Politeismo pacifico? Chiedete a Nerone e a Hitler
Sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia in un inciso scrive: «Tutti sappiamo che il monoteismo in quanto tale intrattiene un oscuro rapporto con la violenza». La frase è bella. Ma falsa. Come quella su un presunto politeismo pacifico e tollerante. Vedi Nerone e Hitler, ad esempio.
Sul Corriere della Sera di ieri, in un articolo che pure porta finalmente alla ribalta il problema islam, Ernesto Galli della Loggia in un inciso scrive: «Tutti sappiamo che il monoteismo in quanto tale intrattiene un oscuro rapporto con la violenza». La frase è bella. Ma falsa.
Non è vero che i monoteismi in quanto tali intrattengano «un oscuro rapporto con la violenza»: è vero per l’islam che prevede anche la violenza (non oscura, ma esplicita) affinché il nome di Allah sia onorato e rispettato da tutti e in tutto il mondo. Qualche esempio tratto dal Corano, il libro che Allah detta a Maometto (detta, e quindi è difficile pensare che possa essere modificato dal momento che è Dio stesso a parlare e ordinare): «In verità, la ricompensa di coloro che combattono Iddio e il suo Messaggero e si danno a corrompere la terra è che essi saranno massacrati, o crocifissi, o amputati delle mani e dei piedi dai lati opposti, o banditi dalla terra» (Corano 5,33); «Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi […] Non siete certo voi che li avete uccisi, è Allah che li ha uccisi» (Corano 8, 12-17).
La leggenda del politeismo tollerante nasce in ambito anticristiano: è un modo come un altro per infamare, anche se indirettamente, i cristiani, facendo di tutta l’erba un fascio. Per chiarire quanto tollerante e non violento fosse il politeismo pagano basta citare un brano di Tacito che così racconta la prima persecuzione anticristiana scatenata da Nerone: «Quando andavano alla morte si aggiungevano loro gli scherni: si facevano dilaniare dai cani, dopo averli vestiti di pelli ferine, o si inchiodavano su croci, o si dava loro fuoco, perché ardessero a guisa di fiaccole notturne dopo il tramonto del sole. Nerone aveva offerto per tale spettacolo i propri giardini e celebrava giuochi nel circo, frammischiato alla plebe in abito d’auriga, o prendeva parte alle corse, in piedi sul carro».
Convinto della pacifica positività del paganesimo è Adolf Hitler, che esplicita la sua convinzione in modo chiarissimo ne i Discorsi a tavola: «Il mondo antico aveva i suoi dei e serviva i suoi dei. Ma i preti, interposti tra gli dei e gli uomini, erano servitori dello Stato, perché gli dei proteggevano la Città. Insomma, erano l’emanazione di una potenza che il popolo aveva creata. L’idea di un dio unico era impensabile per quella gente. In questo campo i Romani erano la tolleranza in persona. L’idea di un dio universale non poteva apparir loro che una dolce follia».
Hitler si ripromette di liberare il mondo da ebrei e, a seguire, cristiani. Il presupposto culturale su cui è fondato il suo sogno palingenetico è duro a morire. Non sarebbe ora di farla finita con questo ciarpame anticristiano? Non ha ancora fatto abbastanza danni (soprattutto a noi italiani) la capillare, menzognera, propaganda anticattolica?