Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

SANTI

Picarreta, la volontà di Dio nell'esperienza mistica

Riscopriamo la figura della Serva di Dio Luisa Picarreta, vissuta a letto per 60 anni in continuo stato di "sofferenza mistica". Fu il Signore a prenderla, fin da piccola, in “direzione spirituale”, facendole fare un serio cammino ascetico nella pratica delle virtù e dei doni, fino a condurla al “Matrimonio spirituale”.

Ecclesia 18_01_2017

Tempi davvero insoliti quelli che stiamo vivendo. Si fa pubblica e sfrontata dichiarazione di ateismo, si compiono atti blasfemi di gravità inaudita, ma nel contempo si diffondono, neanche tanto a buon mercato, le più svariate iniziative in vista di una vaga ricerca del divino. Per averne un’idea basta leggere il documento del Pontificio Consiglio della cultura e del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso dal titolo Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age: «La psicologia è utilizzata per spiegare l'espansione della mente come esperienza “mistica”. Lo yoga, lo zen, la meditazione trascendentale e gli esercizi tantrici conducono all'autorealizzazione o illuminazione. Si crede che le “esperienze culmine” (rivivere la propria nascita, viaggiare fino ai confini della morte, il biofeedback, la danza e perfino gli stupefacenti, qualsiasi cosa che provochi uno stato alterato di coscienza), conducano all'unità e all'illuminazione. Poiché c'è una sola Mente, alcune persone possono essere canali per raggiungere esseri superiori».

Tutto ciò non fa altro che rendere manifesto il fatto che il desiderio di Dio è insopprimibile. La tendenza di oggi, al riguardo, però è quella di manipolarlo, sfruttando la sempre più diffusa confusione sul tema “Dio”. Questa ricerca spirituale, ignara della solida tradizione mistica cristiana che si avvalse della dottrina di santi come Bonaventura da Bagnoregio, Caterina da Siena, Giovanni della Croce, per citarne solo pochi, viene ora convogliata verso paradisi artificiali o utopici mondi perfetti che conducono l’uomo ad un falso riavvicinamento con Dio. Ciò avviene in tantissimi ambienti, da quelli ispirati alle filosofie orientali ad altri con tendenze neo moderniste, che privilegiano un vago sentimentalismo e una presunta esperienza “diretta” di Dio. Dietro a questi, la gnosi, vale a dire una dottrina che disprezza la creazione e la materia, in un’ansia di libertà assoluta, senza verità.

La smentita di tutto questo si può trovare anche negli scritti di una povera vecchietta, Luisa Picarreta (1865-1947), Terziaria domenicana, nata a Corato, in Puglia, vissuta a letto per una sessantina d’anni, senza neanche avere terminato la seconda elementare. Nessuna malattia la obbligava in quelle condizioni, bensì solo il suo stato di sofferenze mistiche, da cui era liberata solo in virtù della benedizione di un sacerdote, e la sua offerta di “vittima volontaria”. Percorse il suo cammino spirituale nella perfetta ubbidienza alla Chiesa, in particolare ai suoi confessori, uno dei quali, sant’Annibale di Francia, le ordinò, nonostante tutte le sue ripugnanze verso questo compito, di non omettere una virgola di quanto Gesù le andava dicendo. Infatti fu il Signore a prenderla, fin da piccola, in “direzione spirituale”, facendole fare un serio cammino ascetico nella pratica delle virtù e dei doni, fino a condurla al “Matrimonio spirituale”, per poi insegnarle che cosa significa la “Vita nella divina Volontà”, così che fosse in grado di diffondere questa dottrina attraverso un’opera che scrisse per tutto il corso della sua vita, dal titolo Libro di cielo. “Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Il richiamo delle creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. Questi scritti sono un bellissimo dialogo tra Luisa e Gesù che risponde, in veste di Maestro e di Padre tenerissimo, alle continue domande sulla divina Volontà, sul rapporto tra Dio e l’uomo, su come Egli può venire a regnare nell’anima. Un testo di rara profondità e correttezza dottrinale dai chiarissimi echi tomisti, di una bellezza che sfiora talvolta la poesia.

E già questo non andrebbe molto bene ai moderni “mistici” che guardano con sufficienza la pratica delle virtù umane, e, in genere, trovano comodo evitare la strada delle rinunce. A ciò si aggiunga che tutti questi scritti sono l’esaltazione di Dio e della Sua opera di Creazione, Redenzione e Santificazione, che è tutta amore e tenerezza per la “piccolezza” della creatura. Qui si dice, infatti, che ai “piccoli” come Luisa Dio si sente portato a confidare i Suoi segreti ineffabili ed infiniti. Vale a dire tutto l’opposto della superbia che si cela dietro la gnostica pretesa dell’uomo di essere come Dio, di farsi da sé la legge morale, di possedere per virtù propria una conoscenza superiore che è per pochi. Ancora tutto il contrario della mistica neo modernista che parte dal principio per cui l’uomo sarebbe in grazia “per natura”, senza fare lo sforzo di convertirsi.

La Serva di Dio, Luisa (nel 1994 si aprì l’Inchiesta diocesana sulla fama di santità, già terminata nel 2005), invece, chiamata “la piccola figlia della divina Volontà”, non ricevette il carisma dei miracoli, perché ebbe il compito di realizzare il “miracolo dei miracoli”, cioè fare sempre la Volontà di Dio così da arrivare a vivere nella divina Volontà e di divina Volontà. Non può sfuggire, infatti, a nessuno come in questi tempi non ci sia opera più rara che fare sempre la Volontà di Dio, la quale viene fraintesa come un’opprimente imposizione dalla falsa mistica di stampo gnostico, che atteggiandosi a grande spiritualità, in realtà non si adopera se non ad esaltare indebitamente la volontà umana, facendoci pensare che la felicità sia solo lontano dalla Volontà di Dio. Il panteismo che si cela dietro la gnosi, infatti, toglie l’identità personale a Dio, identificandolo col mondo. Ma se Dio non ha un io, non avrà neanche una ragione e una volontà. Ciò Gli sottrae la possibilità di voler comunicare razionalità e bellezza al mondo fatto anche di materia, di voler formare l’uomo come figlio, così da imprimere in esso la Sua somiglianza e da relazionarsi con lui.

E’ questo che gli scritti di Luisa smentiscono con chiarezza, per mezzo di immagini splendide sulla natura, ricche di echi scritturistici, che descrivono la forza e la bellezza che pervade il creato, realizzato proprio perché in esso brilli la traccia che rimanda costantemente a Dio e perché in esso scorra la vita della Volontà di Dio che dice alla creatura “Ti amo e voglio amore”. La Serva di Dio, a nome di tutte le anime, è chiamata così a rispondere con il suo apprezzamento al “mormorio” continuo della voce appassionata dell’Amore di Dio che ci cerca attraverso ogni cosa. Luisa, quindi, col suo nascondimento, si fa modello di santità per i nostri tempi di solitudine interiore ed esteriore; per coloro che non trovano più punti di riferimento in alcuna cosa; in definitiva, per tutti coloro che vogliono accogliere la divina Volontà in loro. A questi è riservata la vera felicità a partire da questo mondo, poiché la vita di grazia, la partecipazione della Vita divina in noi, vissuta fino in fondo, riserva sorprese inaudite per chi ritrova sintonia tra la propria volontà e Quella divina.