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GUERRE E PACE

Pure in vacanza il mondo brucia Ma c’è speranza…

Sono giorni di vacanza e di riposo, eppure il mondo continua a riprodurre sadicamente la propria autorovina, senza smettere alcuna delle sue aberrazioni. Che cosa cerchiamo? Non possiamo sottrarci all'immagine delle tragedie che ci circondano e che domandano la nostra partecipazione, a cominciare dalla preghiera.

Editoriali 13_08_2016
La tragedia di Aleppo

Nei giorni di vacanza in montagna spariscono quotidiani e telegiornali e anche i siti internet si rarefanno nella precarietà della connessione all'interno dell'albergo. Le notizie si trasmettono ancora a viva voce: è un amico arrivato nella nostra compagnia per presentarci il suo secondo romanzo, a riferirci il dramma dei due milioni di persone assediate ad Aleppo nella cerchia dei bombardamenti, in prevalenza donne e bambini. 

Il mondo continua a riprodurre sadicamente la propria autorovina, senza smettere alcuna delle sue aberrazioni. Non possiamo dunque sottrarci all'immagine delle tragedie che ci circondano e che domandano la nostra partecipazione, a cominciare dalla preghiera. A questo ci richiama anche il giro delle trincee sulle Dolomiti sopra Cortina, nello scenario delle Cinque Torri, spalancato nella corona di monti dal Lagazuoi al Cristallo alle Tofane. Intravvediamo camminamenti e stanzoni scavati nella roccia, senza poter immaginare la condizione dei soldati che stazionavano dall'una all'altra parete di roccia, minacciandosi, assaltandosi e sparandosi di giorno e di notte.

Lo avevano evocato l'altra sera i giovani del “Coro delle Cime del Santo'” che sono venuti a coinvolgerci nei canti della guerra del 15-18. Hanno ricordato anche gli improvvisi e provvisori episodi di solidarietà, tra soldati delle opposte trincee che si scoprivano reciprocamente fratelli. Ma la tragedia fu immane, e fatiche e sofferenze dei corpi e delle anime lacerarono uomini e famiglie e l'intera società europea.   

Che cosa cerchiamo dunque? Cosa cercano coloro che decidono di risolvere problemi e contese, gli uni con la guerra, gli altri con il terrorismo? Da dove ricomincia la costruzione del mondo, che nelle linee alte e leggere di questi monti appare così bello e pacifico? Siamo in vacanza, molte persone insieme, decine di famiglie, bambini piccoli e alcuni giovani uomini e donne. Il ritmo delle giornate è scandito dai momenti comuni della convivenza, con tempi di preghiera e grandi passeggiate sui monti, accogliendo la munificenza del dono di Dio che ci attrae attraverso sentieri e rifugi. 

Proprio nei pressi delle Cinque Torri incrociamo festosamente un gruppo di ragazzi accompagnati da un giovane sacerdote di una parrocchia della nostra zona. È dunque ancora possibile una vacanza insieme tra adulti o tra ragazzi, che fa sperimentare il gusto della fraternità, nella verità di un rapporto che trae origine dalla fede cristiana. L'Europa dei politici e la Chiesa dei programmi, in mille modi vengono poste di fronte ad esperienze di umanità e fraternità e apertura di cuore, persino nel tempo delle vacanze, quello che gelosamente ciascuno è tentato di giocare per sé solo, o al massimo nello stretto ambito familiare o amicale. 

Ci si mette  insieme convocati da una chiamata che rinfresca il cuore e lo libera da quelle ataviche riserve che ci fanno considerare estranei o forse nemici tutti gli altri. È un lieto esercizio di comunione che va a riverberarsi nei rapporti sociali e di lavoro. L'Italia e forse l'Europa sono attraversate da una rete di esperienze tessute di buona umanità. Famiglie e parrocchie, movimenti e comunità di ogni genere intrecciano nel terreno della vita le radici di una speranza che fa rinascere il mondo.