Psicosi al top, lo studio "scontato" sulla cannabis
L’autorevole Jama Psychiatry ha analizzato uno degli effetti collaterali più devastanti della cannabis: la psicosi. Le conclusioni sono allarmanti: è la cannabis legalizzata la responsabile dell’aumento dei fenomeni psicotici tra i giovani che la utilizzano. Da qui un produzione di un decalogo che inizia così: il modo più efficace per evitare ogni rischio è astenersi dall’usarla.
![Manifestazione radicale pro cannabis Manifestazione radicale pro cannabis](https://lanuovabq.it/storage/imgs/lp-3185514-large.jpg)
Con una ricerca effettuata su 118.497 partecipanti in un periodo che va dal 1991 al 2013 l’autorevole Jama Psychiatry, ha stabilito un nesso tra la legalizzazione per uso medico e l’aumento dell’uso ricreativo della cannabis negli Stati Uniti. Dati che confermano che la legalizzazione per uso medico non è altro che una via attraverso la quale ampliare il mercato.
La stessa rivista ha anche analizzato uno degli effetti collaterali più devastanti di questa droga d’abuso così diffusa: la psicosi. Lo studio longitudinale ha visto la partecipazione di 5.300 giovani di età compresa tra 14 e 19 anni (56,1% di sesso femminile) e ha preso in considerazione il parallelo tra fumo di sigarette e quello di cannabis in rapporto con l’insorgenza di episodi psicotici. Siccome l’uso di tabacco e cannabis è spesso associato risulta molto importante distinguere gli effetti sulla salute mentale dei giovani anche perché spesso il fumo di sigaretta è stato collegato a fenomeni psicotici e quindi è risultato utile capire quale delle due sostanze fosse la responsabile principale dei fenomeni in questione. Fenomeni caratterizzati da allucinazioni, episodi maniacali, disturbi cognitivi. E anche qui le conclusioni sono allarmanti: è la cannabis la responsabile dell’aumento dei fenomeni psicotici tra i giovani che la utilizzano.
E allora si cerca di correre ai ripari per ridurre il danno, danno che questa volta è provocato, si dall’uso, ma in regime di legalizzazione. Nell’agosto 2017, l’American Journal of Public Health, pubblicazione mensile dell’American Public Health Association, ha pubblicato un lavoro di Benedict Fischer con un decalogo per ridurre i rischi da uso di cannabis. Se non fosse per l’autorevolezza della pubblicazione e la qualità degli estensori, certe conclusioni paradossali farebbero quasi ridere.
Dopo aver preso in esame la sterminata letteratura sul tema dai database di Medline, Embase, PsycInfo e Cochrane Library, la prima delle raccomandazioni farebbe impallidire monsieur de La Palisse: il modo più efficace per evitare ogni rischio da uso della cannabis è astenersi dall’usarla. E poi si entra nel merito dei gravi problemi che i legalizzatori di mezzo mondo hanno sottovalutato cioè che i ragazzi sotto i 16 anni cominciano con la marijuana e tanto più precoce è l’utilizzo tanto più gravi sono le conseguenze per la salute perché la cannabis colpisce lo sviluppo cerebrale. Quindi la seconda raccomandazione è: evitare l’uso precoce.
Le raccomandaizoni proseguno con il conoscere la natura e la composizione della cannabis che si usa perché oggi la percentuale di Thc, il principale principio attivo contenuto nella cannabis, è molto alta e quindi: fumarsi canne con basso contenuto di Thc. Chi cerca lo sballo vuole effetti sempre più forti e tanto vale tornare al punto uno perché chi si fumerebbe una canna senza effetti?
Tra le evidenze si segnala poi: evitare i cannabinoidi sintetici che sono ancora più pericolosi; la cannabis inalata per combustione provoca gravi problemi respiratori, quindi assumerla per altre vie, l’inalazione profonda perché trattenere il respiro, aumenta l’assorbimento delle sostanze psicoattive e l’ingresso di materiale tossico nel sistema polmonare.
Le ultime raccomandazione riguardano l'uso frequente o intenso che aumenta i rischi e il pericolo di guidare sotto gli effetti della cannabis perché comporta un aumento di incidenti stradali. Infine: attenzione alle donne in stato di gravidanza e i soggetti con predisposizione a problemi psicotici o che hanno familiari di primo grado con disturbi di questo tipo.
Che dire di queste raccomandazioni? Disarmanti perché stanno a significare la presa d’atto del dilagare dell’uso di marijuana: un adulto su otto e un giovane su tre nel Nord America ne fa uso e i pericoli per la salute individuale, ma anche per la società, sono notevoli e subdoli perché si manifestano a distanza di tempo anche se, ovviamente, non colpiscono tutti i fumatori. Ma questo vale per tutte le forme di abuso. Quindi queste precauzioni per l’uso dovrebbero essere utili per chi si ostina a insistere sulla legalizzazione o, peggio ancora, per chi afferma che è come fumare una sigaretta o bere un bicchiere di vino.