Qui lo dico e qui lo nego. Le varianti del professor Bassetti
Il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, è diventato presto da perfetto sconosciuto a opinionista esperto della narrazione Covid19. Peccato che non ci sia un solo argomento, inerente alla pandemia, su cui non abbia cambiato idea repentinamente
Il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, è diventato presto da perfetto sconosciuto a opinionista esperto della narrazione Covid19. Presente in tv dal giorno zero dell’emergenza sanitaria, viene ospitato quotidianamente, anche più volte al giorno, per raccontare all’Italia cosa accade e come si dovrebbe gestire tutto, dagli ospedali alla vita degli italiani. S'è vantato, per esempio, di aver parlato per primo di Super Green pass.
“Per intervenire contro il Covid dobbiamo fare tre cose. La prima è inasprire il Green pass, cioè rendere un poʼ più difficile la vita a chi ha deciso deliberatamente di non vaccinarsi”, diceva Matteo Bassetti il 20 novembre 2021. “L’estensione del Super green pass a tutti i lavoratori è un obbligo vaccinale indiretto e mi pare assolutamente giusto”, ancora il 3 gennaio 2022. Ma il 25 gennaio era di tutto’altro avviso, il Green pass “così diventa purtroppo uno strumento di odio sociale”. “Io vado in televisione e sui giornali per dare voce alla scienza e offrire spunti di riflessione basati sui dati di chi, come me, lavora in corsia tra i malati di covid e studia le malattie infettive da oltre 25 anni”, spiegava a novembre 2021 il professor Bassetti.
Virus e come gestirli
“I focolai sono quelli che conosciamo, non se ne sono creati di altri. La situazione è tranquilla. Il virus è poco letale”, diceva Bassetti, il 3 marzo 2020 a l’Aria che tira per spiegare che il panico che iniziava a serpeggiare in maniera sempre più violenta in tutta Italia fosse ingiustificato. Anche perché, sosteneva, i focolai erano circoscritti, non ce n’erano di nuovi. Ma già il 9 marzo 2020, era dell’idea che “il virus è dappertutto. È arrivato il momento di alzare il livello di guardia mettendo in pratica delle misure differenti da quelle utilizzate finora”.
Mentre il governo lasciava l’Italia nel perenne incubo di ritornare segregata in casa, il 19 settembre 2020 Bassetti faceva di tutto per tranquillizzare: “Arrivare a pensare solo lontanamente ad un lockdown è anacronistico. La chiusura totale di marzo-aprile non avverrà mai più, oggi l'Italia non è in pericolo”. Ma poche settimane dopo, il 30 ottobre 2020, diceva, “con i numeri che c’erano già due settimane fa mi pare che il lockdown sia una cosa giusta da farsi. Tutti parlano, ma nessuno prende la decisione. Per esempio a Genova, dalle 21 alle 6 non circola nessuno. Non dico di chiudere le aziende e le scuole, ma limitare alcune attività e la libera circolazione certamente”.
Mascherine, servono?
“Inviterei i cittadini a ricorrere a quelle chirurgiche, in modo da lasciare FFP2 ed FFP3 al personale sanitario”, diceva il professore il 4 maggio 2020. Mentre a febbraio 2021, già firmava, insieme a 1150 esperti italiani, la richiesta al governo Draghi di rendere obbligatoria, in tutti i luoghi chiusi, la mascherina FFP2, anche per i vaccinati. E il 23 aprile 2021, diceva, “la mascherina Ffp2 protegge di più di quella chirurgica, andrebbe indossata in tutti i luoghi chiusi, non solo i mezzi pubblici”. Ma il 16 ottobre era già dell’idea che “sarebbe giusto togliere l’obbligo delle mascherine al chiuso”. E poi il 23 dicembre scorso, “Quelle che il Governo si appresta a varare […] sono misure di buon senso. La mascherina Ffp2 è una scelta giusta al chiuso”.
Le "ondate"
“Chi dice che avremo una seconda ondata come la Spagnola fa terrorismo: siamo nel 2020”. Per Matteo Bassetti, certi discorsi rispetto alle famose “ondate” erano un po’ surreali il 4 agosto 2020. “I nostri comportamenti devono tendere all’estrema cautela. Ho sentito parlare di terza ondata, ma ci siamo dimenticati che non siamo ancora usciti dalla seconda”, diceva, però, il primario del San Martino il 14 dicembre 2020.
