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CRONACHE NERE

Reati in calo a Milano. Ah sì?

Il ministro Alfano vanta un calo sensibile della criminalità a Milano. Chi vive nel capoluogo lombardo, però, non se ne è ancora accorto. Come quella notte che venni derubato di un orologio, con la pistola puntata in faccia... Le statistiche non includono chi non denuncia neppure, perché sa di non ottenere giustizia.

Cronaca 21_11_2016
Milano violenta

Io, che abito a Milano, dormo più tranquillo ora che il ministro ha detto che «Milano è una città sicura, più di tante altre in Italia». Pensate, i reati sono calati «del 7% negli ultimi tre anni». Sarà, ma è anche vero che solo l’elezione di Trump ha fatto diminuire negli Usa la vendita di armi, impennata sotto Obama. E’ anche vero che perfino le previsioni del tempo hanno dovuto aggiungere la temperatura «percepita» accanto a quella ufficiale. Infatti, alla gente non interessa se ci sono 25 gradi ma l’umidità la fa sudare e soffocare come con 35.

A Milano avvengono 250 furti al giorno, di cui quaranta di sole auto. I reati sono in calo? Ma, dite, come fate a contare quelli che la gente neanche denuncia, tanto è inutile? Io stesso ho subito due furti, uno in casa e uno dell’auto. Li ho debitamente denunciati ma mi sono ritrovato vittima di due farse, una con i carabinieri, l’altra con la polizia. Il maltolto? Seeeh! Mai più visto né sentito. Sono stato anche rapinato a mano armata dell’orologio. L’hanno acciuffato praticamente in flagrante perché li ho chiamati subito, ma c’è stata farsa anche qui. Le prime due le ho raccontate su queste colonne e non è il caso di ripeterle. Ma la terza no, e allora ecco.

Era una notta buia e non tempestosa ma nevicava eccome. Alle due mi ricordo che ho lasciato l’auto parcheggiata in una via in cui quella notte verrà effettuato il lavaggio strade. Che, in un paese ipersindacalizzato come quello in cui ho la disgrazia di vivere significa che lavano anche se nevica. In pigiama, mi copro alla meglio e vado a spostare la macchina. Al rientro mi trovo davanti uno in bicicletta che mi spiana la pistola sul muso. Lo convinco che non ho nulla, gli mostro il pigiama. Ma nel gesticolare vede l’orologio al polso e vuole quello. Glielo do e lui scappa in bici. Giro l’angolo, tiro fuori il cellulare e chiamo il 113. Risponde una voce femminile. Dico tutto, correte, è in bici. Domanda dall’altro capo del filo: «Di che colore è la bici?». Risposta: «Signorina, sono le tre di notte e nevica, quante bici crede che ci siano in giro in via tal dei tali?». Aspetto sotto casa e arriva la volante. L’hanno preso. Mi restituiscono l’orologio. Rotto e  inservibile. Il reo è nella gazzella. «Ma come, me lo portate qui a fargli vedere dove abito? E se, quando esce, si vendica?». Già, perché non si sa nemmeno se ci entra, quello, in galera. Imbarazzo dei militi, che comunque elogio per la celerità. Due ore di verbali. E meno male che mia moglie, visto il mio ritardo, non ha fatto squillare il mio telefono mentre cercavo di convincere il rapinatore che ne ero privo.

Ma queste sono sciocchezze, non si tratta certo di stupri o omicidi. Epperò, tre furti da quando abito a Milano. Mia moglie, che ci abita da più di me, ne somma altri tre più uno scippo. Quando al bar raccontavo del furto dell’auto, un avventore disse: «Di che si lamenta, a me ne hanno rubate due». Il che significa, al di là delle statistiche «in calo», che ha ragione Trilussa. Alzi la mano il milanese che non è stato vittima di reati. E questa sarebbe la città «più sicura di tante altre». Chissà come sono le altre. Naturalmente (l’ho già scritto qui ma voglio ripeterlo), quando al ministro rubano la bici si scomodano i Ris e le teste di cuoio. Quando un magistrato è vittima di furto in casa arriva la Scientifica. Quando si presenta il comune cittadino, risate in faccia. La sua auto? Seeeeh! L’ha bell’e rivista! Non sa che a Milano ne rubano quaranta al giorno? Giustamente, le forze dell’ordine non possono coprire tutto, né far arrivare Barry Allen col kit in valigetta quaranta volte al giorno (o 250 considerando tutti i tipi di involo).

Lo so, lo so. E so anche che la legge è uguale per tutti ma alcuni sono più uguali degli altri. Le statistiche? Leggiamole in faccia al padre la cui figlia è stata stuprata nell’androne mentre tornava da scuola, alla vecchietta sbattuta in terra per strapparle la collanina, al disgraziato che aveva una sola auto e solo l’assicurazione casko. Ma ci faccia il piacere (Totò).