Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Pietro Canisio a cura di Ermes Dovico

UN MESSAGGIO AI GIOVANI

Ragazzi, combattete sulle spalle dei giganti per la Verità

«Ebbene, figli miei, vi auguro di combattere degnamente e con nobiltà la battaglia che vi aspetta. Dentro di voi per l'acquisto della virtù. E contro le ideologie per il trionfo della verità». Nel messaggio di inizio anno scolastico ai ragazzi dell'Opera di Birgi del religioso Padre Bruno de Cristofaro l'urgenza e l'invito a riconoscere le ideologie e a smontarle per non svegliarsi in un incubo. Un messaggio che rivolgiamo idealmente a tutti i ragazzi tornati sui banchi. 

Educazione 17_09_2021

Pubblichiamo il messaggio che il giovane Padre Bruno De Cristofaro ha indirizzato ai ragazzi dell'Opera di Birgi in provincia di Trapani per l'anno scolastico e accademico 2021/2022. 

«Implorai e venne in me lo spirito della sapienza. La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto… tutto l'oro al suo confronto è un pò di sabbia. L'amai più della salute e della bellezza, preferii il suo possesso alla stessa luce, perché non tramonta lo splendore che ne promana.
Senza frode imparai e senza invidia io dono, non nascondo le sue ricchezze.
Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini;
quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio»
cfr. Sap 7,7-14 

Comincia la scuola. E l'università. E si torna nell’agone, ragazzi, dove ferve la mischia. Perché l’educazione - l’ho sempre detto - è un corpo a corpo. Una lotta che impegna anzitutto contro se stessi: che educare, “ex-ducere”, è “condurre fuori”. Fuori dalle grettezze mentali e morali alle quali l’assenza di autentici mentori ci ha fin troppo abituati. 

Ma per la maggior parte di voi, nolenti vittime dell’istruzione di Stato, la buona battaglia implicherà anche una resistenza eroica contro l’atmosfera asfittica delle ideologie. Il Santo Padre in questi giorni ha parlato di un sogno: quello di un’Europa finalmente libera da esse. Ma si comincia dai banchi, sapete? Che se le ideologie non imparate a riconoscerle e smontarle oggi mentre ve le ammanniscono dalle cattedre, anziché in un sogno, domani vi sveglierete in un nuovo incubo. E lo abiterete assieme alle vostre famiglie, ai vostri figli. 

L’origine delle ideologie, ancora più che nella negazione delle nostre radici cristiane (già un suicidio per l’Europa contemporanea), sta nell’aver cancellato anche le due più grandi conquiste della filosofia greca. Oggi infatti, contro ogni ordine cronologico (che il progresso intellettuale non è scontato come quello tecnico), viviamo in un’epoca pre-socratica e pre-aristotelica. E vi spiego perché. 

Socrate ha consegnato all’umanità il bene inestimabile dell’ONESTÀ INTELLETTUALE. Qualità che i sofisti - prima di lui - ignoravano del tutto. Quelli intendevano infatti la filosofia come mera retorica atta a convincere gli uditori con qualsiasi stratagemma verbale, anche mendace. Socrate spostò il fuoco del filosofo dalle opinioni alla verità: essa non è qualcosa che si possa imporre a partire dai propri compiaciuti pensieri, la si può solo indagare a partire dalla propria umile ignoranza. Il compito del filosofo, da quel momento, è spendersi in una sincera ed eroica ricerca del vero, anche a costo della vita. 

Il dono più grande di Aristotele ai posteri è stato invece il RIGORE INTELLETTUALE. Perché si giunga al vero, la retta intenzione non basta, essa è necessaria ma insufficiente. Se il filosofo non osserva scrupolosamente le regole della logica, non giunge ad una “cognitio certa” delle cose e le sue conclusioni non hanno pertanto alcun valore scientifico universale. “Scientifico" qui vuol dire "certo", e pertanto "universale” sta per "comprensibile da tutti". 

Bernardo di Chartres, filosofo medioevale, diceva ai suoi allievi che "solo stando in piedi sulle spalle di giganti (i filosofi antichi, per l’appunto) potevano guardare più lontano di loro".  Dal canto suo, l’uomo contemporaneo - ritenendo di poter fare da sé - è saltato giù da quegli appoggi sicuri, da quei posti di vedetta privilegiati. E mentre ancora piange per le ossa che si è rotto cadendo, sputa la sua rabbia furiosa su tutto ciò che di reale gli capita a tiro, se non collima con le sue voglie e i suoi desideri. 

Se volete avere un saggio di come Socrate e Aristotele siano stati traditi e cestinati dalla cultura contemporanea, fate caso al peso di un Fedez qualsiasi nel determinare la cosiddetta opinione pubblica. Non per il rapper in sé (lui potrebbe suscitare perfino tenerezza per quanto è convinto). Ma perché i contenuti delle sue lectiones magistrales coincidono perfettamente con quello che sentite da governanti e giornalisti. E vogliamo dirlo? Anche da buona parte dei vostri professori. 

Ma gli “ismi” (nazionalsocialismo, fascismo, comunismo e relativismo per tutti) nascono e crescono precisamente così: depauperando i giovani della capacità di pensare (onestamente come insegnava Socrate e correttamente come suggeriva Aristotele). E tutto parte ancora dalla scuola. Forse che la foga di “completare il programma” (massimo dello zelo educativo per troppi docenti) abbia mai aiutato un solo discente a “discére” prima e a “discernere” poi? 

E se le ideologie sono la sfacciata e violenta negazione dell’ovvio in favore di idee che nessuno si è mai preso la briga di dimostrare logicamente, esse attecchiscono senza colpo ferire laddove le giovani generazioni sono state rese incapaci di formulare (e riconoscere) argomentazioni solide. Tolti onestà e rigore intellettuali, è disinnescata ogni possibilità di dissenso rispetto al pensiero unico dominante, nonché di dissidenza rispetto al potere che lo incarna. 

Devo spiegarvi che tipo di implicazioni pratiche ha avuto tutto questo da marzo 2020 ad oggi? Non credo, siete ragazzi intelligenti. Diversamente non sareste arrivati a leggere fin qui. 

Ebbene, figli miei, vi auguro di combattere degnamente e con nobiltà la battaglia che vi aspetta. Dentro di voi per l'acquisto della virtù. E contro le ideologie per il trionfo della verità. "Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male" (1Pt 3,16-17). 

Che se è vera la metafora dei nani e dei giganti, anche Socrate e Aristotele sono minuscoli di fronte al Logos che cercavano ignari. Lo stesso Verbo che voi, figli di Dio, avete conosciuto personalmente e che non vi abbandonerà mai.