A maggio 2021, il professor Bassetti era certo che la parentesi Covid 19 si sarebbe esaurita di lì a poco. “Con luglio e agosto credo che le cose andranno veramente bene, e penso che a settembre-ottobre la partita sarà finita”. E poi, “in autunno il virus circolerà ma non avremo più le ondate”. Solo che nel frattempo c’era stata la seconda ondata, la terza e si discuteva della quarta. Ma Bassetti restava scettico. “Quarta ondata? Sta accadendo che i Paesi che hanno vaccinato meno si trovano in piena quarta ondata. L'area balcanica ha vaccinato pochissimo, la Germania al 66%, per questo si trovano in questa situazione”. Era il 5 novembre, ma già il 14 dicembre 2021, “a livello di ricoveri siamo in piena quarta ondata, ci auguriamo di essere molto vicini al picco perché siamo stanchi”.
Il vaccino e le sue dosi
Era il 4 marzo scorso, l’infettivologo genovese spiegava come sarebbe bastata una sola dose di vaccino per ottenere un’ottima copertura vaccinale: “Ottime notizie […]: una sola dose di vaccino sia di Pfizer che di AstraZeneca ha un’efficacia del 90-94% e riduce dell’80-90% i ricoveri ospedalieri per Covid”. Ma l’11 maggio una dose già non bastava più. Così, fatta la seconda, Bassetti scriveva, “il vaccino Pfizer (e presto sarà dimostrato anche per gli altri vaccini) funziona su tutte le varianti e non ci sarà bisogno della terza dose. Qualcuno pontificando, come sempre, aveva detto che ‘funzionicchiano’”. Un bel tacer non fu mai scritto”. E lo ribadiva a luglio, “Non sono favorevole alla terza dose. La terza dose è un richiamo che credo però si farà nel 2022 e ben venga che sia anche contro le varianti”. Addirittura Bassetti parlava, ancora il 22 novembre 2021, di un “errore clamoroso” circa “la terza dose a chiunque a prescindere dall’età”. Ma il 24 novembre era già dell’idea che, “Se tu non fai il booster in alcune occasioni è come se non avessi fatto le prime due dosi. Questo deve essere molto chiaro”. E il 30 dicembre, “il vaccino evita la polmonite. Per questo tutti devono fare tre dosi”.
Quanto durano i vaccini?
“Sei mesi mi pare una durata bassa. Io mi sono vaccinato a dicembre, vuol dire che a giugno dovrei vaccinarmi un’altra volta? Non credo, personalmente sono in disaccordo. I dati sull’immunità ci dicono che dura almeno 12/18mesi”. Sosteneva Bassetti il 13 maggio 2021. “La riduzione Green pass da 9 a 6 mesi è corretta perché permettiamo a chi non si è vaccinato con terza dose di poterlo fare e anche ridurre i tempi per la dose booster del vaccino”, diceva poi il 23 dicembre 2021. E ancora, il 4 gennaio 2022, “contro il Covid potrebbe servire un vaccino ogni 6 mesi. Per questo, gli hub vaccinali vanno mantenuti attivi”.
Quanto, poi, alla capacità dei vaccini di evitare la degenerazione in forma grave, Bassetti la pensava così il 29 novembre 2021, “Chi è vaccinato fa un raffreddore, quindi i vaccini sono stati in grado di depotenziare questo virus”. Ma il 3 gennaio 2022, “il fatto è che gli effetti della variante Omicron sono meno gravi nei vaccinati, ma spesso anche nei non vaccinati”.
Ma i vaccini sono sterilizzanti?
Il 30 gennaio 2021, a Non è l’Arena, il professor Bassetti era stato invitato a discutere di vaccini con Telese e il dottor Amici. Quest’ultimo sosteneva che i vaccini fossero in realtà “farmaci geneticamente modificati” e che i vaccinati si contagiano e contagiano il virus del Covid19. In studio c’era rabbia e ironia sull’affermazione del medico, l’infettivologo genovese intervenendo dirà, “Ma dov’è la documentazione scientifica che dice che chi ha il vaccino trasmette il virus? Ma chi l’ha scritta? Forse il medico sul suo quadernino. Il medico che lo dice non lo considero un mio collega!”
Ma il 27 luglio scorso spiegherà, “l’obiettivo della vaccinazione non è evitare i contagi, ma evitare che le persone vadano in ospedale e muoiano. In un mondo ideale, dove siamo tutti vaccinati, anche se io passo il contagio ad un altro non dovrei neanche fare dei tamponi perché colui che si infetta al massimo avrà una forma simil influenzale molto leggera. Ovviamente il vaccino riduce la possibilità di contagio, non la azzera”.