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LA NON NOTIZIA

Pitbull azzanna bimba: solo una breve in cronaca

E due. Ricordate quando scrissi della bimba di due anni sbranata a Pordenone dal cane della zia? L’indomani di nuovo: altra bimba, altro cane. Questa volta all’altro capo dello Stivale, a Lecce. Cambia, di poco, la situazione: la bimba leccese ha tre anni anziché due, il cane non è della zia ma dello zio, ed è un pitbull

Cronaca 10_06_2015
Canne azzanna bimba: non è più una notizia

E due. Ricordate quando scrissi della bimba di due anni sbranata a Pordenone dal cane della zia? Il pezzo uscì l’1 giugno. L’indomani, manco a farlo apposta, di nuovo: altra bimba, altro cane. Questa volta all’altro capo dello Stivale, a Lecce. Cambia, di poco, la situazione: la bimba leccese ha tre anni anziché due, il cane non è della zia ma dello zio, non è un pastore tedesco ma un pitbull, la vittima non è morta ma in prognosi riservata. Si tratta, secondo la prassi editoriale, di una non-notizia. Com’è noto, se un cane morde un uomo non è una notizia, lo è se è l’uomo a mordere il cane. Ora, proprio questo aneddoto redazionale dimostra che, da che mondo è mondo, i cani mordono gli umani. Il caso inverso non si è mai dato. O, se chissà dove e chissà quando una-volta-una lo è stato, sarà avvenuto nei paraggi di un manicomio. 

Dunque, ancora, non-notizia: «Pazzo furioso morde un cane». Nelle brevi locali, se proprio un direttore ha qualche spazio da dover riempire. Infatti, come da copione, la bimba sbranata a Lecce, lì è finita e l’ho saputo solo perché un amico, letto il mio articolo, mi ha segnalato la coincidenza. E io che ho fatto? Dopo decenni di mestiere, l’ho accantonata. Già: ne avevo appena scritto, se la prima era di suo una “poco notizia” la seconda, giornalisticamente parlando, lo era ancora meno. Però poi ci ho ripensato. La bimba di Lecce, se sopravvive, difficilmente conserverà la gamba stritolata dal pit-bull, cane da combattimento le cui mascelle generano una forza da pressa idraulica. Mai letto il classico dei classici sui cani, Zanna Bianca? Il protagonista, nelle scene finali, viene azzannato alla gola proprio da uno di questi mastini, che non molla la presa nemmeno quando il padrone della vittima gli infila la canna di una pistola tra i denti cercando di aprirglieli facendo leva. Solo che, di questi tempi, fa più “notizia” il bastardino che va tutti i giorni sulla tomba del padrone, o il cagnetto che abbaia avvisando dell’incendio in soggiorno. Il pubblico con queste storie si commuove, dunque “fanno notizia”, i giornali vendono qualche copia in più e le ditte di alimenti per cani aumentano le vendite. 

Un tempo al cane si davano gli avanzi, oggi –vedi la pubblicità- il loro cibo è gourmet con tanto di chef stellato. Il politicamente corretto ha smantellato quasi tutti i proverbi e i modi di dire popolari, tra cui “vita da cani”. I proverbi e i modi di dire popolari erano il condensato della saggezza e dell’esperienza accumulate nei millenni: la loro liquidazione dà la misura del mondo alla rovescia in cui ci tocca vivere. Bambini sbranati dai cani? No, la “notizia” -e da prima pagina- è un ex campione americano di decathlon che, dopo tre mogli e dieci figli, a sessantacinque anni decide di cambiare sesso. Copertina su Vanity Fair, realizzata da uno staff di fotografi e truccatori da Oscar che fanno sembrare una vamp l’anziano ex macho. Nell’era Obama, rimbalzo su tutti i media mondiali. Ma torniamo ai nostri cagnoni nazionali mangia-bimbetti. Per guidare un’auto ci vuole la patente, che te la ritirano se infrangi le regole. Perché? Perché con l’auto puoi ammazzare o storpiare la gente. È un’arma. La patente (che i francesi chiamano, più correttamente, permis de conduire), per giunta, ha tempi di scadenza, e devi dimostrare di aver conservato i requisiti fisici e mentali se ne vuoi un’altra. Il porto d’armi ci vuole perfino per un coltello o una fionda, e il possesso di «oggetti atti a offendere» è sanzionato penalmente. Invece, la detenzione di cani di grossa taglia è totalmente libera, e solo un’ecatombe farà –forse, molto forse- prendere in considerazione il problema. 

Pensiamo alla discussione sul cosiddetto “omicidio stradale”: l’ecatombe c’è già, e di vecchia data, ma a Bisanzio ancora si discute. Sì, perché ci sono interessi confliggenti in ballo: l’iper-tutela di immigrati e nomadi, le “forze” che vogliono liberalizzare le droghe “leggere”, il sovraffollamento carcerario e la depenalizzazione dei “reati minori” (che però sono quelli che rendono la vita quotidiana un inferno). Sarebbe, in fondo, semplice (e assennato): chi vuol detenere cani di x peso deve prima frequentare un corso e conseguire apposita patente, mentre la Guardia Cinofila fa quello che fa la Polizia Stradale. Ma vallo a dire a quelli per cui le “priorità” sono sempre “ben altre”. Le nozze gay, per esempio.