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COMING OUT

Poliamore, la nuova frontiera sentimentale ci entra in casa

L'attore e ballerino americano Frankie Grande annuncia su Instagram il suo menage a tre con una coppia gay. È solo il primo testimonial di una nuova tendenza promossa dallo star system, logica conseguenza dell'accettazione del "love is love" che domina la nostra cultura. Se è il sentimento amoroso a fondare la famiglia, come opporsi all’ipotesi che esso possa interessare anche più di due persone?

Famiglia 08_11_2018
Frankie Grande e i suoi "fidanzati"

Se credete che «fare coming out» significhi dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, non abbiatene a male ma siete rimasti indietro. La nuova frontiera sentimentale sta infatti diventando un'altra, quella del «poliamore», ossia del legame non fra due bensì fra più persone. Fra i pionieri di questa nuova ed emergente tendenza si è in questi giorni fatto avanti un nome di peso dello star system internazionale, quello di Frankie Grande, 35 anni, attore e ballerino, fratello della più nota Ariana, attrice, cantante e compositrice statunitense, il quale ha annunciato pubblicamente la sua unione con…due uomini. Proprio così.

Attraverso Instagram, ultimamente evoluto a ufficio di stato civile virtuale dove gli amori iniziano e finiscono, Grande ha ufficializzato il proprio 'ménage à trois' con una coppia gay sposata da meno di un anno, quella composta da un medico, Mike Bohl, e da un avvocato impegnato per i diritti umani, Daniel Sinasohn. I tre hanno scelto di diffondere la notizia ad Halloween con uno scatto in omaggio a David Bowie, ricreando i costumi di Ziggy Stardust, ma i follower più attenti fanno notare come non sia la prima volta che la coppia compare negli scatti social dell’attore. Era, insomma, solo questione di tempo.

Adesso però che questo «poliamore» è di pubblico dominio, il sospetto è che ne possano essere ufficializzati altri. E altri. E poi altri ancora, innescando – lo si diceva poc’anzi – una vera e propria tendenza che non soltanto i mass media, c’è da scommettere, incenseranno come trasgressiva, ma risulterà difficile anche solo contestare.

Questo perché, una volta accettato l’obamiano «love is love», ossia il paradigma culturale tale per cui è il sentimento amoroso a fondare la famiglia, come opporsi all’ipotesi che esso possa interessare anche più di due persone? Chi saremmo infatti noi, verrebbe amaramente da aggiungere, per giudicare tre, quattro o cinque innamorati nel momento in cui essi desiderano stare assieme, aiutarsi a vicenda e domani, magari, adottare un bambino evitandogli l’orfanotrofio?

Possono apparire provocazioni ma queste altro non sono, si badi, che logiche conseguenze dell’impostazione culturale dominante. Tanto più, poi, che il «poliamore» - di cui Frankie Grande sarà solo il primo, c’è da temere, di una lunga serie di testimonial – risulta una realtà prevista e in qualche modo auspicata da alcuni. Come per esempio Jacques Attali, l’economista ed ex consigliere di Mitterand, nonché padrino politico del presidente Macron, il quale, nei suoi testi prefigura un mondo dove le relazioni tutte verranno sostanzialmente a liquefarsi in favore di illimitate libertà, con legami multipli e sempre revocabili.

«Un giorno», prevede a questo proposito Attali, che andrebbe preso tremendamente sul serio, «il sentimento amoroso potrà essere talmente intenso da implicare più persone alla volta […], il poliamore, in cui ciascuno potrà avere più partner sessuali distinti; la polifamiglia, in cui ciascuno apparterrà a più famiglie; la polifedeltà, in cui ciascuno sarà fedele a tutti i membri di un gruppo dalle sessualità multiple».

Dunque il debutto via Instagram del «poliamore» di Grande rischia realmente di essere solo la punta dell’iceberg, la prima avvisaglia di una valanga che sta per abbattersi; basti pensare che già nel 2009 il settimanale Newsweek riferiva di molte decine di migliaia di unioni «poliamorose».

Che fare, allora? La sola possibilità realmente praticabile, da parte del mondo cattolico e in generale da tutti coloro che hanno a cuore principi che oggi suonano stranamente arcaici - come quelli per cui la famiglia è solo quella composta da un uomo e da una donna e i bambini hanno diritto ad un padre ed una madre - è quella di riaffermare l’esistenza di una legge naturale dalla quale l’istituto matrimoniale e quindi familiare trae fondamento; una legge calpestata la quale le perversioni della morale non possono più avere fine. Certo, per fare tutto ciò occorre il coraggio di andare controcorrente. E forse è proprio questo il vero problema.