Prima giornata del Papa in Indonesia
Francesco è arrivato ieri a Giacarta. Questa mattina i primi appuntamenti al Palazzo presidenziale per la cerimonia di benvenuto e l'incontro con le autorità.
Partito nel pomeriggio di lunedi, Francesco è arrivato ieri a Giacarta. Oggi il primo giorno "pieno" del viaggio più lungo del pontificato che, dopo l'Indonesia, lo condurrà in Papua, Timor Est e Singapore.
Questa mattina ha già avuto luogo la cerimonia di benvenuto davanti al Palazzo Presidenziale, seguita dalla visita di cortesia al presidente indonesiano Joko Widodo. Alle 10:30 ora locale (le 5:30 del mattino qui in Italia) il Papa ha incontrato le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. Nel suo discorso ha preso spunto dall'«immenso arcipelago di migliaia e migliaia di isole bagnate dal mare che collega l’Asia all’Oceania» e dal motto «“Bhinneka tunggal ika” (“Uniti nelle diversità”, letteralmente “Molti, ma uno”)» esaltando la «realtà multiforme di popoli diversi saldamente uniti in una sola Nazione» quale «ricchezza più grande» del popolo indonesiano.
In questo contesto multiforme «la Chiesa desidera incrementare il dialogo interreligioso. Si potranno eliminare in questo modo i pregiudizi e far crescere un clima di rispetto e di fiducia reciproca, indispensabile per affrontare le sfide comuni, tra le quali quella di contrastare l’estremismo e l’intolleranza, i quali – distorcendo la religione – tentano di imporsi servendosi dell’inganno e della violenza». Francesco afferma che «la Chiesa Cattolica si pone al servizio del bene comune e desidera rafforzare la collaborazione con le istituzioni pubbliche e altri soggetti della società civile, ma mai facendo proselitismo, mai» – sottolineatura immancabile nei discorsi papali – «rispetta la fede di ogni persona. E con questo, incoraggia la formazione di un tessuto sociale più equilibrato e per assicurare una distribuzione più efficiente ed equa dell’assistenza sociale».
Quindi evoca il preambolo della Costituzione del 1945 che «fa riferimento a Dio onnipotente e alla necessità che la sua benedizione scenda sul nascente Stato dell’Indonesia» oltre che alla giustizia sociale. Anche laggiù ripropone la dicotomia cani versus figli, elogiando le famiglie indonesiane con «tre, quattro, cinque figli che vanno avanti. E questo si vede nel livello d’età del Paese. Continuate così. È un esempio per tutti i Paesi. Forse questo fa ridere; forse certe famiglie preferiscono avere un gatto, un cagnolino, e non un figlio. Questo non va».
«Unità nella molteplicità, giustizia sociale, benedizione divina»: alla luce di questi principi il Papa auspica «che tutti, nel loro quotidiano agire, sappiano trarre ispirazione da questi principi e renderli effettivi nell’adempimento ordinario dei rispettivi doveri, perché opus justitiae pax, la pace è frutto della giustizia».