Quello strano silenzio sugli Agnelli da parte dei grandi giornali
Ascolta la versione audio dell'articolo
Le vicende giudiziarie della famiglia Agnelli, l'indagine che riguarda loro presunte violazioni fiscali, non interessano ai grandi quotidiani. Sarà che ne sono proprietari?
Ancora una volta le vicende giudiziarie della famiglia Agnelli, da sempre legata alla Fiat, oggi Stellantis, tornano al centro del dibattito pubblico, sollevando interrogativi su trasparenza, etica aziendale e responsabilità sociale. Tuttavia, ciò che ha suscitato maggiore interesse e dibattito è stata soprattutto la censura mediatica riguardante questi scandali.
Verrebbe da commentare “Da quale pulpito…”, visto che le testate come Repubblica e La Stampa, che da sempre fanno riferimento a quel mondo, stanno attaccando da mesi l’attuale governo e in particolare il premier accusandoli di scarsa sensibilità nei confronti della libertà d’informazione e ora censurano le scomode notizie riguardanti la loro proprietà.
Una sorta di schizofrenia che balza agli occhi in maniera imbarazzante perché la libertà di stampa non dovrebbe avere colore politico e le notizie dovrebbero essere sempre date senza secondi fini e nell’esclusivo interesse dell’opinione pubblica. Invece alcune testate, sia vicine alla sinistra che vicine alla destra, cavalcano battaglie ideologiche e pregiudiziali, mettendo in secondo piano il sacrosanto diritto dei cittadini ad essere informati su fatti di innegabile interesse sociale.
Proprio nei giorni scorsi la Procura di Torino ha aperto un fascicolo d’indagine sulle presunte violazioni fiscali che riguardano le società fiduciarie del gruppo controllato dalla dinastia Agnelli. L’indagine è stata avviata dopo un esposto presentato da Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli, nell’ambito della contesa legale da lei avviata sull’eredità del padre. I nomi iscritti nel registro degli indagati sono: John Elkann, figlio di Margherita Agnelli e presidente di Stellantis, il commercialista Gianluca Ferrero, attuale presidente della Juventus, e Robert Von Groueningen, amministratore dell’eredità di Marella Agnelli per incarico dell’autorità giudiziaria svizzera. Al centro delle indagini ci sarebbe il trattamento fiscale del vitalizio che Margherita Agnelli versava alla madre, Marella, in virtù di accordi presi nel 2004. Gli anni presi in esame sono il 2018 e il 2019.
Al di là della vicenda in sé, ciò che emerge è il profilo omertoso di gran parte della grande stampa. L'ombra della censura mediatica si fa sempre più densa intorno a queste indagini. Nonostante la gravità delle accuse e l'interesse pubblico suscitato dalle vicende giudiziarie della famiglia Agnelli, alcuni media sembrano rimanere silenziosi o dare scarsa rilevanza a tali notizie. Questo ha sollevato dubbi sulla neutralità e sull'obiettività dell'informazione giornalistica riguardante le grandi imprese e le figure di spicco dell'élite economica.
È stato infatti notato da più parti come i giornali di proprietà di John Elkann abbiano trattato la notizia in modo differente rispetto ad altri quotidiani. Ad esempio il quotidiano Repubblica ha scelto di non dare grande rilevanza alla notizia, pubblicandola in modo quasi nascosto a pagina 20. La scelta editoriale è stata quella di dare maggior spazio ad altri argomenti, come la cultura, la politica estera e l'intrattenimento. Anche La Stampa, altro giornale legato a Elkann, ha optato per una collocazione defilata della notizia. Nonostante il titolo accennasse all'apertura di un'inchiesta della Procura di Torino sull'eredità Agnelli, il nome di John Elkann è stato menzionato solo nell'occhiello, apparentemente sottovalutando la sua rilevanza nell'indagine.
Invece Il Corriere della Sera ha optato per una copertura più approfondita della notizia, pur non trattandola in prima pagina. L'articolo, posizionato a pagina 17, ha fornito un'apertura significativa alla questione dell'eredità Agnelli, con un'analisi dettagliata delle implicazioni dell'indagine. Questa scelta ha riflettuto una maggiore enfasi sull'importanza della notizia e sull'interesse pubblico ad essa legato.
È pur vero che ogni testata ha il diritto di decidere in autonomia la propria linea editoriale, tuttavia sarebbe importante che la copertura delle notizie avvenisse in modo trasparente e imparziale, garantendo al pubblico un'informazione completa e accurata.
In un contesto in cui la fiducia nella categoria dei giornalisti è già messa in discussione da fenomeni come le fake news e la polarizzazione politica, la censura mediatica su questioni di interesse pubblico mina ulteriormente la credibilità dei media. È essenziale che i media mantengano un ruolo di guardiano dell'informazione libera e imparziale, fornendo una copertura completa e obiettiva degli eventi che interessano la società nel suo complesso.
La trasparenza e la responsabilità sono valori fondamentali che devono guidare le azioni delle grandi imprese e delle loro leadership. In un momento in cui l'opinione pubblica chiede sempre più trasparenza e responsabilità da parte delle élite economiche e politiche, è fondamentale che le vicende giudiziarie riguardanti la famiglia Agnelli vengano affrontate con franchezza e senza tentativi di oscuramento. Ecco perché la gestione della notizia dell'indagine su John Elkann e la famiglia Agnelli da parte dei giornali di sua proprietà solleva importanti questioni riguardo alla libertà di stampa. La trasparenza e l'indipendenza dei media sono valori fondamentali per la salute della democrazia e la fiducia del pubblico nell'informazione giornalistica. I paladini della libertà di stampa non possono e non devono mai avere cedimenti su tali principi.