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VIAGGIO APOSTOLICO

Quanto è seguito Papa Francesco negli Usa

A settembre sarà la prima volta di Papa Francesco negli Stati Uniti. I sondaggi sulla sua popolarità rivelano una certa disaffezione, però, fra i fedeli cattolici, soprattutto dopo la visita in America Latina e le accuse al sistema capitalista contenute nell'enciclica Laudato Si'. La Chiesa non deve seguire i sondaggi, ma sono importanti per capire come viene recepito il messaggio del Pontefice.

Ecclesia 04_09_2015
Papa Francesco, persona dell'anno 2013 su Time

Quando Papa Francesco visiterà gli Stati Uniti nel mese di settembre sarà la prima volta che Jorge Mario Bergoglio arriverà su queste sponde. Ma lo scorso mese, durante il volo di ritorno dall’America Latina, il Papa ha già dato qualche informazione sulle probabili tematiche che affronterà durante la sua visita a Cuba e negli Stati Uniti.

Il pontefice ha dato conferma a una considerazione che un certo numero di osservatori (me compreso) ha fatto sulla sua mancanza di chiarezza in temi economici. Infatti ha detto, “Io ho una grande allergia all’economia”, e “Io non capisco bene com’è la cosa”. Consapevole del fatto che alcuni negli Stati Uniti sono preoccupati per questa cosa, ha risposto con notevole apertura. “Ho sentito che alcune critiche sono state fatte negli Stati Uniti”, ma lui non ha avuto “il tempo di studiarle bene, perché ogni critica dev’essere recepita e studiata per poi fare il dialogo”. 

Tuttavia, restano reazioni contrastanti. Poco tempo dopo la visita in America Latina un sondaggio condotto dalla Gallup ha indicato che la popolarità di Papa Francesco è scesa dal 76% al 59%, calando quasi al livello di quando fu eletto due anni fa. I dati indicano inoltre che il papa è considerato meno popolare in quello che potrebbe essere definito il suo “ambiente” – i cattolici conservatori, con percentuali ancora più basse tra gli evangelici. Anche tra i progressisti le cifre mostrano un certo calo.

Rispetto alla popolarità dei suoi immediati predecessori, Francesco sta nel mezzo. Benedetto XVI e Giovanni Paolo II sono stati personaggi diversi che hanno vissuto in circostanze diverse. L’indice di popolarità per Benedetto XVI non è mai salito oltre il 63% e quello di Giovanni Paolo II non è mai calato sotto il 61%, raggiungendo anche un massimo di 86% (l’anno precedente alla caduta del comunismo).

Gli indici di popolarità possono essere importanti per i politici, ma non per un papa che si considera successore di San Pietro e Vicario di Cristo sulla terra. Il suo compito è quello di preservare le verità della fede, non quello di aumentare il numero dei voti favorevoli. La Chiesa non è una democrazia, dove alcuni dati elettorali potrebbero modificare il contenuto della dottrina della Chiesa come McDonald’s potrebbe alterare gli ingredienti in un Big Mac.

Eppure, questo sondaggio arriva due mesi prima della visita programmata del Papa negli Stati Uniti, e anche se il capo della più grande chiesa cristiana del mondo non può cambiare il suo messaggio, potrebbe però voler considerare in che modo tale messaggio viene recepito. Molti osservatori si sono affrettati a precisare che i dati dei sondaggi sono il risultato della promulgazione dell’enciclica ambientale del papa Laudato si’ e della sua visita in America Latina, in entrambi i casi sono state fatte osservazioni molto critiche circa l’effetto che ha l’economia di mercato sui poveri e sul il pianeta.

Come può un fedele cattolico, che crede anche che mercati più liberi comportino meno    povertà, fare una separazione tra ciò che il papa vuole per i poveri ed i mezzi che si sono dimostrati efficaci per sollevarli dalla povertà? Senza dubbio questo tipo di polemiche ha un’influenza sull’opinione che si fanno gli americani sul papa, ma non spiegano la perdita di consensi da parte dei progressisti che vorrebbero fare il tifo accanto a lui contro un’“economia che uccide”. Forse si sono resi conto che Papa Francesco è, dopo tutto, un cattolico.

Naturalmente il papa parlerà della tutela dell’ambiente e della necessità di una corretta amministrazione. I suoi predecessori hanno fatto lo stesso. E ogni seguace di Cristo deve essere ostinato nel difendere i poveri e gli emarginati. Ma quando la gente comincia a capire che gli aspetti da loro ritenuti importanti vengono ignorati o trattati con superficialità – oppure quando certi punti di vista legittimi non sono introdotti nel dibattito sull’economia e la povertà – è difficile avere un dialogo significativo.

Speriamo che quello che sembra essere un pregiudizio di Francesco contro il libero mercato possa trasformarsi, trasmettendo il messaggio che la vita ha un significato più grande che va oltre i profitti e le comodità; che la tecnologia può essere utilizzata per alleviare la condizione dei poveri e contribuire a pulire l’ambiente; che la soluzione alla povertà sta nella creatività e nella liberazione del mercato invece di suggerire che “L’alleanza tra economia e tecnologia finisce per lasciare fuori tutto ciò che non fa parte dei loro interessi immediati”. 

Non è proprio l’economia libera radicata in una cultura morale, che prende sul serio la verità, lo stato di diritto e la tecnologia, la principale responsabile di un ambiente più pulito, parti più sicuri e aspettativa di vita più lunga? Cominciamo davvero il dialogo.

*Padre Robert Sirico è il fondatore del think tank Acton Institute. La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su Roll Call, numero del 28 agosto 2015. Traduzione italiana dell'Istituto Acton