Per chi non vuole ricordare il dramma delle Foibe
C'è chi non vuol ricordare la pulizia etnica degli italiani in Istria e Dalmazia ad opera dei comunisti jugoslavi nel 1945. Come i ragazzi che volevano censurare lo spettacolo di Simone Cristicchi, "Magazzino 18" dedicato alle vittime italiane.
Violenze inaudite da parte del movimento di liberazione sloveno e croato, guidato dal regime comunista del maresciallo Tito, scatenate in due momenti - dopo l’8 settembre del 1943 e successivamente nella primavera del 1945 – che provocarono 600-700 vittime nella prima ondata e più di 10mila arrestati, alcune migliaia dei quali non tornarono ed oltre 300mila persone che dovettero fuggire e abbandonare le loro case.
Questo fu, storicamente, il fenomeno delle Foibe. Solo una legge, quella del 30 marzo 2004 n.92, che ha istituito il giorno del ricordo di quella pulizia etnica – si celebra il 10 febbraio – ha consentito di rompere il silenzio della storiografia ufficiale, ideologicamente schierata dalla parte di coloro che furono carnefici di italiani e che per decenni ha impedito che si documentasse e si raccontasse la verità.
Ancora oggi, a distanza di 70 anni, molti farebbero volentieri a meno di ricordare e perseguirebbero un disegno di negazione dei fatti. Per esempio, coloro che sono stati protagonisti, qualche giorno fa, di quella gazzarra che intendeva impedire nel teatro di Scandicci, vicino Firenze, lo spettacolo di Simone Cristicchi, che prende il nome dai versi che ha dedicato alle “Tracce di gente spazzata via/da un uragano del destino/quel che rimane di un esodo/ora riposa in questo magazzino”.
“Magazzino 18” - la canzone e lo spettacolo di Cristicchi – è un luogo vero. “Mi sono imbattuto in un luogo veramente strano, che si chiama Magazzino 18 – ha raccontato Cristicchi - e si trova nel Porto vecchio di Trieste. Sergio Endrigo era nato a Pola (Istria) nel 1933. L’Istria, credo che i giovani non sappiano nemmeno cosa sia, divenne bottino di guerra, questa regione italiana venne data alla Jugoslavia. Endrigo si imbarcò con la mamma su una nave che venne in Italia insieme, ad altri trecentocinquantamila italiani”.
Nel Magazzino 18 sono ancora custoditi gli oggetti, i bagagli, le povere cose lasciate dagli esuli istriani e dalmati nel ’47. I giovani che hanno inscenato la protesta, davanti a circa 800 persone accorse per l'evento, si sono auto-ripresi in un video, che hanno postato sulla loro pagina di Facebook, nella quale hanno annotato: "Abbiamo rivendicato la volontà di non trasformare la storia in una fiction. Questa volta a giocare sporco è Simone Cristicchi, che con il suo spettacolo mette in scena il peggior revisionismo storico volto a legittimare il nazionalismo anti-slavo". Usando lo slogan – che la dice lunga – “La storia non è una fiction. Non ricordiamo tutto”, hanno aggiunto: "I cosiddetti 'martiri' delle foibe ammontano a 798 persone, secondo il resoconto del maresciallo dei vigili del fuoco Harzarich, ufficiale fascista che diede conto di tutti i corpi ritrovati nelle cavità carsiche istriane denominate Foibe. 798 persone, molte delle quali militari fascisti che combatterono e morirono contro i partigiani italiani e jugoslavi tra il '43 e il '45. Una guerra antifascista che fece i suoi morti, alcuni dei quali vennero gettati nelle foibe utilizzate a quel tempo come fosse comuni".
Sempre, l’ignoranza è nemica della verità e se si accompagna all’ideologia che vuole vincere su tutto, impedisce alla coscienza di documentarsi e di operare un giudizio sui fatti. Quei fatti incarnati da un anziano signore, che era tra il pubblico, che con voce rotta dall’emozione – come si vede nel video – ha gridato “Io vengo dalle Foibe”. In “Magazzino 18”, Cristicchi canta: “E siamo scesi dalla nave bianca/i bambini, le donne e gli anziani/ci chiamavano fascisti/eravamo solo italiani”. Per decenni, quegli italiani massacrati o spariti o costretti ad abbandonare le loro case, per tanti erano solo “fascisti”. Della loro fine e della storia non si doveva parlare. È stato un diktat ordito dalla cultura dominante, che vuole essere ancora egemone, molto simile agli slogan che circolavano negli anni ’70: “Fascisti, carogne/tornate nelle fogne”, che generò assassinii e in maniera esemplare alimentò e fomentò odio e violenza. Per molto tempo, la verità su quella pagina di storia italiana non è stata dolosamente detta e quelle storie di sofferenza e di atrocità hanno rischiato di essere avvolte nell’oblio, nel dolore intimo di coloro che sono rimasti, che hanno perso i loro familiari, i loro beni, le loro case, il loro vivere in quella parte dell’Italia che fu sottratta con la violenza e con la complicità di chi allora non intervenne per difenderla.
Lo spettacolo "Magazzino 18" di Simone Cristicchi andrà in onda lunedì 10 febbraio su Rai 1 in occasione del giorno del Ricordo dell'Esodo Giuliano-dalmata e del massacro delle Foibe. Anche quei giovani di Firenze, se vorranno documentarsi, potranno vederlo.