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VOCAZIONI

Quando Lui ci chiama, tutta la vita ricomincia

 Incrociando di giorno in giorno i santi del calendario, intravvediamo chiamate o constatiamo opere nelle quali non viene richiesta nessuna collaborazione previa da parte dell’uomo. Suscitando vocazioni, Dio ritesse da capo la filatura, con chi vuole e come vuole, gettando nuove sementi e accompagnandole nel fiorire dei giorni. 

Ecclesia 08_09_2016
La vita come risposta a una chhiamata

La seconda vocazione nasce in treno. È stato così per Madre Teresa, la brava insegnante del  Collegio delle Suore di Loreto ammirata da alunne e colleghe. Mentre il treno che la portava agli esercizi lasciava intravvedere gli sterminati sobborghi di Calcutta, la voce del Signore le parlava al cuore, chiedendole di lasciare il suo convento per dedicarsi ai poveri più poveri. 

Qualche anno dopo è la volta di don Giussani il quale, in treno da Milano a Rimini, percepisce come una ferita la drammatica ignoranza religiosa dei giovani studenti, avvertendo l’impulso di dèdicarsi a loro; molla l’insegnamento della teologia e scende a valle, tra gli studenti delle scuole di Milano. Due esperienze che fanno intravvedere come una “seconda vocazione” spunta all'orizzonte della vita quando si esce dal tram tram abituale e ci si imbatte in realtà inconsuete. La vita ricomincia a scorrere su un binario più alto. Dio ritesse da capo la filatura, con chi vuole e come vuole, gettando nuove sementi e accompagnandole nel fiorire dei giorni. 

La novità della iniziativa di Dio pervade di sorprese il mondo. Soprattutto quando – incrociando di giorno in giorno i santi del calendario - intravvediamo chiamate o constatiamo opere nelle quali non viene richiesta nessuna collaborazione previa da parte dell’uomo. Da dove ha preso spunto Dio quando ha fatto nascere Maria di Nazaret, e prima ancora quando è stata concepita immacolata nel grembo della madre? Quale “sì” ha prevenuto la sua pienezza di grazia? Un’immensa azione di elezione e di gratuità attraversa i secoli e conforma l’andamento del tempo. Come quando il Vangelo dice: «Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici…». É andato a chiamare proprio loro, dopo aver consultato il Padre celeste in un’intera notte di preghiera! 

Di fronte a questo fatto e ad altri ancora, ci guardiamo intorno e ci domandiamo: perché quello e quell’altro? E infine: perché me? Forse molte storie di vocazione non si manifestano in grandi opere esteriori, ma camminano sotterranee in vicoli nascosti: santità segrete che fermentano il mondo. Altre chiamate rimangono sentieri interrotti, disegni appena abbozzati, fuochi subito spenti, perché la libera scelta di Dio si è frantumata sul muro dei “no”, o è stata intercettata dalla sassaiola di cento alibi. Se si pensa a quanti chicchi nascono da una sola semente, a quanta vita sgorga da un rigagnolo d’acqua, si rimane presi dallo stesso stupore che ci prende guardando un bimbo appena nato. 

Il vento di Dio soffia sui rami degli alberi che ricoprono la foresta dell’umana libertà. La prima chiamata e la seconda e quelle che seguono ci intercettano in nuovi passaggi della vita, aprono sentieri e canali che vanno a percorrere la terra in tutti i tempi dell’anno. Settembre è un mese buono, con i suoi nuovi inizi: riapertura di luoghi di lavoro, chiamate di insegnanti e studenti, ripresa della vita di seminari e conventi. 

Il Signore chiama medici e scienziati, amministratori e politici, padri e madri e maestri, sacerdoti e monaci e monache, missionari e testimoni. Che cosa potrà ancora succedere – a noi e al mondo - se ancora la sua chiamata incrocia nuovi sì, come per i padri e le madri nella fede che ci hanno preceduto?