Sahara Reporters, una agenzia di stampa che grazie a informazioni e testimonianze fornite da gente comune denuncia casi di corruzione, violazione dei diritti umani e malgoverno in Africa, in particolare in Nigeria, ha pubblicato la notizia che in Nigeria nel 2022 sono stati uccisi almeno 145 sacerdoti cattolici e 30 sono stati rapiti nel corso di 39 episodi di violenza, tra cui 28 rapimenti, tre attacchi da parte di pastori (presumibilmente di etnia Fulani), due attacchi dell’Ipob, il movimento separatista del Biafra, un caso di violenza di massa e un attacco di delinquenti comuni. Sono numeri molto diversi da quelli diffusi all’inizio dell’anno dall’agenzia di stampa Fides secondo la quale invece in tutto il continente africano nel 2022 sono stati uccisi sette sacerdoti, quattro dei quali in Nigeria a seguito di rapimenti. In merito è intervenuto padre Zacharia Nyantiso Aya Samjumi, Segretario generale della Conferenza episcopale della Nigeria, per smentire i dati riportati da Sahara Reporters. Padre Zacharia sostiene che 145 è il numero di attacchi, di azioni violente che hanno coinvolto dei sacerdoti nel corso dell’anno. “Ci sono stati attacchi a preti cattolici – spiega – ma il numero non corrisponde a quanto pubblicato. Stiamo ancora raccogliendo dati anche se arrivano lentamente dalle diocesi. In ogni caso il numero dato dalla pubblicazione online non è corretto”. All’origine dell’errore sarebbe una frettolosa lettura dei dati pubblicati il 23 gennaio da SB Morgen Intelligence, un centro di ricerca che raccoglie notizie in Nigeria. “La vicenda nigeriana – commenta l’agenzia Fides – riaccende domande e perplessità sulla tendenza sempre più marcata a ‘quantificare’ e tradurre in numeri le situazioni di sofferenza vissute da cristiani nel mondo, rilanciando spesso dati di forte impatto mediatico, per fornire in questo modo una parvenza di ‘rigore scientifico’ alla diffusione di informazioni in realtà non verificabili e spesso inattendibili”.