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SPAGNA

Protestare contro l'aborto: partono gli arresti

A Madrid l'attivista pro life Jesus Poveda è stato arrestato durante una manifestazione davanti alla clinica per aborti Dator. Il medico stava portando avanti una resistenza pacifica per impedire gli aborti. Gli agenti lo hanno ammanettato e portato in commissariato. Succede in una democrazia europea. Chissà per quanto tempo ancora tale. 

Vita e bioetica 29_12_2016
L'arresto di Poveda

Arrestare i manifestanti è una chiara forma di coercizione delle opinioni tipica delle dittature. E in Spagna è avvenuto nella mattinata di ieri, quando la Chiesa ricordava la memoria dei Santi Innocenti. E’ in quell’occasione che, come già accaduto in passato, il dottor Jesus Poveda, uno degli attivisti pro life in terra iberica più noti e battaglieri, si è recato con alcuni militanti anti aborto, davanti al portone di ingresso della clinica Dator di Madrid, il più grande abortificio di Spagna.

Una protesta in forma di testimonianza attiva per segnare con un atto dimostrativo forte l’importanza della battaglia. Poveda si è seduto con un drappello di manifestanti, tra loro anche bambini e ha iniziato la sua protesta. Impensabile sperare che la cosa finisse lì configurandosi di fatto il reato di interruzione di servizio pubblico. Infatti dopo pochi minuti hanno fatto capolino alcuni agenti di Polizia, chiamati dal portavoce della stessa clinica, che hanno raggiunto il medico e dopo averlo fatto cadere a terra lo hanno arrestato e portato in commissariato in manette.

Poveda non è nuovo a iniziative di questo tenore. Le stesse che vedono dall’altra parte dell’oceano protagonista Mary Wagner, anche lei incarcerata per protestare contro l’aborto e convincere le donne a non uccidere i loro figli. La protesta di quest’anno aveva un preambolo di quelli da far tremare i polsi. Come dimostra la storia raccontata anche dalla Nuova BQ di Manuela, una donna alla quale era stata diagnosticata una malformazione del bimbo che portava in pancia proprio alla clinica Dator, che l’aveva così convinta ad abortire.

La donna era stata “intercettata” dall’equipe di Poveda che l’aveva convinta ad effettuare una ecografia presso una struttura diversa. Il risultato era stato sorprendente: il bambino non solo non era malformato, ma erano due gemelli sanissimi. Manuela ha scodellato i due bimbi poco prima di Natale e la sua storia è stata la molla che è servita a Poveda per lanciare le sue accuse alla Dator, colpevole, a suo dire, di presentare ecografie fasulle per indurre le donne ad abortire e fare così cassa.

 L'arresto di Poveda

Poveda ha spiegato al quotidiano Actuall la natura della sua iniziativa: “Durante l’anno diamo assistenza alle donne che vengono ad abortire mentre per un solo giorno all’anno, in occasione dei Santi Innocenti, invece di assistenza, facciamo resistenza affinché non entrino dentro lo stabile”. Ora, la prima osservazione che viene è che in fondo Poveda se la sia cercata. D’altra parte se ti metti a ostacolare un’attività resa lecita da una legge dello Stato, devi accettarne anche le conseguenze.

Vero, ma è altrettanto vero che l’aborto è l’uccisione di un innocente e in coscienza si dovrebbe fare tutto per fermare il male. Anche usare la forza pur se in forma pacifica? Annoso dilemma, ma il male è male. Fermarlo o accettarlo? Agli uomini di buona volontà e coraggio l’ardua sentenza senza dimenticare che quella dell’aborto è una legge dello Stato mentre quella di salvare una vita umana è una legge che viene prima di esso. In fondo anche Antigone, decidendo di dare sepoltura al fratello, sapeva di contravvenire ad una legge dello Stato. Ma l’ha fatto comunque per affermare una legge naturale superiore alle direttive mondane.

La protesta si è sviluppata in forma pacifica anche se “invasiva” da parte dei volontari mentre alcuni dipendenti dell’abortificio sono usciti fuori per minacciare gli attivisti. Poi l’arrivo della Polizia che lo ha portato, ammanettato, al commissariato madrileño di Tetuán.

Succede in una democrazia europea come la Spagna che sforna numeri da capogiro. Nel solo 2015 sono stati 100mila i bambini abortiti, un numero pari agli abitanti della città di Segovia. Una città scomparsa per sempre ogni anno che passa.