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LETTERA

Quanto sono clericali questi politici cattocomunisti

Di fronte alle reiterate accuse del Santo Padre che ha paragonato alcuni centri per i migranti a dei campi di concentramento, da statisti cattolici ci si aspetterebbe una presa di posizione chiara a difesa delle competenze dello Stato. O questa denuncia è vera e allora bisogna agire per mettere fine a questa situazione oppure non lo è e allora bisogna respingerla con fermezza.

Editoriali 04_05_2017
Centro di accoglienza per migranti

Caro direttore,

non avrei mai pensato che quasi alla fine del mio servizio episcopale avrei dovuto intervenire per difendere di fronte a uomini politici “cattolici” i diritti inesorabili e invalicabili dello Stato. Ci troviamo di fronte a uomini politici più o meno cattolici che sembrano ignorare i diritti e le competenze dello Stato. 

Vado all’esempio concreto: il Santo Padre Francesco è intervenuto reiteratamente a denunciare che anche in Italia in alcuni luoghi di accoglienza dei migranti si realizza una situazione analoga a quella dei campi di concentramento. Una accusa grave per cui ci sono solo due possibilità: o questa denuncia fatta più volte ha un qualche fondamento e allora degli statisti cattolici avrebbero dovuto far propria questa denuncia, ringraziare il Santo Padre per averla fatta e mettere in atto le operazioni per superare questa situazione; oppure, come sono portato a credere, le cose non stanno in questi termini, e allora si sarebbe dovuto respingere con fermezza queste accuse. Invece silenzio.

La difesa delle competenze dello Stato è una responsabilità inesorabile di chi serve lo Stato, non si può tacere. Ora, io credo che sia essenziale che degli uomini politici cattolici testimonino apertamente la loro dedizione allo Stato, la loro difesa delle competenze invalicabili che lo Stato ha di fronte a tutti, autorità religiose comprese.

Sono così vecchio da ricordare lo straordinario intervento che Alcide De Gasperi fece nei confronti di papa Pio XII, e stiamo parlando di un Papa di una sterminata cultura teologica e di una indiscussa e indiscutibile autorità pastorale e culturale: avvenne quando - secondo De Gasperi – il Pontefice aveva travalicato le sue funzioni e pretendeva di dare delle indicazioni strettamente partitiche per la gestione del Comune di Roma. Ma non possiamo dimenticare che altrettanta difesa della laicità dello Stato è stata fatta da altre personalità del mondo politico, cattolico e non.

Credo che sia molto importante che ci sia chiarezza da tutte le parti e soprattutto che chi ha la responsabilità dello Stato vada fino in fondo all’assunzione di questa responsabilità. La chiarezza è necessaria: la chiarezza dei compiti e delle funzioni, dei limiti e delle responsabilità. Senza questa chiarezza tutto è confusione.

Ti ringrazio di questa ospitalità, ma mi sembra che sia molto importante e insieme grave che sia una certa autorità ecclesiastica a difendere i diritti dello Stato. Ti saluto con affetto e gratitudine, soprattutto per l’impareggiabile difesa dei diritti di Dio, della Chiesa e dell’uomo che con la Nuova Bussola persegui quotidianamente.

*Arcivescovo uscente di Ferrara-Comacchio