Repubblica Ceca, il governo dice no all’eutanasia
Il governo ceco ha bloccato un tentativo di legalizzare l’eutanasia. La proposta era stata avanzata da parlamentari che si ispiravano alla legislazione olandese, ma proprio l’esperienza dei Paesi Bassi e gli abusi lì compiuti hanno contribuito a far naufragare il Ddl.
Buone notizie dalla Repubblica Ceca. Nel Paese dell’Europa centro-orientale, malgrado la maggioranza dei cittadini si dichiari atea e aborto e unioni gay siano accettati dalla stragrande maggioranza della popolazione, si conserva ancora del buonsenso. Negli scorsi giorni il governo ceco ha bloccato l’ennesimo tentativo parlamentare di legalizzare l’eutanasia, dopo i due precedenti tentativi falliti, uno nel lontano 2008 e il più recente nel 2016. Il disegno di legge era stato proposto da un gruppo di deputati del partito Azione dei Cittadini Insoddisfatti (partito di maggioranza relativa e guidato dall’attuale primo ministro Babis) e del Partito Pirata, che guida la maggioranza nella città di Praga.
Nella Repubblica Ceca l’eutanasia è classificata come omicidio. I deputati avevano proposto un quadro giuridico per la legalizzazione del suicidio assistito per i pazienti adulti in condizioni terminali a causa di lesioni o malattie e che non desiderano sottoporsi a cure palliative, a condizione che abbiano preso la decisione da soli, volontariamente e senza coercizione. Il paziente avrebbe avuto la possibilità di cambiare idea fino all'ultimo minuto e i medici non avrebbero avuto alcun obbligo di partecipare alla procedura. I promotori avevano dichiarato di essersi ispirati alla permissiva legislazione olandese. Tuttavia, pur essendoci una potenziale maggioranza politica in Parlamento per l’approvazione della nuova normativa, i Ministeri della Sanità, degli Interni e degli Affari sociali, la Corte suprema, la Procura suprema, la Conferenza Episcopale Ceca e le associazioni dei datori di lavoro si sono tutti opposti al progetto, mentre il Ministero della Giustizia aveva espresso un parere neutrale.
Secondo un rappresentante del Ministero della Sanità: “Il disegno di legge proposto non contiene le informazioni di base su quali fornitori di servizi sanitari siano riconosciuti per fornire la procedura e quali medici specialisti possano essere interessati a partecipare all’eutanasia, né definisce in dettaglio i requisiti della domanda del paziente”. Il Ministero si è anche opposto al fatto che il suicidio assistito potesse essere rimborsato dall’assicurazione sanitaria. Il Ministero degli Affari Sociali ha affermato che la proposta di legge non conteneva “sufficienti garanzie contro l'errore umano o la violazione della legge” (vedi qui). Nonostante i promotori della proposta bocciata avessero assicurato che le misure previste fossero sufficienti per ridurre al minimo il rischio di abusi, proprio l’esperienza olandese e i suoi abusi hanno contribuito a far bocciare definitivamente l’introduzione dell’eutanasia.
Un passo avanti importante nella riaffermazione della dignità umana dei cittadini cechi, confermato anche dalla determinazione con la quale la maggioranza e il governo si stanno opponendo all’equiparazione tra unioni civili (legali dal 2006) e matrimoni gay. Una misura che aprirebbe la porta ad adozioni e possibili cedimenti verso la maternità surrogata per coppie gay. Il governo e la maggioranza che sostiene Babis sin dal 2016 si oppone a ogni legalizzazione del matrimonio gay e a ogni possibile misura che consenta affidi e adozioni di bimbi a coppie Lgbt (vedi qui). Qualche buon segno, dunque. Se anche la Repubblica Ceca resiste, magari un giorno la nuova brezza dell’Est potrà soffiare anche nelle disorientate lande della nostra vecchia Europa.