Respinte in Francia gran parte delle richieste d’asilo. Colpa degli interpreti?
Un avvocato denuncia che l’impreparazione degli interpreti assegnati ai richiedenti asilo in Francia rischia di comprometterne la possibilità di ottenere protezione internazionale
Un nuovo rimprovero si aggiunge ai tanti rivolti al sistema europeo di accoglienza degli emigranti illegali. Riguarda il trattamento di quelli che in Francia chiedono protezione internazionale sostenendo di essere profughi in fuga da situazioni estreme di violenza e persecuzione. Una delle più macroscopiche carenze del sistema di accoglienza francese sarebbe l’impreparazione degli interpreti addetti alle cause discusse dal Tribunale nazionale del diritto d’asilo, Cnda. A denunciarlo è un avvocato francese specializzato nella difesa dei richiedenti asilo, Isabelle Thieuleux. Una traduzione corretta è un diritto fondamentale, dice. Che non venga garantito “è uno scandalo, un fallimento. Questo sistema è oltraggioso! Dovremmo accogliere molto meglio la gente”. Gli errori di traduzione, spiega l’avvocato Thieuleux all’agenzia di stampa The New Humanitarian, possono segnare il destino di un profugo. Il ricorso al Cnda infatti è l’ultima possibilità di ottenere protezione internazionale per chi si è visto respingere la richiesta di asilo dall’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi, l’organo preposto a esaminare in prima istanza le richieste. Se anche il Cnda dà parere negativo, il richiedente deve lasciare il territorio francese. Ha 15 giorni di tempo per chiedere di non essere espulso adducendo altri motivi, che però sono accolti in casi del tutto eccezionali. Isabelle Dely, vicepresidente del Cnda, replica assicurando l’elevato standard degli interpreti messi a disposizione gratuitamente dal tribunale per ben 130 lingue: “il protocollo di selezione prevede un esame approfondito dei curricula degli interpreti per verificarne l’idoneità e per tutta la durata del contratto il loro operato viene monitorato”. Si vorrebbe sapere chi delle due ha ragione. Certo chi ha scritto il lancio di agenzia sta dalla parte dell’avvocato Thieuleux e degli emigranti illegali. Lo si capisce dalla scena che descrive: due richiedenti asilo georgiani, marito e moglie, in un triste giorno di pioggia in attesa di incontrare il giudice, lui assistito legalmente da “una donna ultrasessantenne che si presenta urlandogli di sbrigarsi in una lingua che lui non capisce”. Poi arriva “una donna che indossa una giacca rossa e ha le labbra dipinte dello stesso colore: è l’interprete che incontra per la prima volta i richiedenti asilo…”. Fare l’interprete al Cnda, commenta The New Humanitarian, richiede non solo la padronanza di due lingue – quella francese e quella straniera – occorrono anche conoscenze geopolitiche e culturali, assoluta neutralità e una certa dose di empatia umana”. Nel 2019 il Cnda ha esaminato 59.019 ricorsi in appello. Nello stesso anno sono state presentate 122.743 richieste di asilo, ne sono state esaminate 95.577. quelle respinte sono state, come in Italia, tante: 73.045. Non viene mai in mente a nessuno un altro “scandalo”, un altro “sistema oltraggioso”: quello delle centinaia di migliaia di persone che emigrano illegalmente dirette in Europa e che, per non essere respinte, usano l’espediente di dichiararsi profughi, senza esserlo, sapendo che così per mesi e, se fortunati, per anni saranno inseriti nel sistema di accoglienza destinato a chi è in attesa di sapere se la sua richiesta di asilo sarà accettata o respinta.