Pisa, nel Duomo l'anfora miracolosa delle nozze di Cana
La Cattedrale di Santa Maria Assunta a Pisa si erge dal 1064, da quando la flotta della Repubblica Marinara devolvette un bottino di guerra all’erigendo Duomo. Tra i tesori custoditi in Duomo, l’anfora sulla colonnina a destra dell’abside che si dice sia quella con cui Gesù trasformò l’acqua in vino.
Tra i miracoli dell’omonima piazza pisana, così ribattezzata da Gabriele D’Annunzio, la Cattedrale di Santa Maria Assunta si erge dal 1064, ovvero da quando la flotta della Repubblica Marinara, depredate alcune navi saracene al largo di Palermo, devolvette il prezioso bottino all’erigendo Duomo. Il miracolo architettonico fu poi compiuto dal leggendario Buscheto, di probabile origine armena. Di lui poco si sa e si suppone che il progetto originario del complesso monumentale, ad eccezione del Camposanto, sia stato da lui ideato e che il Duomo di Pisa sia stata, infine, la sua unica impresa. Gli subentrò, successivamente, Rainaldo responsabile del prolungamento dell’edificio e della luminosa facciata.
Solennemente consacrata del 1118, la chiesa potè dirsi definitivamente conclusa solo sul finire del secolo, con l’inserimento dei battenti bronzei del portale centrale di Bonanno Pisano, distrutti in quel devastante incendio del 1595 in seguito al quale si diede nuovo impulso al programma decorativo coinvolgendo artisti moderni, tra cui i fratelli Riminaldi, Orazio e Girolamo, cui si deve l’affresco con l’Assunta nella calotta della cupola. Di Bonanno si conserva, ancora oggi, in Museo, la celebre porta di San Ranieri i cui riquadri, sostituiti in loco da copie, narrano, dal basso verso l’alto, episodi del Nuovo Testamento. La vocazione cosmopolita della città toscana, crocevia di traffici commerciali, di popoli e di genti, si riflette nella poliedricità culturale cui fanno riferimento diversi elementi architettonici e strutturali del Duomo. La cupola ellittica, per esempio, risente di influssi orientali mentre proprie del romanico lombardo sono le arcatelle cieche che si susseguono all’esterno, il cui rivestimento policromo è in linea con la tradizione toscana.
La facciata con quattro ordini di gallerie sovrapposte e praticabili conferisce all’edificio, nell’insieme imponente e monumentale, un forte effetto luministico. L’interno, in marmi bianchi e neri, è a croce latina con ampio transetto e cinque navate suddivise tra loro da colonne monolitiche di marmo grigio con capitelli di ordine corinzio. Quella centrale è coperta da soffitto seicentesco a cassettoni dorati mentre quelle laterali sono sormontate da matronei. Miracolosamente sopravvissuto alle fiamme del 1595 è il mosaico del catino absidale con Cristo tra la Vergine e San Giovanni. L’Evangelista è l’unica opera documentata di Cimabue che la realizzò nel 1302, poco prima di morire. Scampò al fatidico incendio anche il capolavoro di Giovanni Pisano, il poligonale pergamo trecentesco che con la sua articolata narrazione scultorea diede voce al rinnovato fervore religioso dell’epoca. Le formelle, per la prima volta ricurve, raccontano la vita di Cristo riempiendo completamente lo spazio con un inedito senso del movimento.
Una curiosità: si dice che l’anfora sulla colonnina a destra dell’abside sia quella con cui Gesù trasformò l’acqua in vino in occasione delle Nozze di Cana. Nella Cattedrale Metropolitana Primaziale di Santa Maria Assunta si conservano le reliquie di San Ranieri, patrono della città di Pisa.